La notizia è che ieri 28 agosto si è svolta l'assemblea dei soci della SAC che gestisce l'aeroporto di Catania e che il sindaco del comune e della Città Metropolitana di Catania avvocato Enrico Trantino, con al fianco l'avvocato Marcello Marina, uno dei massimi esperti di diritto societario, si è presentato con un dossier di 16 pagine contenente quelle che ha ritenuto essere le maggiori negligenze gestionali e, di conseguenza, investendone il collegio dei sindaci, ha chiesto le dimissioni dell'intero consiglio di amministrazione.
Semplice, ed anche abbastanza ovvio considerati gli incredibili fatti emersi in questo ultimo mese e mezzo.
Sono tante, infatti, le cose stupefacenti che stanno accadendo intorno alla gestione dell'aeroporto di Catania.
E dovrebbero essere considerate tali a prescindere dall'incendio di 44 giorni fa, basta dare una scorsa agli articoli in calce che ormai rappresentano, per tutti, l'enciclopedia di come è stata gestita la SAC in questi anni e di come sia un miracolo che ci si sia fermati ai danni milionari di quest'ultimo episodio.
Basta valutare l'ultimo episodio, aeroporto chiuso per un giorno intero a causa di un paio di ore notturne di emissione di cenere vulcanica: ci hanno messo 20 ore per ripulire le piste perché usano mezzi e metodi, anche qui, del tutto inadeguati. Ma questa è altra storia che merita ulteriore approfondimento.
La prima cosa stupefacente è che, nonostante quanto di incredibile accaduto a seguito di una scintilla, da dovunque originata, non sia immediatamente seguita la revoca per giusta causa di un management che, è emerso subito ed oggettivamente, non è riuscito ad impedire qualcosa che non doveva accadere ed in ogni caso non ha realizzato quegli investimenti necessari, indispensabili e probabilmente obbligatori per garantire il flusso in sicurezza di milioni di passeggeri: quello che è successo non è un caso.
Ovviamente attendiamo le relazioni tecniche, ma non ci vuole nessun tecnico per capire che se si chiude un aeroporto per 20 giorni, significa che non c'è niente che funzioni da quelle parti.
Potremmo continuare, ma ripetiamo: leggete sotto.
La seconda cosa stupefacente la posizione assunta dal commissario straordinarissimo della Camera di Commercio del Sud Est Antonio Belcuore, nominato da Renato Schifani in maniera rocambolesca e già presidente della Fondazione Carnevale di Acireale all'epoca in cui la SAC la finanziava generosamente.
La Camera di Commercio del Sud Est è il socio di maggioranza della SAC, detiene il 621,11% del capitale sociale ed è responsabile diretta dei poteri di direzione e controllo di questa partecipata pubblica. È anche l'ente titolare del “controllo analogo”.
Il commissario regionale della Camera di Commercio del Sud Est Belcuore ha diffuso un comunicato, in reazione alla richiesta di dimissioni da parte del sindaco di Catania, in cui ribadisce la sua fiducia all'attuale consiglio di amministrazione della SAC, anzi elogiandolo.
Ora, al netto delle questioni giudiziarie già incardinate circa la legittimità dei poteri di questo commissario, sarebbe bene considerare che le camere di commercio, tutte le camere di commercio, dovrebbero essere governate dal mondo delle imprese e dei consumatori, sono la “casa” delle categorie produttive e quegli inteessi dovrebbe rappresentare chi le gestisce.
In verità, sulla gestione dell'aeroporto TUTTE le categorie produttive si sono pubblicamente espresse con durezza persino inusitata per organizzazioni in genere prudenti.
Pesantissime in particolare le posizioni assunte dalle più importanti ConfCommercio, Confindustria, CNA, Unimpresa, etc. E TUTTE hanno chiesto un cambio di governance alla SAC.
Si tratta cioè di quelle organizzazioni chiamate dalla legge a costituire i consigli camerali, sempre se si facessero quelle elezioni le cui procedure non si capisce perché non siano ancora iniziate: ma anche questa è altra storia.
Quindi la domanda: chi rappresenta l'attuale commissario della Camera di Commercio del Sud Est Antonio Belcuore? Gli interessi di quale categoria o gruppo?
Ma torniamo a quanto accaduto in assemblea dei soci.
Il sindaco di Catania, nella qualità anche di sindaco della Città Metropolitana, rappresenta il 14,26%.
La seconda in termini di importanza dopo la CamCom, ma il peso istituzionale è ovviamente rapportato al fatto che rappresenta gli interessi dell'intera cittadinanza catanese.
A sintetizzare bene la percezione dei catanesi l'avvocato Pietro Ivan Maravigna, che ha pubblicato un suo post:
Con chiarezza è intervenuto anche il coordinatore provinciale del partito Noi Moderati, l'on. Marco Forzese: "Plaudo all'iniziativa del sindaco di Catania avvocato Enrico Trantino che in questa incredibile vicenda della gestione dell'aeroporto di Catania ha dimostrato di essere tra i pochi a mantenere lucidità e barra dritta sin dal suo insediamento, praticamente coinciso con l'incendio che ha bloccato i trasporti dell'intera regione per oltre venti giorni, con i danni che tutti conosciamo e che ancora oggi non è possibile quantificare con esattezza.
Il sindaco Trantino ha correttamente atteso il termine dell'emergenza per chiedere quanto non doveva neanche essere chiesto, e cioè le dimissioni di un amministratore delegato e dell'intero consiglio di amministrazione di una società di gestione che, al netto dell'episodio incendiario, dovrà chiarire molte delle cose accadute in questi anni e, soprattutto delle troppe cose non fatte per rendere sicuro ed efficiente un aeroporto così strategico per l'intero Mediterraneo.
La posizione assunta dal Sindaco Trantino non può essere considerata la mera posizione di un socio ma, a prescindere dalle percentuali di partecipazione, rappresenta da Primo Cittadino gli interessi diretti di centinaia di migliaia di catanesi e non può che lasciare esterrefatti che le dimissioni formalmente richieste da un socio di tale peso ed autorevolezza non siano state immediatamente rassegnate nella stessa seduta, un attaccamento alla poltrona che la dice lunga di quanta poca chiarezza ci sia intorno a queste gestioni.
Confidiamo – conclude l'esponente del partito Noi Moderati - che si chiuda rapidamente questa incresciosa vicenda e l'aeroporto di Catania possa recuperare la sua immagine venendo finalmente consegnato ad un management esperto, competente e che sia rispettoso degli enormi interessi pubblici che vanno onorati sopra ogni altro tornaconto."
Il sindaco Trantino, da parte sua, ha assunto una posizione istituzionale chiara e non ci sta che venga buttata in politica o peggio ancora in caciara, ed in serata ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook:
Alla fine, comunque, la vera cosa stupefacente è di come sia possibile che, a fronte di tutto questo e di tanto altro da anni documentato, questo consiglio di amministrazione sia ancora in carica.
E perché.
E per chi.
E per cosa.
Questi i misteri che prima o poi saranno svelati: alla fine, è accaduto sempre.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!