Leggeteli gli articoli in calce perché è una storia incredibile
e riguarda tutti voi perché l'aeroporto è vostro
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Cristina Busi, presidente di Confindustria Catania, smaschera lo stallo imposto dalla politica regionale: servono competenza e chiarezza per il futuro della SAC e della Camera di Commercio.
Confindustria rompe gli indugi: il Sud Est non sarà più spettatore
Un grido forte, autorevole e indignato si è levato da Catania.
Confindustria Catania, per voce della sua presidente Maria Cristina Busi, ha deciso di dire basta all’immobilismo, allo stallo pilotato e ai commissariamenti senza fine.
Un atto d’accusa potente contro la gestione della Regione Siciliana guidata da Renato Schifani, responsabile, secondo l’organizzazione degli industriali etnei, di aver congelato lo sviluppo di un intero territorio, mantenendo da oltre due anni commissariata la Camera di Commercio del Sud Est, organismo da cui dipende direttamente la governance della SAC, la società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso.
Con l'aggravante di aver consegnato direttamente e consapevolmente i due aeroporti di Catania ad una componente politica nota per la spregiudicatezza nel cambio di casacche e che gestisce la SAC ormai da un lunghissimo decennio con i risultati che descriviamo in calce.
Una Camera di Commercio sequestrata dalla peggiore politicanza
“Stallo intollerabile, le imprese chiedono risposte” è il titolo del comunicato che non lascia margini di interpretazione.
A oltre 24 mesi dall’avvio del commissariamento, la Camera di Commercio continua a essere tenuta in ostaggio da logiche politiche, con mandati prorogati sine die, senza una visione di sviluppo né una reale legittimazione democratica.
Una condizione che sta minando alla radice la credibilità delle istituzioni, rendendo impossibile ogni seria programmazione economica.
Sac: aeroporto e sviluppo in balia di giochi di potere
Il momento è cruciale.
Si avvicina il rinnovo degli organi della SAC, società che controlla lo snodo aeroportuale più importante della Sicilia orientale.
Eppure, la struttura che ne detiene la maggioranza delle quote – la Camera di Commercio del Sud Est – è ancora commissariata, creando un cortocircuito istituzionale pericoloso e opaco.
La denuncia di Cristina Busi è lucida e puntuale:
“La nostra unica preoccupazione è che questa infrastruttura strategica sia amministrata in modo efficiente, trasparente e con una visione di crescita.”
Nessuna ambizione di potere, chiarisce Busi.
Ma un’esigenza inderogabile: che a gestire aeroporti e fondi pubblici siano figure di alta competenza e comprovata capacità manageriale.
Evidentemente da almeno un decennio non è stato così, basta considerare come sono ridotti i due aeroporti: quello di Catania in via di svendita e con strutture da anni pericolosamente inadeguate al numero di passeggeri; quello di Comiso prticamente distrutto.
Domande dirette, risposte che non arrivano
Nel suo appello, la presidente degli industriali catanesi interroga pubblicamente il presidente della Regione:
“Cosa impedisce ancora l’avvio del processo di rinnovo? Perché si sta ritardando la pubblicazione dell’avviso?”
Un’interrogazione che riflette il senso di frustrazione diffuso tra le imprese siciliane, costrette ad assistere a un teatrino amministrativo che ha bloccato fondi, iniziative e progettualità per il territorio.
Una visione d'impresa: competenza, non poltrone
Confindustria Catania lo dice senza ambiguità:
“Non abbiamo alcun interesse a ricoprire ruoli nella società di gestione dell’aeroporto.”
Una dichiarazione che spazza via ogni sospetto di ambizione settoriale, spostando il baricentro del ragionamento su un principio fondamentale di democrazia economica e trasparenza amministrativa.
Le imprese chiedono solo una cosa: che la gestione della cosa pubblica torni ad essere seria, chiara, professionale.
Una governance che rinnova sempre gli stessi consulenti, ha una mole di contenziosi mostruosa ed a costi incredibili, pratica come regola affidamenti diretti per centinaia di milioni e mantiene dirigenti inamovibili da decenni non può considerarsi adeguata al profilo minimo richiesto.
La Sicilia che vuole crescere non accetta più silenzi
L’intervento di Maria Cristina Busi è, nei fatti, una chiamata alla responsabilità collettiva.
