Si sono presentati con dei cartelli che non si sa bene se più patetici o grotteschi, come due beoti qualsiasi contenti di aver scoperto l'acqua calda.
E invece sono nientemeno che l'anziano presidente della regione siciliana, Renato Schifani, e il suo assessore alle infrastrutture e mobilità, due termini che in Sicilia sono già una bestemmia, e pensare che ci sia persino un “assessore” con queste deleghe farebbe ridere se non portasse alla disperazione dover prendere atto dello stato di fatto delle “infrastrutture” e della “mobilità”.
Comunque l'assessore in questione si chiama Alessandro Aricò ed è un Fratello d'Italia.
Ora è accaduto che dopo mesi di denunce infruttuose contro rapaci compagnie aeree, avrebbero trovato la “soluzione”, almeno così dicono con quei cartelli trionfali, che addirittura inneggiano ad un fantomatico “Stop caro voli”.
All'entusiasmo esagerato dei due esponenti governativi espresso con comunicati e lanci di videointerviste autoprodotte, fanno subito da contraltare le reazioni delle varie associazioni di consumatori.
Il Codacons, ad esempio, “boccia lo sconto del 50% per i residenti varato sui biglietti aerei dalla Regione Siciliana. Si tratta di una misura che non risolve affatto il problema del caro-voli, ma anzi rischia di spingere le compagnie aeree a lucrare ancora di più aumentando le tariffe sfruttando proprio lo sconto concesso ai viaggiatori siciliani - spiega il Codacons - Inoltre per la misura vengono usati fondi pubblici. Questo significa che saranno sempre i cittadini a pagare le tariffe stellari dei biglietti aerei, solo in modo diverso: non più attraverso l'acquisto del titolo di viaggio, ma mediante i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione.”
E sulla stessa lunghezza d'onda anche Mec e i Comitati Vussia che si dicono sconcertati dal provvedimento regionale, considerando un “errore di stampo sovietico” l'iniziativa del governo Schifani e persino capace di aggravare il problema: “Secondo lo schema presentato dal governo regionale sarà offerto un contributo che si incrementa man mano che i prezzi dei biglietti aerei crescono. La traduzione di questa misura è che si premiano gli operatori che costano di più. In sostanza, è una misura inflattiva dei prezzi aerei.”
Mec e Vussia chiedono l’intervento del governo nazionale. “L’impostazione del governo regionale è chiaramente uno spreco. Anche il governo nazionale si è reso conto che il contributo per sterilizzare l’Iva dei pannolini ha prodotto l’incorporazione del provvedimento governativo nel prezzo di vendita dei prodotti. Il governo regionale siciliano non impara dall’esperienza e, dopo aver fallito la strategia di calmieramento dei prezzi, dopo avere beatificato senza motivo nuove compagnie aeree straniere e italiane, ora pianifica lo spreco di soldi pubblici per ottenere nuovi contributi per gli operatori aerei."
Si riferiscono probabilmente all'altra vagonata di soldi pubblici concessi ad alcune compagnie aeree sotto forma di misteriosi “contributi di marketing” come nel caso più recente di quello assegnato direttamente dalla SAC di Catania al giovanissimo vettore Aeroitalia nientemeno che di 3,2 milioni di euro.
E conclude con l'accenno al fatto che questi “sconti” saranno ovviamente finanziati da denaro pubblico, quindi sempre a carico dei cittadini, compresi quelli che non volano: "Il dramma è - scrivono nel comunicato - che i siciliani pagheranno ancora di più il trasporto aereo, prima con i biglietti, poi con il contributo regionale, vale a dire con nuovo debito e tasse. Paghiamo come sempre due o tre volte lo stesso servizio.”
Da considerare anche l'effetto concreto di questa misura, che avrà durata dal 1 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, tredici mesi per i quali è prevista una dotazione finanziaria pari a circa 27,5 milioni, di cui 15 stanziati dalla Regione e la restante parte a carico del bilancio dello Stato, quindi appunto soldi pubblici, nessun regalo a nessuno.
Effetti in ogni caso lontanissimi da quanto previsto, ad esempio, per i collegamenti con la Sardegna, dove le tariffe sono fisse e stabilite in anticipo ogni anno! Ma noi siamo isola governata da ascari, si sa.
Nel dettaglio, come si legge nel decreto a firma del Fratello d'Italia Aricò n. 3158 del 10 novembre, "per usufruire della riduzione, il prezzo del biglietto dovrà essere superiore a 62,50 euro.
Qualora, invece, il costo sia compreso tra 50,01 e 62,50 euro, lo sconto sarà calcolato in modo da portarlo a 50 euro.
La riduzione del costo totale del biglietto potrà arrivare fino a un massimo di 75 euro per singola tratta.
Fino a 50 euro, invece, non sarà applicato alcun ribasso.
Per le categorie prioritarie, l'ulteriore scontro del 25 per cento sarà applicato sui biglietti di costo superiore a 50 euro."
È così che intendono risolvere i problemi di mobilità dei siciliani?
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!