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Aeroporti siciliani, la Regione festeggia il 2024. Ma i veri record stanno nel rovescio della medaglia

06-02-2025 06:00

Giacomo Petralia

Cronaca, SAC&CamCom, Focus, Laterale, Sac, NICO TORRISI, Camera di Commercio del Sud-est, Aeroporto di Catania, Guarrera,

Aeroporti siciliani, la Regione festeggia il 2024. Ma i veri record stanno nel rovescio della medaglia

La medaglia per i risultati conquistati dagli aeroporti siciliani nel 2024 nasconde un rovescio problematico...

Ogni passeggero in più è un atto d'accusa per i lavori che non sono mai stati fatti violando la concessione governativa!

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Per la Regione Siciliana, questo febbraio 2025 si è aperto indubbiamente all’insegna di grandi celebrazioni.

 

In effetti, alcuni giorni fa, con tanto di notizia diffusa su “La Regione informa”, da Palazzo d’Orleans sono stati resi noti i risultati del report consuntivo dell’associazione Assaeroporti, relativi ai numeri da record registrati dagli scali dell’Isola nel 2024.

 

Di fatto, con oltre 23 milioni di passeggeri, gli aeroporti siculi sono rientrati con merito nella top ten degli aerodromi più trafficati d’Italia.

 

I traguardi raggiunti nell’anno da poco trascorso hanno dato motivo all’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Alessandro Aricò, di commentare “I numeri parlano chiaro, la Sicilia vola in alto. Una performance lusinghiera che è stata possibile anche grazie al lavoro del governo Schifani, che ha investito nell’ammodernamento degli scali dell'Isola e che ha attivato una incisiva politica di contrasto al caro voli.”

 

Il dritto

Non c’è che dire: l’anno passato è stato davvero una pentola d’oro per gli aeroporti siciliani e le esultanze in merito non potrebbero quindi che essere doverose.

 

Nello specifico, consultando i dati rilasciati da Assaeroporti, tra gennaio e dicembre 2024 l’Aeroporto Internazionale di Catania-Fontanarossa ha fatto viaggiare precisamente 12.346.530 passeggeri, per un totale di 82.530 movimenti tra voli nazionali ed internazionali; questi numeri, che hanno segnato un bel +15% rispetto al 2023, hanno elevato l’infrastruttura etnea a fiore all’occhiello per il settore trasporti.

 

Di fronte a notizie di questo calibro, poco importa se, tra il 2016 e il 2024, gli investimenti realizzati per lo scalo catanese sono stati solo il 6% di quelli programmati.

 

Le prestazioni dell’Aeroporto Internazionale “Falcone e Borsellino” hanno invece garantito solo la fascia media della classifica nazionale: nonostante ciò, lo scalo di Palermo ha vantato quasi 9 milioni di viaggiatori, per oltre 65.000 movimenti.

 

A sottolineare l’ottima annata per l’infrastruttura di Punta Raisi sono state le note di commento rilasciate proprio da GESAP S.p.A., società gestore dell’aeroporto, nelle quali si è bollato il 2024 come “l’anno migliore di sempre”. Ottimi anche i dati sul traffico internazionale: da Palermo, infatti, si è volato molto verso e da importanti Paesi come Francia, Germania e Spagna.

 

Unica macchia (e puntualmente nascosta) di una medaglia altrimenti impeccabile è stato l’Aeroporto di Comiso: nel corso dello scorso anno, lo scalo ragusano ha potuto ospitare appena 260.000 passeggeri, ossia il 14,2% in meno rispetto al 2023.

 

Considerando le condizioni in cui questa ambigua e bistrattata infrastruttura versa ormai da tempo, non è facile stabilire se questi numeri siano effettivamente stati un neo oppure solo grasso che cola.

 

Visti dati complessivi così eccelsi, cosa nasconde allora l’altra faccia di questa luccicante medaglia?

 

Intanto il dato più eclatante, recentemente oggetto di una pesantissima interpellanza parlamentare del Movimento per l'Autonomia ancora senza risposta, è che l'attuale gestione della SAC, con l'amministratore delegato ininterrottamente in carica dal 2016, non ha per nulla ottemperato alla realizzazione del master plan 2014/2030, mantenendo lo scalo etneo in una situazione di grave deficit strutturale, praticamente malamente adeguato a quando di passeggeri ne transitavano appena 6 milioni: con quello che questo significa e comporta.

