Continua a meritare la prima pagina, anche in violazione della nostra regola di alternare gli argomenti caldi, la saga della SAC e dintorni: e sarà così almeno finché non sarà risolta perché risolvere si deve, su questo non c'è dubbio.
Prima di passare alla notizia vera e propria, che è il contenuto della relazione presentata dal sindaco di Catania Enrico Trantino all'assemblea dei soci della SAC del 28 agosto e che mettiamo in calce a disposizione dei nostri lettori nella sua versione integrale, qualche premessa è necessaria.
Infatti, è già questo è un buon segnale da non sottovalutare in termini di trasparenza e coinvolgimento civico, questo atto è stato correttamente depositato dal sindaco al protocollo del comune e quindi messo a disposizione di tutti, senza favoritismi o canali preferenziali: altrettanto correttamente, abbiamo eseguito una richiesta di accesso agli atti e prontamente l'URP del comune ci ha fornito quanto richiesto.
Fosse sempre così, sarebbe davvero una buona pratica.
Chiarito questo, proviamo a fare un pò di ordine ad alcune narrazioni che rischiano di essere superficiali.
Abbiamo letto da qualche parte che la richiesta del sindaco Trantino, in rappresentanza della città e provincia di Catania, delle dimissioni dell'intero CdA della SAC lo avrebbe trovato isolato in seno all'assemblea dei soci.
Vero, ma da chi è composta l'assemblea dei soci della SAC?
Bene, quindi il sindaco Trantino, che rappresenta il comune e la Città Metropolitana di Catania, oltre un milioni di cittadini e centinaia di migliaia di imprese, detiene perché eletto dal popolo, il 14,24%.
Altro socio eletto dal popolo è il sindaco di Comiso, che però controlla appena lo 0,18% ed i suoi 30 mila abitanti.
Gli altri tre soci, la Camera di Commercio del Sud Est, la ex provincia di Siracusa e l'IRSAP, sono tutti direttamente controllati dal presidente della regione Renato Schifani, in quanto si tratta di enti tutti gestiti da commissari da lui stesso nominati.
Storia a parte, inoltre, fa la figura del commissario straordinarissimo Antonio Belcuore che, oltre ad essere nominato da Schifani in circostanze e per motivi ancora in corso di chiarimento, fa storicamente parte del gruppo politico di riferimento dell'amministratore delegato Torrisi, quella Sicilia Futura inventata da Totò Cardinale e che vede nel deputato regionale Nicola D'Agostino il protagonista assoluto di salti di schieramento da record.
Tanto è vera la vicinanza di Belcuore a questo gruppo politico, che durante la prima sindacatura del sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, poi arrestato, condannato in primo grado e adesso, da condannato, di nuovo in carica, venne nominato presidente della fondazione Carnevale di Acireale e, guarda caso, ottenne finanziamente dalla SAC come mai li aveva concessi prima, nè dopo, allo sesso ente.
Il commissario Belcuore ha diffuso una nota in cui rivendica il fatto che i soci sopra descritti hanno respinto la richiesta di dimissioni del CdA, anzi aoprezzandone l'operato. E certo vorremmo vedere…
Ma qui si pone un altro problema, che si svilupperà nei prossimi giorni e non da noi.
Infatti, il tema è la fedeltà di mandato, il commissario Belcuore non dovrebbe essere un alfiere del presidente della regione o di qualche deputato, ma a capo, si vedrà come, di un ente, la Camera di Commercio che, nella definizione legislativa e statutaria “è un ente che associa le imprese di un determinato territorio per tutelare i loro interessi collettivi, creare opportunità di affari e prestare loro eventuali altri servizi.”
Ora se è vero, come è vero e pubblicamente comunicato, che la stragrande maggioranza di quelle organizzazioni associative si sono chiaramente espresse contro la gestione della SAC, chi rappresenta il commissario nominato dal presidente Schifani?
Lo abbiamo già chiesto e continueremo a farlo perché non è domanda da poco e stiamo parlando di enti, camere di commercio e SAC, che sono enti pubblici: è ora di chiarire.
Quindi, dicevamo, il sindaco sarebbe isolato nel consiglio di amministrazione della SAC? E certo, vorremmo vedere…
Per testimoniare però come la richiesta del sindaco Trantino di un immediato cambio di gestione della SAC sia tutt'altro che isolata, anzi più che largamente condivisa, proponiamo non una nostra ricostruzione, che è noto come la pensiamo, ma un post su Facebook dell'articolo di una delle testate più istituzionali ed asettiche che ci siano sul mercato editoriale, CataniaToday, appartenente ad un gruppo nazionale che ha come caratteristica proprio la sua equidistanza:
L'articolo riporta la posizione del commissario Belcuore, che gestisce pro tempore e pro incarico presidenziale la maggioranza delle quote SAC, e quelli che sono interessanti da scorrere i circa 400 commenti: se ne trovate uno che non lo insulta o lo contesta, segnalatecelo perché noi non ne abbiamo trovati.
Al contrario, sostengono tutti la posizione del sindaco Trantino.
È chiaro quindi che siamo in presenza di una sorta di fortino che prova a chiudersi a riccio nel tutelare interessi che sono di qualsiasi natura tranne che quelli collettivi.
Ma anche questo lo svilupperemo in seguito.
Chiarita la reale posizione del sindaco rispetto al sentiment del territorio, veniamo alla relazione, approfondendone solo un passaggio, gli altri ce li riserviamo a successiva puntata, se no mettiamo troppa carne al fuoco e ci confondiamo noi stessi.
Il passaggio che proponiamo è di pochissime righe ed inserito per inciso, ma micidiale perché demolisce l'unico punto su cui questo management ha sempre risposto alle obiezioni: “Ma noi facciamo utili!”
Su questo da più parti si è sempre risposto che ci mancherebbe anche, considerato che operando in regime di monopolio in settore strategico, ci mancava solo che non facesssero utili.
Ma il sindaco svela come questi utili, confrontati con quelli degli altri aeroporti simili per dimensioni e traffico, pur in condizioni decisamente meno privilegiate per collocazione, risultano gravemente deficitari:
Chiaro?
L'aeroporto di Venezia fa utili per quasi 10 volte in più di Catania e Napoli 5 volte: ma di che parliamo?
Se poi questo confronto lo implementiamo con i dati di performance per come pubblicati da Assoaeroporti e da noi già analizzati in altro articolo, siamo in presenza di una gestione che merita più che un approfondimento.
Nella prossima puntata entreremo nel dettaglio delle contestazioni del sindaco, sui requisiti originari ed attuali degli amministratori, sul ruolo del Collegio dei Sindaci e dell'Organo Indipendente di Vigilanza, sulle azioni giudiziarie in corso, etc.
Intanto leggete la relazione a magari inviateci le vostre considerazioni: ne terremo conto e faranno capire chi è “isolato” e chi no.
Perché l'unico interesse degno di essere difeso allo stremo è quello di questo territorio e della sua gente, che sono gli unici veri proprietari di questo aeroporto che deve tornare alla sua unica funzione: far volare serenamente e in maniera efficiente le persone e le merci!
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!