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La querela di Nico Torrisi, top manager della SAC, contro Sudpress: PROSCIOLTI, ERA TUTTO VERO QUELLO SCRITTO.

24-01-2022 07:00

redazione

Cronaca, SAC&CamCom, Focus,

La querela di Nico Torrisi, top manager della SAC, contro Sudpress: PROSCIOLTI, ERA TUTTO VERO QUELLO SCRITTO. E ANCHE DI PIÚ

La cosa molto interessante è che a processo finiamo noi...

La cosa interessante è che a processo finisce chi le cose le racconta per come sono:

VERE PER QUANTO INCREDIBILI...

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Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il Giudice Marina Rizza ha deciso il "non luogo a procedere nei confronti del direttore editoriale di SudPress Pierluigi Di Rosa perchè i fatti imputatigli non costituiscono reato."

 

Ancora una volta si deve ringraziare per l'impegno profuso a difesa del nostro dovere di informare l'avvocato Emanuela Fragalà, indiscutibilmente tra i migliori penalisti del foro di Catania, professionista perbene dotata di una lucidità processuale e di una conoscenza tecnica fuori dal comune e che, anche per questo la ringraziamo di cuore e la stimiamo immensamente, dedica ai nostri processi per reati minori quali la diffamazione la stessa attenzione che presta a quelli ben più importanti e complicati cui è chiamata: GRAZIE DAVVERO AVVOCATO FRAGALÁ!

 

A chiedere il processo per l'articolo “SAC — Aeroporto Catania: Perché il dirigente Antonio Palumbo temeva di essere arrestato per colpa di Nico?” sono stati i sostituti procuratori Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti a seguito di una denuncia presentata dal top manager Nico Torrisi in quanto amministratore delegato della SAC, la società pubbica che gestisce l'aeroporto di Catania.

 

Nico Torrisi venne nominato amministratore delegato della SAC nel 2016, quando era esponente di quello che era un gruppo politico denominato Sicilia Futura, capitanato dal deputato antimafia Nicola D'Agostino che ora, dopo un passaggio in Italia Viva di Matteo renzi, pare stia approdando a Forza Italia sotto l'egida del presidente dell'ARS Gianfranco Miccichè che evidentemente deve essere seriamente in difficoltà. 

 

Torrisi, che appartiene alla famiglia proprietaria della Baia Verde, è presidente della Federalberghi Sicilia, ma anche vice presidente della ConfCommercio Catania il cui presidente è quel massone in sonno di Pietro Agen appena commissariato quale presidente della Camera di Commercio del Sud Est, che adesso non esiste più ma quando esisteva controllava, in quanto socio di maggioranza, proprio la SAC di cui Torrisi è l'amministratore delegato che denuncia Sudpress perché pubblica, come da sentenza, notizie vere che riguardano lui e la sua gestione.

 

Torrisi è anche vice presidente della Compagnia delle Opere insieme a Cristina Scuderi, altra vice presidente che a sua volta è "executive manager" della ditta Bonuè da cui la SAC e la sua controllata SAC Service hanno appena comprato, con affidamento diretto, 43 mila euro di ceste natalizie.

 

Tanto per chiarire il contesto, che è sempre opportuno.

 

Torniamo alla notizia che più ci riguarda, il nostro proscioglimento, anche se quello che dovrebbe riguardare tutti, e non solo i semplici lettori, dovrebbe essere tutto quello che abbiamo pubblicato in questi anni: invece a processo finiamo noi!

Vediamo cosa è successo.

 

Nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dai Sosituti Procuratori Regolo e Tasciotti si legge che chiedono il processo in quanto "IMPUTATO del reato di cui all’art. 595, co. 3 c.p., perché, quale redattore dell’articolo “Perché il dirigente Antonio Palombo temeva di essere arrestato per colpa di Nico?” pubblicato in data 15.10.2020 sulla testata giornalistica telematica SUDPRESS, offendeva la reputazione di Tortisi Domenico, Amministratore Delegato della S.A.C., veicolando il messaggio che nella gestione della S.A.C. venissero commessi illeciti penali riconducibili, tra gli altri, al Torrisi."

