Quello che sta accadendo attorno all'incredibile “incendio di un climatizzatore” all'interno dell'aeroporto di Catania che ha messo in ginocchio il sistema dei trasporti dell'intera Sicilia è ormai al di là del bene e del male.
È una storia assurda, che ad ogni presa di posizione dei vari responsabili si complica mostrando l'assoluta inadeguatezza di ogni livello della linea di comando.
La novità è l'intervento della Procura di Catania, che è stata costretta ad intervenire per chiarire che le indagini non c'entrano nulla con la chiusura dello scalo, che dipende ovviamente dagli enormi danni che ancora non sono stati quantificati e resa, la riapertura, in ogni caso complicata dalla presenza di polveri sottili sprigionate dai fumi che preoccupano gli ispettori ARPA per la presenza di diossina.
Qui si apre un altro scenario, che approfondiremo in altra sede, in ordine proprio a questi fumi che sono indice della presenza massiccia di materiale non ignifugo che in un aeroporto non dovrebbe passare neanche per sbaglio. Vedremo meglio di che si tratta.
Intanto la chicca dell'inadeguatezza arriva dal presidente della regione in persona, quell'on. Renato Schifani che evidentemente di trasporti aerei ne capisce quanto di …Sicilia, considerato quello che sta combinando in neanche un anno di governo.
È accaduto che proprio ieri ha emanato un comunicato che pare dal “sen fuggito”, se non fosse che un presidente di regione, soprattutto in certi momenti, dovrebbe essere quantomeno più prudente.
Come noto la chiusura di Catania ha riversato sugli altri scali isolani parte del suo traffico, scatenando il caos più totale.
Su Comiso torneremo perché siamo oltre ogni immaginazione.
Anticipiamo solo che al suo accountable manager già presidente Dibennardo, durante intervista RAI, è sfuggito che i server informatici dello scalo di Comiso sono direttamente dipendenti da quelli di Catania, e saltando quelli sono saltati anche i comisani: capolavoro di sicurezza!
Ma andiamo a vedere cosa succede a Palermo che, con la società di gestione GESAP, ha inizialmente assorbito il possibile, sino a dover annunciare che proprio non ce la faceva a sopportare quel carico improvviso, rinunciando a ricevere voli da Catania per i giorni successivi.
Apriti cielo, lesa maestà.
Il governatore Schifani, invece di stigmatizzare i suoi uomini catanesi che non ce la fanno a tenere a bada un condizionatore e provocano il disastro, decide nientemeno di mettere in croce quelli che proprio non c'entrano niente ed emana un comunicato delirante dal titolo, in maiuscolo, “STOP DEI VOLI SU PALERMO, SCHIFANI CONTESTA DECISIONE GESAP”.
E comincia, Schifani: "Non posso che stigmatizzare l'atteggiamento della direzione generale dell'aeroporto di Palermo che, senza un doveroso confronto con gli organi di controllo, ha dichiarato di non accettare più voli destinati originariamente allo scalo di Catania, ingenerando così uno stato di allarmismo e tensione
sociale in quanti hanno scelto di trovare in Sicilia, simbolo dell'accoglienza, un luogo ideale per le vacanze».
Incredibile, stigmatizza la Gesap per i macelli combinati dalla SAC!
Annuncia, Schifani, di aver istituito una task force, e basta seguire le centinaia di migliaia di post sui social per capire quanto stia risolvendo, questa task force. Tipo quella per il caro-voli.
E arriva, Schifani, a chiudere la sua prolusione con una vera e propria minaccia: "Voglio
richiamare tutti al senso di responsabilità comune e vigilerò su atteggiamenti e decisioni
unilaterali lontani dallo spirito di cooperazione sociale che possano arrecare grave pregiudizio al superamento dei disagi di questi giorni."
E perché non vigilava su quanto combinavano quelli che per mantenerli al vertice della SAC non ha esitato a compiere uno dei più rocamboleschi colpi di mano mai visti nella storia delle istituzioni?
Ci si riferisce al commissariamento della Camera di Commercio del Sud Est: un'altra roba indefinibile e che prima o poi sarà chiarita.
Quindi, incredibile, il presidente pro (per quanto) tempore Schifani minaccia chi pone ovvi problemi di sicurezza nel ricevere senza criterio quantità insopportabili di passeggeri, piuttosto che rimuovere d'imperio chi si sta mostrando del tutto inadeguato ad affrontare l'emergenza, peraltro dopo averla provocata quanto meno per totale incuria.
Siamo al di là del bene e del male, come detto.
Solo che a ricevere l'improvvido stigma e la conseguente minaccia di “vigilanza” c'è personalità non da poco, considerato che amministratore delegato di GESAP è nientemeno che il prof. Vito Riggio, uno dei massimi e più autorevoli esperti mondiali del trasporto aereo.
Che ovviamente non si cala neanche per un istante questo vero e proprio irresponsabile oltraggio del presidente Schifani e annuncia immediatamente le proprie dimissioni.
Ci manca solo questa, speriamo che Riggio possa comprendere che i siciliani non meritano ulteriori danni provocati dall'inadeguatezza di chi non solo non ha idea di cosa sia governare, ma neanche consapevole che ogni volta che apre bocca provoca danni sempre più pesanti.
È ora che il governo nazionale, sempre se ce n'è uno perché in questi giorni se ne sta dubitando fortemente, prenda atto che la Sicilia è seriamente a rischio, nel suo ordine pubblico e nella sua tenuta sociale, e chi ne è al vertice intervenga con provvedimenti politici, facendo dimettere gli imbelli, o istituzionali commissariando i responsabili di tutti questi disastri.
Lo scriviamo da anni che saremmo arrivati al disastro totale.
Ci siamo.
I responsabili diretti, perché non stanno facendo nulla diventando complici dei quadri locali, sono adesso Giorgia Meloni, presidente del consiglio, Matteo Salvini, ministro dei trasporti, Adolfo Urso ministro per le imprese.
Se qualcuno ha il loro numero di telefono, li avverta che prima o poi saranno chiamati a risponderne.
PS: e fatecela un'altra citazione…
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!