Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…
A questo punto c'è da dire senza giri di parole che la responsabilità maggiore non è più di chi occupa posti in maniera inadeguata , tanto per usare due eufemismi, quanto di chi gli consente di continuare a fare quello che fanno e, ancor di più, quello che non fanno, per giunta consentendo passerelle imbarazzanti senza che qualcuno di chi decide di partecipare abbia la decenza di alzarsi per dire: “Ma basta!”
L'ultima, dopo quella innanzi ad un quasi totalmente inebetito consiglio comunale di Catania di cui abbiamo già scritto, è accaduta nella sede di viale Vittorio Veneto della Confindustria catanese.
Lunedì 21 ottobre infatti un appuntamento d'eccezione: l'invito all'amministratore delegato della SAC Nico Torrisi, il noto top manager catanese che dal 2016 gestisce ininterrottamente lo scalo etneo, nominato non si sa bene in base a quali competenze specifiche in campo aeroportuale ma comunque in possesso di una laurea quadriennale conseguita dopo una frequenza universitaria di circa 12 anni.
L'amministratore delegato era accompagnato dall'accountable manager dela SAC Giancarlo Guarrera la cui intervista riportiamo in calce perché è rappresentazione plastica, oltre che letteraria, di quello che andiamo sostenendo da anni.
L'incontro è consistito in una sorta di monologo del management SAC che ha illustrato, con l'aiuto delle stesse immancabili slide che aveva propinato al senato cittadino, un lorodicente master plan, cioè una sequela di disegnini, senza cifre né tempi di realizzazione, che proprio non si capisce come abbiano potuto contenere la reazione di imprenditori che, se dovessero farli così i master plan delle loro aziende sarebbero falliti prima di partire.
Ma al di là di queste valutazioni, alcune considerazioni.
Immediatamente dopo la conclusione dell'indefinibile spettacolo è partito il tam tam mediatico delle solite testate, molte delle quali si trovano facilmente tra quelle beneficiarie di affidamenti diretti della stessa SAC e che hanno concesso titoli entusiasti che possono essere riassunti così: AEROPORTO DI CATANIA, SAC INVESTE 600 MILIONI.
Questo hanno infatti dichiarato bellamente e fatto credere i signori manager, mistificando una realtà che è tutt'altra.
La prima.
In realtà di questi fantomatici 600 milioni ben 400 si riferiscono al progetto di interramento della rete ferroviaria che è della società RFI e non certo di SAC.
Peraltro, anche di questo progetto di RFI e non di SAC si parla almeno dal 2022 e non se ne sa niente:
Non si capisce perché se lo attribuiscano i signori manager della SAC e ancor di più non si capisce come non ci sia nessuno che si alzi e gli dica: “Ma finitela! Per chi ci avete preso?”, evidentemente per quello che sono quelli che si bevono tutte ste storie, dal 2016.
Per quanto riguarda i restanti 200 milioni, sostengono che si utilizzerebbero fondi propri e anche in questo caso sorge qualche dubbio considerato che l'ultimo bilancio lo hanno chiuso con appena 3 milioni di utili (Napoli ne fa oltre 38 milioni) e quindi non si capisce dove dovrebbero prenderli: ma su questo torneremo.
In verità la storia di questo grottesco master plan, senza cifre e senza un cronoprogramma attendibile, dura almeno dal 2015, sta per compiere un decennio ed è semplicemente surreale:
Chiaro?
Il 23 maggio 2015 la SAC pubblica sulla Gazzetta Ufficiale l'aggiudicazione della gara per la redazione del master plan per un importo di 535 mila euro.
Nel 2016, come abbiamo visto, viene nominato il top manager Nico Torrisi quale amministratore delegato con tutte le deleghe operative e che da quel momento concederà appalti e consulenze in affidamento diretto per centinaia di milioni di euro: ma l'ENAC nel suo ultimo rapporto ha calcolato che SAC ha eseguito appena il 6% dei lavori previsti dagli obblighi concessori e non è chiaro perché non abbia provveduto quantomeno a proporne il commissariamento come prevedono le norme.
Sono passati quasi 10 anni da quella aggiudicazione e ancora girano periodicamente con gli stessi disegnini più o meno aggiornati, e la cosa grottesca che ad invitarli quelli che di master e business plan un minimo dovrebbero capirne…
A chiarire il contesto, intervistato in occasione proprio dell'ultimo show, è illuminante il contributo reso da uno dei massimi esponenti della governance capitananta dall'AD Torrisi, l'accountable manager Giancarlo Guarrera in una performance che ci ricorda un misto tra una gag di Zelig ed una supercazzola del mitico conte Mascetti di Amici Miei:
Noi siamo tardi, è noto, quindi invochiamo l'aiuto del pubblico, chiunque riesca a capire cosa ha detto il signor manager della SAC ci mandi una mail, un messaggio con qualsiasi mezzo: lo pubblicheremmo immediatamente.