 

E così finiamo innanzi al Giudice, con la "parte offesa" Torrisi che si costituisce difesa dal "consulente per i rapporti con la Procura della SAC" avvocato Luca Blasi, e a questo aspetto dedicheremo spazio a parte perché lo merita tutto e sarà, anche questo, di sicura pubblica rilevanza raccontare di certe inspiegabili fulminee carriere di chi prima era a reddito e incarichi praticamente a zero ed ora pagati profumatamente con soldi pubblici, all'ombra di fortunosi incarichi pubblici finiti inspiegabilmente a "famigli" brindanti ancora più fortunati di loro. Cose che solo a Catania, Ad Maiora.

 

Torniamo al processo.

 

La sentenza del Giudice Marina Rizza, dicevamo, è stata depositata lo scorso 29 dicembre e si legge:  .

Motivi della decisione:

Di Rosa Pierluigi è stato citato a comparire innanzi a questo Giudice per rispondere del reato previsto dall’art. 595 comma 3 c.p., descritto in epigrafe.
All’odierna udienza il Giudice invitava le parti a formulare ed illustrare le rispettive conclusioni, compendiate nell’allegato verbale, ritirandosi all’esito in Camera di Consiglio per la decisione.


-Il presente procedimento ha preso le mosse dall’atto di denunzia querela proposto da Torrisi Domenico detto “Nico”, amministratore delegato e rappresentante della “S.A.C. Società Aeroporto Catania S.p.A.”, il quale ha in esso lamentato il contenuto diffamatorio di un articolo pubblicato in data 15.10.2012, con il titolo “SAC — Aeroporto Catania: Perché il dirigente Antonio Palumbo temeva di essere arrestato per colpa di Nico?”, sul quotidiano online “SudPress” a firma del direttore editoriale Pierluigi Di Rosa, odierno imputato, avendo il Di Rosa a suo dire riportato una notizia “artatamente incompleta e fuorviante” nella parte in
cui avrebbe “estrapolato, da un fascicolo archiviato a carico del Torrisi. una singola intercettazione del dott. Palumbo, decontestualizzandola dal resto della CNR e dalla richiesta di archiviazione, facendo apparire il sottoscritto alla stregua di un delinquente” ed aggiungendo come “/e espressioni utilizzate dal Di Rosa, con tanto di ricorrente riferimento ad illeciti ed arresti (sebbene si trattasse di indagine archiviata) siano atte ad offendere la reputazione del sottoscritto e della SAC S.p.A. fornendo degli stessi un'immagine delinquenziale”.

 

Effettivamente nell’articolo citato veniva testualmente riportato un ampio stralcio della C.n.r. prot. n. 207438 del 17.4.2020, già prodotta nell’ambito di altro procedimento penale instaurato nei confronti del Torrisi, conclusosi con decreto di archiviazione: tale nota, acquisita in atti, riporta la conversazione intercettata fra il summenzionato ing. Palumbo Antonio e la madre in data 19.6.2019 che ha costituito argomento dell’articolo asseritamente diffamatorio, preceduta da un commento del redattore, il Comandante della Sezione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania Cap. Borbone, il quale testualmente affermava: “in data 19 giugno 2019, l'ing. Palumbo Antonio Concetto chiama la propria madre Sardo Vincenza. La conversazione, all’inizio, verte su fatti personali del Palumbo. Tuttavia, nel corso della stessa, il Palumbo ... riferisce alla madre, non nascondendo tutta la propria preoccupazione, che sente la necessità di cambiare incarico presso la SAC, perché non vuole farsi arrestare a causa di Nico, ovvero Domenico Torrisi, amministratore delegato della SAC: “(...) li ho mandati tutti a cagare (...) Io li ho mandati tutti a cagare tra poco quindi non è che... (...) Allora già, già glielo avevo detto a Nico, deve trovare un altro che fa quello che faccio io, quindi lo stanno cercando, io non lo voglio fare più perché io non mi posso fare... (...) Perché io non mi posso fare arrestare con loro... (...) Ti pare che io sugnu scemo? Ma cazzi loro quindi ...inc.le... (...) Che spacchio mi ni futti mamma?” (...) L'importante è che vado a casa e non m'’arrestano...fidati (...) ecco
perché “ca testa di minchia” di Nico è capace (...) L'importante a me è che a me non mi arrestano, possono dire quello che vogliono (...)”.

