Allora, bisogna ammettere che non si sa bene da dove cominciare per fare la cronaca della seduta del consiglio comunale che il 3 marzo è stata dedicata all'audizione del noto top manager della SAC Nico Torrisi, che si è presentato con un rappresentante dell'ente concedente-controllore ENAC, il dr. Costantino Pandolfi.
Con loro anche l'ing. Guarrera della SAC che ha illustrato alcune slide a dimostrazione di tutto quello che avrebbero dovuto fare nei dieci anni trascorsi e non hanno fatto.
Ma andiamo con ordine, anche perché abbiamo dovuto verificare che il video della seduta pubblicato sul sito del comune fosse reale e non creato da una qualche intelligenza artificiale come si usa adesso.
Magari non proprio intelligenza, ma pare che sia tutto reale.
La seduta è iniziata con l'intervento del sindaco della città di Catania, l'avvocato penalista Enrico Trantino che non abbiamo capito cosa gli sia successo.
Dopo di che: silenzio.
Anzi no: arriva la seduta che stiamo per raccontare e l'atteggiamento dell'amministrazione comunale, anzi di lui proprio sindaco, a differenza di quello di molti consiglieri anche di maggioranza, appare a dir poco accondiscendente con i vertici SAC/ENAC che, come si vedrà dai video, si presentano a raccontar futuristiche visioni in power point che confermano, senza timore di smentita, quanto affermato appena qualche giorno fa dal presidente della ConfCommercio Pietro Agen: negli ultimi dieci anni questi “manager”, pur essendo costati milioni di euro di sole indennità, non hanno realizzato nulla!
Ma ecco l'intervento del sindaco metropolitano avv. Enrico Trantino, nei confronti del quale, ci mancherebbe, non può esserci alcuna “velenosità”, quanto la presa d'atto che quando si assumono pubblicamente posizioni in nome e per conto dei catanesi, bisogna essere consequenziali. Non c'è altro da fare.
(PS: al minuto 6.20 il passaggio di “è emerso da studi che Catania è baricentrica tra la Russia e la Libia” è semplicemente epico).
Abbiamo divagato, ecco l'intervento:
Il sindaco passa quindi la parola al noto top manager Nico Torrisi che, col curriculum che abbiamo più volte pubblicato e dal quale si evince che c'ha messo 10 anni a prendere una laura quadriennale in economia e commercio, dal 2016 è amministratore delegato della SAC con i risultati che conosciamo: un aeroporto che macina oltre 10 milioni di passeggeri con strutture adeguate a circa la metà.
E, ribadiamo quanto sostiene il presidente Agen, dal 2016 non hanno fatto praticamente niente!
Inadeguatezza strutturale dell'aeroporto di Catania che viene confermata, lillo lillo, dal rappresentante di ENAC Costantino Pandolfi, che per il resto non si capisce bene che c'è andato a fare in consiglio comunale a parte farci scoprire che la Sicilia è una meta turistica attrattiva. Sarà un divulgatore scientifico anche lui.
È poi la volta dell'ingegnere della SAC Guarrera che sfodera le immancabili slide in power point con quello che dovevano fare anni fa:
Completati gli interventi “tecnici”, ecco quelli dei consiglieri, che peraltro a fine seduta emanano comunicati per niente concilianti.
Tra i più duri quelli del partito che fa parte della maggioranza che ha eletto il sindaco Trantino, l'MPA:
“Nei prossimi giorni, dopo aver studiato attentamente il master plan, presenteremo una mozione di indirizzo politico in modo che l’amministrazione metta in essere tutte le iniziative necessarie ed utili alla Sac per realizzare le opere necessarie, affinché Catania non perda il ruolo di hub del Mediterraneo assegnatogli da Enac”.
Così il capogruppo Mpa Orazio Grasso a margine del consiglio comunale straordinario convocato per discutere del futuro dell’aeroporto di Catania. Un consiglio che ha registrato gli interventi di tutti e 4 i consiglieri del Mpa.
“La vera incognita – ha detto ancora Grasso - permane sempre quella delle risorse necessarie alla realizzazione dei terminal B e C e contestualmente la realizzazione della nuova pista in grado di ospitare voli internazionali, se ciò non dovesse avvenire in tempi brevi sarà l’ennesima occasione persa”.
Serena Spoto, invece, nel suo intervento è entrata nel dettaglio rispetto agli investimenti realmente concretizzati dalla governance della Sac, in confronto anche con quanto avvenuto in altri aeroporti italiani.
