Inutile scrivere di altro in questi giorni, quanto sta accadendo intorno alla gestione della SAC ed al disastro dell'aeroporto di Catania, annunciato in anni di denunce, è talmente enorme che non lascia spazio ad altro: la sensazione è che se non si risolve rapidamente questa incredibile vicenda, tutto il resto ne verrà sempre più irrimediabilmente coinvolto e devastato, compreso il piano politico-istituzionale, di cui diamo conto in altro articolo raccontando l'assurdo sbarellamento del presidente della regione Renato Schifani, che ha reagito in maniera sconsiderata ad un intervento del ministro Adolfo Urso che, in maniera del tutto ovvia ed opportuna, esprimeva le sue preoccupazioni sulla follia in corso. Ma leggetelo a parte.
Intanto, sabato 22 luglio, quando erano già passati sette giorni dall'incredibile incendio che ha bloccato l'intera Sicilia, siamo andati sul posto con il dr. Ventimiglia, segretario generale della CUB Trasporti di Catania e, soprattutto, per professione grande conoscitore dei meccanismi aeroportuali e che già nell'intervista di un paio di giorni prima aveva avvertito come quanto sta accadendo è diretta conseguenza del fatto che per troppo tempo si è inteso gestire l'aeroporto come fosse un normale “sottogoverno”,
Abbiamo quindi verificato sul posto, de visu, il clima di confusione che regna presso quel che resta dello scalo catanese e di come non vi sia alcuna idea in ordine ai tempi e modalità di soluzione.
Anzi si assiste alla continua ridda di annunci che vengono poi subito smentiti, a partire da quello più insulso della promessa di utilizzo di Sigonella, che si è rivelata subito una bufala ed il segretario spiega anche il perché: Sigonella è uno scalo militare non attrezzato, ovviamente, alla gestione di passeggeri!
Anche su Comiso denuncia lo stato di caos, un piccolo scalo non adeguato per sopportare un flusso così estemporaneo, con l'aggravante inconcepibile che i suoi server informatici risultano inservibili in quanto collegati, inspiegabilmente ed in violazione di qualsiasi regola di prudenza, a quelli del Fontanarossa: e qua c'è da spiegare come sia stato possibile l'incendio dei cavi della rete informatica, che evidentemente è stata realizzata senza alcuna protezione antincendio.
Per inciso, proprio a Comiso spuntano sui cartelli elettronici indicazioni sui voli che descrivono bene il livello della gestione: “ATTENDERE”!
Tanti, troppi i segnali che molto, troppo non è andato nella gestione dello scalo catanese, basti ricordare che non più tardi di qualche settimana addietro, nel corso di una ispezione ENAC erano stati fatti passare dai varchi sicurezza ben quattro ordigni esplosivi: ma questo evidentemente non era bastato ad allarmare le autorità competenti ed intervenire adeguatamente.
Il segretario CUB ricorda come la gestione di un aeroporto, che è demaniale, sia in realtà una concessione da parte dello Stato, e che a regolarne le modalità, compresa vigilanza, è l'ENAC, che dipende dal Ministero dei Trasporti.
L'articolo 15 del regolamento recita: “Per preminenti, sopraggiunte ragioni di pubblico interesse ENAC propone motivatamente la revoca della concessione e contestualmente propone la nomina di un commissario per la gestione operativa dell'aeroporto.”
Più pubblico interesse di quanto sta accadendo cosa potrebbe esserci?
Cosa aspettano ad intervenire e mandare un commissario che abbia davvero i requisiti per gestire un aeroporto da dieci milioni di passeggeri e ne sia possibilmente anche capace?
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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!