Per facilitare il compito riportiamo la trascrizione integrale di questo fantasmagorico intervento senza avvalerci di alcuna intelligenza artificiale che potrebbe confondersi:
"Il progetto è composto da più progetti complessi che vogliono una sequenzialità sia di progettualità che di realizzazione assolutamente studiata e dinamica perché ovviamente si tratta di realizzare cantieri anche abbastanza impegnativi all’interno di uno scalo con un’alta densità di traffico.
Quindi noi dobbiamo garantire il migliore equilibrio tra i lavori in corso come si suol dire e il traffico e i livelli di sicurezza e di servizi che dobbiamo sempre garantire all’utenza e a tutti gli operatori.
È un progetto che nella sua composizione è a lungo andare, quindi gli aeroporti si rinnovano costantemente sia con i piccoli che i medi e grandi interventi ovviamente di breve, di medio e di lungo termine.
L’aeroporto di Catania in questo momento è dotato di un piano di sviluppo.
Nel prossimo quinquennio prevede oltre 600 milioni di euro di investimenti.
Tutto questo ovviamente passa dalle approvazioni dei progetti e dalle logiche, come detto, di sostenibilità dei cantieri, quindi i macro progetti sono ovviamente gli ampliamenti del terminal A, piuttosto che la demolizione del nuovo terminal B, tutti gli interventi di ampliamento delle infrastrutture di volo, ovvero di ampliamento dei parcheggi, una riconfigurazione della viabilità, un cantiere coordinato con FCE per garantire la migliore integrazione tra i lavori di realizzazione della stazione aeroporto, della metropolitana e la nostra riconfigurazione della viabilità all’inside di prossimità e tutta un’altra serie di interventi ovviamente collaterali e funzionali a questi macro interventi.
Quindi poi gli interventi di miglioramento idraulico, piuttosto che sostenibilità ambientale, escludendo quelle che poi sono le costanti attività di manutenzione ordinarie e straordinarie che siamo chiamati ovviamente a garantire senza soluzione di continuità per i servizi operativi di scala.
E questo in quanto tempo?
La revisione del masterplan andava al 2030, ricordo che il masterplan fu composto nel 2016, ancora non ha conseguito l’ultimo step autorizzativo, ma la SAC nel frattempo ha avviato tutta una serie di progettualità a sbalzo, fino ad arrivare ai livelli progettuali consentiti dalla norma in pendenza di approvazione finale, conclusione dell’iter di approvazione di un piano programmatico quale un masterplan e quindi noi già stiamo lavorando, mentre completiamo le progettualità dei macro interventi del piano di sviluppo al 2030, stiamo lavorando per l’aggiornamento dello stesso piano di sviluppo e tutti quegli interventi che in questi anni, hanno manifestato la loro esigenza, opportunità di progettualità e quindi è un combinato tra tutto quello che è programmato per come è stato riaggiornato nel corso dell’iter di approvazione.
La situazione del piano di sviluppo e tutto quello che non fa parte di quel piano di sviluppo ma ha manifestato la sua esigenza e quindi la necessità di essere integrato con le opere di prima fase.
Ma ce la faremo per questa scadenza?
Ho detto poco fa un suo collega che gli aeroporti si rinnovano senza soluzione di continuità, quindi le scadenze sono figlie del singolo investimento che noi siamo chiamati a valutare nella piena integrazione con il resto dei piani di sviluppo di periodo, ma si somma a tutti quegli interventi che poi garantiscono un cantiere a cielo aperto, perché cambia la domanda di traffico sia in termini quantitativi, sia in termini di profilo del passeggero, sia in termini di qualità del servizio, sia in termini normativi.
Quindi è un processo interattivo che non si ferma, non ha una scadenza, se non quella legata ai singoli interventi che maturano le loro esigenze in virtù di quelle che poi sono legate alle domande dell’infrastruttura insieme alla sua utenza ti pone in maniera più o meno impellente, ovvero programmatica.
Sappiamo quali sono gli interventi di primissima fase, su quelli alcuni cantieri sono avviati, alcuni sono proprio in questi giorni in fase di consegna, altri sono in fase di pubblicazione di bando.
Nelle more montano tutte le altre serie di investimenti."
Chiaro no? Hanno le idee chiarissime, si vede.
Nella sua comicità, questo intervento chiarisce in maniera inequivocabile quale sia il reale stato di un aeroporto che è arrivato a contare oltre 11 milioni di passeggeri rimanendo piombato alle stesse identiche strutture di quando ne riceveva 6, con tutte le conseguenze che questo comporta e che vengono regolarmente riportate nelle migliaia di recensioni negative e nelle pessime performance registrate dalle varie agenzie indipendenti di valutazione che collocano lo scalo etneo tra i peggiori d'Europa per soddisfazione degli utenti.
Inutile dire che al termine della presentazione di questo “master plan” che gira dal 2015 alla fine hanno anche applaudito.
E questo fa riflettere ancora di più delle tante baggianate propalate ed alle quali siamo abituati ed anche vaccinati.
Tranquilli, il 2030 sta arrivando…
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!