“Le imprese siciliane chiedono rispetto e risposte concrete. È tempo di passare dalle parole ai fatti.”
Confindustria fa ciò che chi detiene il potere pubblico dovrebbe fare ogni giorno: esercitare trasparenza, dire la verità, fare scelte coraggiose.
Il governo Schifani è ora chiamato a rispondere.
Una denuncia senza precedenti, che suona come uno schiaffo all’immobilismo istituzionale
Confindustria Catania prende quindi una posizione netta e senza sconti contro lo scandaloso stallo amministrativo della Camera di Commercio del Sud Est, commissariata da oltre due anni per colpa di un governo regionale inerte e irresponsabile.
Un attacco frontale contro chi pretende ancora di tenere sotto sequestro la rappresentanza economica di un intero territorio, con gravi danni per il tessuto produttivo di Catania, Siracusa e Ragusa.
“Una situazione intollerabile”: la denuncia di Maria Cristina Busi
La presidente di Confindustria Catania, Maria Cristina Busi, ha usato parole durissime:
“È intollerabile che un ente strategico per lo sviluppo economico come la Camera di Commercio resti commissariato per oltre due anni per ragioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse generale.”
Nel comunicato si ribadisce quindi la denuncia contro l’immobilismo della Regione Siciliana, che – pur avendo ricevuto tutte le condizioni utili alla ricostituzione dell’organo camerale – continua a rimandare senza fornire spiegazioni né risposte ufficiali.
Una paralisi burocratica che ha conseguenze gravissime: nessuna pianificazione, nessun progetto, nessuna voce rappresentativa per le imprese locali, in una fase in cui, tra PNRR, transizione digitale ed energetica, e crisi geopolitiche, servirebbero invece strutture snelle e autorevoli.
Perché la Camera di Commercio del Sud Est è ancora commissariata?
La Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, che dovrebbe rappresentare oltre 120.000 imprese, è commissariata da oltre 24 mesi.
Le ragioni di questo commissariamento risiedono in una presunta “mancanza di rappresentatività” negli elenchi delle associazioni imprenditoriali, ma è evidente che si tratta di un alibi per coprire giochi di potere e interessi di parte.
Il risultato? Un ente strategico svuotato di funzione!
La governance SAC nel limbo: la denuncia si estende agli aeroporti
Confindustria Catania alza il livello dello scontro.
A preoccupare quindi non è solo lo stallo della Camera di Commercio, ma anche il futuro della SAC, società aeroportuale da tempo nell’occhio del ciclone per scelte gestionali discutibili.
“La nostra unica preoccupazione è che questa infrastruttura strategica sia amministrata in modo efficiente, trasparente e con una visione di crescita,” afferma Busi.
A breve, assemblea soci già convocata per il 17 giugno, è atteso il rinnovo dei vertici della SAC, ma senza una Camera di Commercio pienamente operativa, anche questo passaggio rischia di essere viziato da logiche partitiche e scarsa trasparenza.
Confindustria lo dice a chiare lettere: non vuole poltrone, ma vuole garanzie che chi gestirà il cuore della mobilità siciliana abbia reale competenza e visione industriale.
Confindustria Catania chiama tutti all’assunzione di responsabilità
Quella di Confindustria non è solo una protesta, ma un vero e proprio appello civico.
L’uscita della presidente di Confindustria Catania segna una svolta politica: è il primo attacco così diretto da parte di un’organizzazione imprenditoriale che, storicamente, ha sempre cercato il dialogo con le istituzioni: evidentemente la misura è colma ed i limiti superati.
Una scelta di rottura, maturata probabilmente dopo mesi – se non anni – di interlocuzioni sterili e promesse mai mantenute.
Il silenzio assordante del governo regionale
Nel frattempo, da Palermo nessuna risposta ufficiale.
Addirittura girano rumors che accreditano l'esistenza di un accordo per il rinnovo del CDA con 3 consiglieri a Fratelli d'Italia, la riconferma del top manager come AD in quota Forza Italia ed un consigliere all'MPA di Lombardo: insomma, come fosse l'ultima delle ASP!
