Da una parte abbiamo un aeroporto che è stracolmo, talmente pieno da non avere parcheggio non solo per i viaggiatori ma per gli stessi dipendenti, dall'altra parte, a Comiso, abbiamo: parcheggi vuoti, voli rari, poche compagnie che operano e servizi in letargo. Letargo che sicuramente (e speriamo per i dipendenti) finirà a giungo e ricomincerà ad agosto. Ma un aeroporto da 35 milioni di euro e che fino all'anno scorso ha percepito 3 milioni di euro per "potenziamento" può essere al quartultimo posto in Italia per numero di passeggeri? Il massimo comune divisore tra i due aeroporti naturalmente è la governance della SAC che non riesce a gestire la portata (cozzante) di entrambe le strutture.
Persino il piccolo aeroporto di Pantelleria batte Comiso.
Chi solleva il dibattito è il sindaco di Acate, Gianfranco Fidona che sabato pomeriggio ha realizzato una diretta Facebook all’interno dello scalo comisano. Nel video, diventato virale in poche ore, si vede il primo cittadino aggirarsi per l’aeroporto completamente vuoto, accompagnato da un assessore: il bar è chiuso, i tabelloni elettronici spenti, nessun volo in partenza o in arrivo, e solo tre auto parcheggiate all’esterno.
“Capisco un calo del 15% nei numeri dell’aeroporto negli ultimi anni – ha detto Fidone – ma qui si è superato ogni limite: l’aeroporto è chiuso. Si è compiuta l’impresa di far morire uno scalo che doveva essere un’opportunità per il territorio. È un disastro, uno scempio”.
Naturalmente i commenti sotto il video del sindaco sono tutte - o quasi - lamentele e costernazione proprio perché Comiso non nasce con la speranza di poter fare grandi numeri, ma per dare un servizio locale, tratte diverse e aiutare il traffico catanese.
Ieri il sindaco ha poi spiegato durante un'intervista curata dal direttore Elisa Petrillo tutti i dettagli:
«Non è la prima volta che parlo dell’aeroporto di Comiso. Ma stavolta l’ho fatto con un post che ha rotto il muro del silenzio - ha spiegato il sindaco -. Una situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti e che nessuno può più fingere di non vedere. Sin dal mio insediamento ho segnalato la progressiva desertificazione dell’aeroporto di Comiso, infrastruttura strategica per tutto il sud-est siciliano. Un lento ma inesorabile declino segnato dal ritiro di Ryanair e da un calo annuo del traffico che ha raggiunto punte del 15%. Oggi, tolti pochi voli Volotea, non resta praticamente più nulla: un aeroporto formalmente aperto ma nei fatti chiuso, con strutture vuote, parcheggi deserti, nessun volo in arrivo né in partenza».
Un’amara constatazione che il sindaco ha documentato di persona, durante una visita improvvisata allo scalo dopo l’ennesima riprotezione forzata su Catania:
«Quello che ho trovato – racconta – è stato uno spettacolo desolante: tre auto parcheggiate, un terminal vuoto, un silenzio irreale. Non ho fatto altro che scattare una foto e raccontarlo, da cittadino e da amministratore. Eppure quel semplice gesto ha aperto un dibattito pubblico inaspettato. E questo, se da un lato mi sorprende, dall’altro mi fa sperare: forse è finalmente arrivato il momento di dire le cose come stanno. Non si tratta solo della provincia di Ragusa, ma di un’area molto più ampia: dal Calatino al Nisseno, da Gela a Niscemi, fino a parte del Siracusano e degli Iblei. Un bacino di centinaia di migliaia di cittadini, lavoratori, turisti, studenti, imprenditori che oggi sono lasciati senza alternative, in un deserto infrastrutturale che ostacola crescita e sviluppo».
La sua denuncia, però, non vuole trasformarsi in sterile polemica. «Non voglio essere il censore di nessuno - conclude - non ne ho né il titolo né l’interesse. Ma da sindaco di un piccolo comune come Acate – poco più di 11mila anime – mi sento in dovere di alzare la voce. Perché è evidente che sullo scalo di Comiso si è giocato a perdere»
Eppure qualcosa è stata fatta. Poco dopo che il sindaco ha fatto il suo attacco in diretta dentro lo scalo ragusano, la SAC non perde tempo e prende un provvedimento drastico e utile che rivoluzionerà le sorti di entrambi gli aeroporti: cambia le foto di copertina Facebook.


Anche il Codacons poi rincara con un comunicato. L'associazione infatti ha chiesto l’apertura immediata di un’indagine da parte della Regione Siciliana non solo della SAC, ma anche dell'ENAC, per fare luce sull’effettivo utilizzo delle risorse economiche assegnate e accertare le responsabilità legate alla gestione dello scalo e al mancato sviluppo del traffico aereo.
«È necessario verificare se vi siano state inefficienze, sprechi o carenze amministrative – continua il Vice Presidente Regionale del Codacons, Bruno Messina – i cittadini hanno diritto a risposte chiare e trasparenti su come siano stati spesi i soldi pubblici, soprattutto quando queste risorse avrebbero potuto generare sviluppo economico, occupazione e servizi».
Un'altra cosa poi preme sottolineare, quanto costa la glorificazione della governance ogni giorno sulle testate? Perché nemmeno Amazon fa una pubblicità così aggressiva e copiosa. Qui un bel tuttopagina della società che chiude il bilancio con un utile netto di 12,8 milioni ma che non si riesce a capire come vengano reinvestiti.
Dispiace quasi dover mettere una pubblicità gigantesca come documentazione del fatto. Gratis.

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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!