 

Il rovescio

Nella mattinata del 20 marzo 2024, presso la Camera di Commercio Palermo Enna, ha preso vita l’evento “Logistica e infrastrutture per le imprese siciliane: fattori chiave per la competitività”, organizzato da Unioncamere Sicilia, ente che riunisce e rappresenta 470.000 imprese che operano in industria, commercio, artigianato e agricoltura.

 

Durante l’evento, patrocinato dalla Regione Siciliana e supportato da Uniontrasporti, è stato inoltre presentato l’aggiornamento del “Libro Bianco sulle Priorità Infrastrutturali in Sicilia”, datato al 2023.

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Tra la vastissima ed esauriente mole di informazioni inserite tra le righe del Libro Bianco, sono risultati molto interessanti i dati relativi ai KPI territoriali (Key Performance Indicator), ossia gli “indicatori chiave di prestazione”.

 

“Gli indicatori rappresentano un valido strumento di analisi delle performance territoriali” - si può leggere nel documento - “e uno dei fattori chiave nell’indirizzare politiche di intervento e di sviluppo.”

 

Dopo una breve premessa, nel Libro Bianco si è appunto trattato dei KPI territoriali riferiti al trasporto e alla logistica sull’Isola.

 

In un range di riferimento che va da un minimo di 83 fino ad un massimo di 100, il Sud e le Isole hanno presentato degli indicatori di prestazione complessivi al di sotto della media nazionale, con un punteggio pari a 81,2; quanto meno, a livello regionale, la Sicilia si è posizionata al quarto posto dopo Campania, Puglia e Abruzzo.

 

Il merito di questa quarta posizione si deve attribuire alle province di Catania e Palermo, le uniche a poter vantare prestazioni sopra la media nazionale: tra le due, però, è la provincia etnea a primeggiare nella logistica; Palermo spadroneggia invece nel settore ferroviario.

 

Dovendo passare alle note dolenti, i dati rilevati riguardo Siracusa hanno evidenziato una certa urgenza nel potenziamento delle reti stradali e ferroviarie del libero consorzio.

 

Agrigento e Ragusa si sono invece rivelati dei territori decisamente penalizzati: il primo, in particolare, ha ottenuto il più basso KPI territoriale nel quadro del trasporto e della logistica, con un punteggio che ha stentatamente superato i 42 punti; l’area del ragusano ha presentato la performance peggiore per il settore ferroviario, a causa di una rete non elettrificata e interamente costituita da un singolo binario.

 

Anelli debolissimi della catena sono risultate le province di Caltanissetta, Enna e Trapani: gravi le lacune nei settori stradale e ferroviario, accentuate dall’impossibilità per due dei tre territori di contare su un sistema aeroportuale.

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Un altro importante indicatore chiave di prestazione su cui gli autori del Libro Bianco si sono concentrati è stato quello relativo all’energia: nel complesso, nel 2023, sul piano energetico la Sicilia ha ottenuto un punteggio di poco superiore alla media nazionale; al contrario, le province di Caltanissetta e Catania hanno ottenuto un punteggio KPI di circa 8 punti inferiore rispetto alla media.

 

Le note più esplicative, però, sono date dalle infografiche del documento di Unioncamere inerenti alla qualità delle infrastrutture siciliane: il 63,1% delle imprese intervistate ha giudicato la qualità delle reti ferroviarie dell’Isola tra lo scadente e il mediocre; lo stesso giudizio è stato espresso da circa il 50% delle imprese riguardo le autostrade e le strade secondarie che intrecciano la Sicilia.

 

I porti marittimi, delle infrastrutture essenziali per una regione adagiata sul mare, hanno ricavato un buon indice di gradimento solamente dal 26,7% delle imprese intervistate.

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Una cosa è certa: non si può mica essere specialisti in ogni disciplina. Servono dedizione, sacrifici e denaro.

 

E poi chi è che ha il tempo per lucidare le medaglie?


Leggi anche:  


























































































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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"

 

Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza." 

 

E noi ridiamo!











































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