“Come emerge dal “report investimenti” per il 2020 redatto da ENAC, il Piano Sviluppo dell’aeroporto di Catania prevedeva, per il quadriennio 2017-2021 la realizzazione di investimenti complessivi per circa 92 milioni di euro nell’aeroporto di Catania.
Nella voce Terminal per il quadriennio 2017-2021 era previsto un investimento per i soli terminal di 38.535.000 euro.
Il report 2017/2020 riporta un investimento realizzato solo per 598.000 euro a fronte de 21.074.000 euro programmati per il solo 2020 (meno del 2%)”.
Daniela Rotella, invece, ha puntato il suo intervento sulla gestione dell’incendio avvenuto l’estate scorsa: “Nelle prime ore successive all'incendio – ha detto - il Sindaco di Catania che detiene come città Metropolitana circa il 14% delle quote, suggeriva iniziative mirate per alleviare i disagi dei passeggeri ma mai messe in atto. Addirittura, anche alla formale richiesta di accesso agli atti in merito al progetto di demolizione del Terminal Morandi, la stessa gli è stata negata sostenendo che un sindaco nonché socio non avrebbe il diritto a visionarli. Non c'è stata ancora chiarezza sui danni subiti”.
Angelo Scuderi, infine, come già sottolineato in un comunicato di qualche giorno fa, ha ribadito in consiglio come nello scalo catanese, dopo l’incendio, manchi un punto informazioni gestito dal comune o dalla città metropolitana di Catania.
Una lacuna macroscopica lamentata da numerosi turisti, spaesati e senza punti di riferimento al loro arrivo a Catania.
Poi è la volta dell'opposizione, che emana un comunicato congiunto a firma dei gruppi del Partito democratico e 5 Stelle:
“Futuro dell’aeroporto? L’amministrazione non è all’altezza delle sfide che richiede lo scalo etneo.
Al consiglio comunale straordinario solo pochi dati e progetti di dubbia fattibilità”.
Non si può parlare di futuro dell'aeroporto se non si fa una seria analisi del passato e di ciò che è successo la scorsa estate.
Nessuna conseguenza politica ha avuto, infatti, l'incendio che ha causato innumerevoli disagi, milioni di euro di perdite e un incalcolabile danno di immagine per Catania e per la Sicilia.
Oggi abbiamo assistito ad un consiglio straordinario basato su pochi dati e su idee progettuali imponenti che pongono dubbi concreti sulla loro fattibilità.
Che si parli di Porto e Aeroporto la sostanza non cambia, il rituale è sempre lo stesso, le solite planimetrie, i soliti grafici e le solite proposte che però non riportano dati precisi sui tempi di realizzazione e sui costi.
Se qualcuno pensa, però, che i fatti della scorsa estate possano passare in sordina, si sbaglia di grosso.
L'aeroporto di Catania è un luogo dove si intrecciano interessi politici, economici e di potere. Saprà il Comune di Catania mettersi al disopra di questi interessi e provare a governarli per il bene della città? Se si comincia così, la risposta è sicuramente negativa.
Sul terminal Morandi, bisogna fare i conti con le fragili condizioni idrogeologiche della zona, rivedere tutto in funzione del redigendo PUG, chiedersi quali alternative e soluzioni possono essere studiate per integrare al meglio lo sviluppo del nuovo aeroporto con il porto e la futura rete ferroviaria.
Vorremo che si sfruttassero al massimo le potenzialità del nostro aeroporto senza dover attendere la realizzazione dei lavori del terminal B.
La credibilità, però, si conquista sul campo e con azioni concrete, non tramite posizioni acquisite solo per meriti politici. Lo sviluppo passa attraverso competenza e integrazione con le istanze della città. Crediamo che gli attuali vertici non siano all'altezza delle sfide che richiede lo scalo etneo, l'hanno dimostrato con la (pessima) gestione dell'emergenza post incendio, per la quale nessuno, quantomeno per questioni di opportunità e serietà, ha fatto un passo indietro."
Ed ecco gli interventi nel corso della seduta.
Comincia il consigliere Graziano Bonaccorsi:
Poi Gianina Ciancio:
Quindi il consigliere Damien Bonaccorsi:
E infine, per la gioia di tutto il popolo, le conclusioni affidate al noto top manager dal curriculum di cui sopra, l'AD della SAC dal 2016 Nico Torrisi, che per gestire la SAC per come è gestita percepisce un'indennità di denaro pubblico pari a 115 mila euro l'anno, arrivando così a quasi 1 milioncino di euro:
Abbiamo controllato col consueto rigore e possiamo confermarlo: È DAVVERO UNA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CATANIA, NON SIAMO SU “SCHERZI A PARTE”.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!