La conversazione in rassegna appare molto significativa, atteso che il Palumbo, in relazione al proprio incarico presso la SAC, alle dirette dipendenze del Torrisi, dice chiaramente alla madre di essere molto preoccupato e
addirittura teme di poter essere arrestato a causa delle direttive che il Torrisi (e altri che non cita) gli imporrebbero”.

 

Orbene, ripercorrendo quindi il testo dell’articolo redatto e pubblicato dall’imputato dopo la citazione della C.n.r. appena riportata, i passaggi asseritamente diffamatori sarebbero i seguenti:


1) si afferma che il Torrisi “ha conseguito a 30 anni una laurea quadriennale in economia dopo aver frequentato per circa 12 anni l’Università di Catania” e che “gestisce dal 2016, per una indennità annua di 115 mila euro, l’aeroporto di Catania che, ne stiamo leggendo l’ultimo bilancio, pare sia in termini di performance tra i peggiori d’Italia”: in assenza di dati di segno contrario prospettati dal denunziante, non vi è ragione di ritenere che quanto precede non risponda a verità;


2) si dà atto, in termini completi e corretti, dell'avvenuta archiviazione del procedimento incardinato nei confronti del Torrisi e delle motivazioni sottese al provvedimento, e si dà al contempo contezza dell’utilizzo a fini giornalistici degli atti di indagine posti a fondamento del detto procedimento: anche tale informazione appare veritiera;


3) si procede quindi con il riportare testualmente, in termini assolutamente fedeli, il passaggio della C.n.r. di cui sopra, senza alcuna chiosa aggiuntiva;


4) si aggiunge ancora una ulteriore informazione riguardante la vicenda in esame, ovvero l’avvenuta pubblicazione da parte della SAC, in data 31 luglio 2019, di un bando per la ricerca di un nuovo accountable manager, ruolo questo sino a quel momento rivestito dal Palumbo;


5) si conclude infine con un interrogativo retorico, chiedendosi il giornalista “perché l'allora accountable manager e attuale dirigente della SAC Antonio Palumbo temeva <<addirittura>>, come scrive la GdF, di essere arrestato a causa delle direttive del Torrisi?”. interrogativo che. come di qui a breve si chiarirà, appare legittimo porsi da parte di tutti gli utenti del servizio offerto dalla società aeroportuale.

 

Se dunque pienamente rispettato, nel caso di specie, appare il cd. principio della verità, avendo il Di Rosa rappresentato, nell’articolo da lui redatto, fatti veri, sono stati parimenti osservati anche il limite della continenza, avendo il giornalista esposto tali fatti in modo sostanzialmente corretto e non gratuitamente offensivo (essendosi egli limitando essenzialmente a riportare e commentare il contenuto della più volte richiamata C.n.r della Guardia di Finanza), ed il limite della pertinenza, essendo certamente di pubblico interesse acquisire informazioni sulle modalità di selezione (dunque sul curriculum vitae) e sulla onestà e correttezza dell’operato degli amministratori della res publica.

 

Sotto quest’ultimo profilo, la circostanza, di cui peraltro veniva dato nell’articolo puntualmente atto, dell’avvenuta archiviazione della posizione del Torrisi in seno al procedimento penale in cui la detta nota era confluita, non elide in alcun modo l’interesse dei cittadini ad apprendere episodi di mala gestio nell’esercizio del pubblico servizio da parte di coloro ai quali questo sia demandato, e ciò a prescindere dall’avvenuta integrazione della prova in ordine alla sussistenza di un reato:
nel caso di specie, dunque, riveste certamente rilievo pubblico la notizia del timore di uno dei più stretti collaboratori del Torrisi di subire vicissitudini giudiziarie (addirittura di essere arrestato) in occasione ed a causa delle mansioni lavorative da lui svolte sotto la direzione di quest’ultimo.


Ricorre pertanto pienamente, nella vicenda in esame, la causa di giustificazione prevista dall’art. 51 c.p., avendo l’imputato esercitato il diritto di cronaca proprio dell’attività professionale svolta; non resta allora che dichiarare non luogo a procedere nei confronti di Di Rosa Pierluigi in ordine all’imputazione ascrittagli perché il fatto non costituisce reato."

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Ha detto tutto la Giudice Rizza, non c'è niente da aggiungere.























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