La giunta Schifani, come già accaduto su altri fronti strategici per la Sicilia orientale (infrastrutture, sanità, aeroporti), continua a non decidere, a rinviare, a tacere, bloccando ogni dinamismo territoriale.
Una strategia del logoramento che oggi viene finalmente smontata pubblicamente, mettendo a nudo le responsabilità dirette della politica regionale.
Un danno economico e istituzionale per tutto il Sud Est
Confindustria evidenzia che tenere bloccata la Camera di Commercio equivale a depotenziare una piattaforma strategica per la promozione delle imprese, il sostegno all’export, la formazione, l’innovazione e l’accesso a fondi europei.
Un danno non solo per il mondo produttivo, ma anche per la credibilità istituzionale di un’intera area che, già provata da difficoltà croniche, vede vanificati i propri strumenti di rilancio.
E con la SAC in attesa di nuove nomine, il rischio di una nuova stagione di opacità e inefficienza è altissimo.
È l’ora della mobilitazione civile
La denuncia di Maria Cristina Busi potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase: quella della mobilitazione degli attori economici, sociali e civili del Sud Est che proprio non si capisce come possano accettare supinamente uno stato di cose che sta mortificando l’intero territorio, mettendo a serio rischio persino i loro interessi aziendali.
Confindustria ha rotto il muro del silenzio, corretto darne atto..
Ora tocca a tutte le forze produttive, sindacali, accademiche e civiche unirsi a questo appello e pretendere risposte chiare, tempi certi e soprattutto decisioni concrete.
Il comunicato integrale diffuso da Confindustria Catania
CAMERA DI COMMERCIO DEL SUD EST, CRISTINA BUSI (CONFINDUSTRIA CATANIA): "STALLO INTOLLERABILE, COMMISSARIAMENTI SENZA FINE, LE IMPRESE CHIEDONO RISPOSTE"
"A oltre due anni dall’inizio del commissariamento della Camera di Commercio del Sud Est, ci troviamo ancora in una situazione di stallo insostenibile.
Questo immobilismo non è più tollerabile: rappresenta un grave danno per le imprese e per il nostro territorio, che meritano istituzioni efficienti e pienamente operative.
Nonostante la buona volontà e le rassicurazioni del Governatore Renato Schifani, che già da tempo ha indicato il 31 agosto come termine per concludere le procedure di rinnovo, l’impegno sembra destinato a essere disatteso.
Ci chiediamo: cosa impedisce ancora l'avvio del processo di rinnovo?
Perché si sta ritardando la pubblicazione dell'avviso?
Queste sono domande che meritano risposte immediate e trasparenti.
La Sicilia non può continuare a essere una terra di commissariamenti infiniti, con commissari dotati di ultra poteri e mandati senza fine.
Questa cronica situazione di straordinarietà ha ripercussioni dirette sulla gestione della Sac, la società che amministra l’aeroporto di Catania, infrastruttura cruciale per la mobilità e il turismo dell’Isola.
La governance della Sac attende un rinnovo, mentre la Camera di Commercio, che ne detiene la maggioranza delle quote, è ancora commissariata.
Questo perpetua un clima di sfiducia e insofferenza verso uno schema che si ripete, frenando lo sviluppo di un territorio che vuole liberare il proprio potenziale.
Confindustria Catania vuole essere chiara e inequivocabile: non abbiamo alcun interesse a ricoprire ruoli nella società di gestione dell’aeroporto.
La nostra unica preoccupazione è che questa infrastruttura strategica sia amministrata in modo efficiente, trasparente e con una visione di crescita.
Le imprese siciliane non chiedono posti di comando, ma pretendono un’amministrazione seria, guidata da figure capaci e competenti, in grado di valorizzare al meglio un asset fondamentale per il nostro territorio.
Rinnoviamo quindi l’appello al presidente Schifani, che ha dimostrato attenzione verso le ragioni delle categorie produttive: eserciti tutta la sua influenza per sbloccare questa impasse e per accelerare il rinnovo degli organi camerali.
Le imprese siciliane chiedono rispetto e risposte concrete.
È tempo di passare dalle parole ai fatti. L’immobilismo sta penalizzando il futuro della nostra regione.
È il momento di dimostrare con azioni tangibili la volontà di cambiare rotta".
Dichiarazione di Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Confindustria Catania
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E noi ridiamo!


