Questa storia dell'incredibile incendio capitato all'aeroporto di Catania doveva essere la più semplice da risolvere, ed invece per pura irresponsabile ostinazione la stanno complicando ad ogni giorno che passa.
In qualsiasi parte del mondo fosse capitata una cosa simile, con una gestione così carente che persino a causa di un paio d'ore di cenere, piovuta peraltro nella notte, devono chiudere un intero aeroporto perché ci mettono venti ore a ripulire qualche chilometro di piste, la soluzione sarebbe stata immediata: governance tutta a casa senza ringraziamenti e magari chiamata a spiegare cosa avessero fatto in tutti questi anni.
Sarebbe stata la cosa più ovvia ed automatica del mondo, al netto dei requisiti di nomina la cui carenza spiegherebbe da sola tante cose.
Invece in Sicilia, avendo la politica occupato ogni cosa, tutto diventa politicanza e tutto si complica.
E in quel genere di materia c'è chi è specialista a galleggiare.
Non importa infatti se sono le stesse persone nominate dalla sinistra poi passate dal centro e che ora si ritrovano a destra: trovano sempre qualche beota pronto a difenderli e farsi trascinare a fondo.
Forse è questa l'unica abilità che hanno, insieme alla spregiudicatezza.
Ormai, allora, è chiaro che l'inizio della campagna elettorale per le prossime europee comincia proprio intorno alle vicende dell'aeroporto di Catania e della società che, sino a revoca, la gestisce: la SAC SpA.
E questo per una serie di ragioni, la prima è che “l'incredibile incendio” ha mostrato a tutto il mondo quanto il “re sia nudo”, e cioè come presso l'aeroporto di Catania, tra i più importanti d'Europa e del Mediterraneo, praticamente non funzioni quasi nulla.
I video che girano sui social delle varie disfunzioni sono ormai virali e talmente numerosi che è impossibile monitorarli: dopo 45 minuti di attesa bagagli si applaude di default e le file al Lost&Found sembra quelle all'ingresso delle discoteche.
E questo non durante l'emergenza, ma proprio nell'ordinario.
Il fatto che se ne siano accorti milioni di elettori siciliani lo ha fatto diventare di prepotenza un fatto politico, soprattutto perché sul piano della politica lo ha gettato il presidente della regione Renato Schifani, che si è trovato a dover difendere l'indifendibile per il fatto che a gestire questo straordinario bancomat finanziario/clientelare sia un gruppo politico che, all'ennesima capovolta, si è trovato sotto la sua egida consentendogli, tra l'altro, la decapitazione politica del suo avversario interno in Forza Italia Gianfranco Micciché.
Tutte cose notissime agli addetti ai lavori, ma sconosciute, sino al 16 luglio, ai milioni di passeggeri che non potevano pensare che un aeroporto potesse essere gestito in questo modo e per di più in “virtù” di appartenenze di politicanza ballerina, capace di costruire intere governance senza requisiti, del tutto inadeguate e per giunta consigliate da consulenti peggio ancora attrezzati. I risultati sono più che documentati e videoripresi dalle emittenti di tutto il mondo.
Insomma, i passeggeri, milioni di elettori, siciliani e non solo, pensavano dovesse essere una cosa seria gestire un aeroporto, ed hanno invece scoperto che le rappresentanze istituzionali sono così irresponsabili da mantenere gente che ha dimostrato ampiamente di non essere in grado di gestire neanche una pista di gokart.
Ora il tema, proprio in queste ore, sta diventando centrale per la prossima campagna elettorale e le posizioni che si assumeranno saranno uno spartiacque capace di spostare quote significative di consenso.
Il centro destra è in evidente difficoltà, stretto tra la posizione di Forza Italia che è scesa in campo a difesa dell'attuale governance della SAC, appoggiata anche dalla Lega che conta il ministro competente ai trasporti Maatteo Salvini. Appresso a loro ci si è messo anche Totò Cuffaro, il che già rende tutto più chiaro.
Un bel gruppetto, non c'è che dire.
Fratelli d'Italia, il Primo Partito, in difficoltà lo è ancora di più perché ha assunto una decisa posizione di denuncia dell'inadeguatezza della gestione SAC, non riuscendo tuttavia a sbloccare la situazione ed anzi rimediando pesantissimi post di dileggio da parte di consiglieri di amministrazione e consulenti SAC contro il sindaco della città di Catania Enrico Trantino, che poi della SAC è anche socio. Roba mai vista.
Insomma, se il centro destra dovesse andare in campagna elettorale con questa tegola sulla testa è probabile che ne paghi un prezzo non indifferente, tanto che è già cominciata la controffensiva delle opposizioni.
Il Partito Democratico, a parte qualche estemporanea interrogazione lasciata lì, sembra mantenere toni bassi, anzi bassissimi, forse in ossequio alla pregressa origine politica di chi oggi si ritrova in Forza Italia e magari non si sa mai…
Ad alzarli di parecchio i toni è invece il Movimento 5Stelle, che sceglie di agire su due fronti, quello comunale e quello regionale, dimostrando quanto meno un ritrovato fiuto comunicativo.
I due consiglieri comunali 5Stelle Gianina Ciacio e Graziano Bonaccorsi hanno infatti presentato al presidente del consiglio, l'autonomista Seby Anastasi, di istituire una “commissione speciale”, ricordando che il comune di Catania, come anche la Città Metropolitana, è socio della SAC e quindi avrebbe tutti i titoli per esercitare i più ampi poteri di direzione e controllo.
Vedremo cosa deciderà il consiglio comunale e se la sua presidenza deciderà di mettere in calendario questa proposta.
Ma ad intervenire in maniera ancora più pesante il Vice Presidente Vicario del parlamento siciliano, l'on. Nuccio Di Paola, che nel corso di un servizio del TG RAI diffida il presidente della regione Renato Schifani dal continuare a “difendere l'indifendibile” e ritenendo senza mezzi termini “imprescindibili le dimissioni dei vertici SAC”.
Quindi è chiaro, al netto delle indagini giudiziarie che hanno i loro tempi e delle relazioni tecniche che cominciano a girare, la maggioranza che attualmente controlla l'aeroporto di Catania, peraltro attraverso commissari non si sa ancora quanto legittimi, dovrà provare il più rapidamente possibile ad uscire dal “cul de SAC” in cui si è cacciata.
Prima di farsi troppo male, il che a noi interessa poco, mentre siamo più che certi che molto interessa ai siciliani come andrà a finire.
I milioni di passeggeri che ci si sono trovati in mezzo a queste assurde vicende stanno infatti ancora aspettando che dimostrino un minimo di responsabilità.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!