Se siete dispiaciuti del fatto che Sanremo sia finito, non vi preoccupate: Schifani sa perfettamente come intrattenere un vasto pubblico.
Treni, ospedali, autostrade, Terme di Acireale… le sue uscite fanno parecchio share (rimanendo in tema), tanto che – deo gratias – al nostro presidente dedichiamo parecchio tempo.
Vediamo l'uscita del giorno:
Schifani ha suscitato polemiche qualche giorno fa con le sue dichiarazioni alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, esprimendo l’intenzione di riproporre (poiché in precedenza se ne parlava) la costruzione di una strada costiera che colleghi Scopello e San Vito Lo Capo.
Progetto che è stato abbandonato, e ci sarà un motivo, per 45 anni ma che Schifani, come un archeologo, resuscita.
Il presidente definisce assurdo il lungo tragitto attuale per raggiungere San Vito Lo Capo e sostiene che un collegamento diretto favorirebbe lo sviluppo economico e migliorerebbe l’accessibilità della zona turistica.
Tuttavia, ha precisato che il progetto è ancora in fase di studio e dipenderà dalla compatibilità ambientale. "Se ci sono i presupposti, la facciamo".
Ora, come nostro solito, noi vogliamo vederci chiaro.

Se capiamo bene, dal governo Segni, Tambroni e Fanfani (anni '60) c'è in Sicilia un immobilismo totale sotto il punto di vista autostradale, e il nostro presidente si sbraccia le maniche per 40 km e un'oretta di macchina?
Ma Schifani ha mai fatto la Catania-Palermo non in elicottero?
Ha mai preso l’autostrada (pagando) per andare a Messina?
E tra l'altro questa, pur essendo un'uscita singolare, è la meno grave delle altre considerazioni.
Infatti, le reazioni non si sono fatte attendere da politici, ambientalisti e cittadini che hanno subito condannato l’idea della superstrada in piena Riserva dello Zingaro.
Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, ha manifestato incredulità: “Come può Schifani disconoscere in maniera così plateale la storia, la bellezza e le leggi della nostra Regione? La marcia del 1980 contro questa strada portò alla nascita della Riserva dello Zingaro, simbolo delle aree protette siciliane. Non accetteremo passi indietro su questo patrimonio naturale inestimabile”.
Cristina Ciminnisi (5Stelle) ha criticato l’annuncio, definendolo "un’offesa alla storia, alla natura e al buon senso", oltre che alla nostra intelligenza. La deputata ha ricordato la mobilitazione popolare del 1980 che portò alla creazione della prima riserva naturale dell’isola, un evento storico che segnò l’inizio della tutela del patrimonio ambientale siciliano. “Parlare oggi di una strada che attraversi lo Zingaro è un tradimento dello spirito di quella marcia e del modello di sviluppo sostenibile che ne è derivato”.
Continua la deputata: “Immaginare questa strada è folle, ma annunciarlo alla BIT è un pugno nello stomaco per chi ha difeso lo Zingaro per oltre quarant’anni”.
La deputata ha avvertito che, se il governo regionale non farà marcia indietro, la mobilitazione popolare riprenderà con determinazione.
Adesso e qui, bisogna fermare anche solo l'idea di costruire una simile cosa, sia per un motivo ambientale che per uno morale, dato che questa uscita è veramente una gigantesca presa in giro a tutti i pendolari, studenti e lavoratori della nostra regione che, trasporti parlando, è uno scolapasta.
E con tutte le strade da sistemare, giusto la Riserva dello Zingaro deve distruggere questo improbabile Federico III?