21.900 euro. Tanto è la spesa che la SAC ha affrontato nell’aprile del 2018 per acquistare i defibrillatori.
Quegli stessi defibrillatori di cui non si sa nulla, ma che se correttamente collocati e funzionanti avrebbe potuto salvare la vita alla povera viaggiatrice colta da arresto cardiaco e deceduta in Aeroporto lo scorso 24 agosto.
Dalla tabella che siamo finalmente riusciti a ricavare in Amministrazione Trasparente non ci è dato sapere quanti defibrillatori siano stati acquistati tramite l’affidamento in oggetto. Ma ci riserviamo di appurarlo con regolare accesso agli atti.
Certo è che con i 21.900 euro dati alla Aiesi Hospital Service, secondo l’attuale prezzo di mercato che abbiamo potuto facilmente reperire sullo shop Amazon della stessa Aiesi, ce ne verrebbero 25 di defibrillatori.
Alla povera donna forse ne sarebbe bastato uno, invece nonostante i tentativi di rianimarla con un prolungato massaggio cardiaco, non è rimasto altro che constatarne il decesso avvertendo le autorità che non è dato sapere cosa stiano facendo.
Certo che se rispondesse al vero il mormorio scatenato subito dopo il fatto, e cioè che alcuni defibrillatori fossero in effetti presenti ma scaduti, scarichi ed inservibili e fatti sparire immediatamente prima che arrivassero le autorità, allora saremmo di fronte a clamorose e precise responsabilità.
Sì, perché nel il sesto aeroporto d’Italia per traffico passeggeri, nonché “eccellenza del Meridione” e secondo per importanza per i voli nazionali di defibrillatori in funzione quel giorno non se n'è trovato nessuno, benchè la loro presenza sia obbligatoria per legge.