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Camere di Commercio: stamattina il colpo di mano di Schifani? Depositati esposti in procura per quanto accadut

25-05-2023 07:07

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, SAC&CamCom, Focus,

Camere di Commercio: stamattina il colpo di mano di Schifani? Depositati esposti in procura per quanto accaduto a Catania tra i commissari

In allegato il verbale più pazzo del mondo

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Stanno accadendo cose turche a Catania a poche ore dalle elezioni che dovranno eleggere il nuovo sindaco, tra colpi di mano sulle camere di commercio, bandi estemporanei per direttore generale di una partecipata (ex Pubbliservizi) e nomina di capo di gabinetto in cambio di candidature filiali al consiglio comunale di Catania. 

Cose che solo a Catania possono passare lisce. Forse.

 

Tutte vicende alle quali è opportuno dedicare singolo spazio considerata la pubblica rilevanza, e così faremo.

 

Cominciamo dalla più enorme, anche se le altre non scherzano: le Camere di Commercio e quello che sta accadendo in particolare sulle spoglie di quella del Sud Est, che una legge dello Stato ha cancellato ma che il presidente della regione Renato Schifani, con un atto amministrativo in fretta e furia proprio oggi vorrebbe ripristinare. E c'è da capire perché.

 

A spiegarlo dovranno essere altri, anche perché a noi risulta che proprio ieri sono partiti esposti alle procure penali e della Corte dei Conti per quanto accaduto a Catania nei giorni scorsi in piazza della Borsa: a noi spetta solo raccontare.

 

Partiamo da quello che qualcuno vorrebbe accadesse oggi: da più di un assessore regionale ed altre qualificatissime fonti giunge la notizia che è stata convocata dal presidente della regione Renato Schifani per questa mattina la giunta regionale.

 

All'ordine del giorno, guarda caso, il riassetto del sistema delle camere di commercio siciliane in base alla legge che nel 2021 aveva abrogato quella del Sud Est che riuniva quelle di Catania, Siracusa e Ragusa. Vicenda di per sé complessa, da noi più volte raccontata e chi vuole può seguirne in calce la cronostoria con relative appendice.

 

Quello che interessa, a molti e quindi anche all'opinione pubblica ed alle varie autorità di controllo che dovrebbero essere un tantino più attente, è il collegamento con la gestione della SAC, con gli aeroporti di Catania e Comiso, anch'essa molto seguita, stante che le camere di commercio in questione ne sono soci di maggioranza e ne dovrebbero esercitare il controllo analogo.

 

Ora, da diverso tempo risultano nominati dal ministero dello Sviluppo Economico due commissari che avrebbero il compito, per legge dello Stato, di procedere alla liquidazione della Camera del Sud Est e, nel frattempo, alla sua gestione per gli affari correnti ordinari e straordinari.

 

Abbiamo raccontato l'incredibile sequenza di ricorsi e contro-ricorsi presso i vari gradi della giustizia amministrativa, tutti volti ad impedire che questi commissari si insediassero: e anche qui c'è da capire perché, e magari gli esposti di ieri potranno essere utili.

 

Nelle maglie di questi ricorsi, il governo della regione siciliana, incurante della presenza dei commissari ministeriali, pensa bene di nominarne uno tutto suo, che molti mettono in collegamento con salti della quaglia di natura politica, ma queste sono altre storie che tutti sanno ed è inutile al momento infierire perché hanno altri problemi.

 

Il fatto è che sullo stesso ente, la “Camera di Commercio del Sud Est che non esiste più”, si vengono a trovare due strutture commissariali contrapposte e decisamente alternative, della serie “mors tua, vita mea”.

 

Alla fine, lo abbiamo raccontato, il CGA ha sentenziato che i commissari ministeriali sono quelli legittimati ad operare quanto prescritto dalla legge e per conseguenza si sarebbero dovuti insediare.

 

Ma ecco che accade l'incredibile, che è ben descritto da un verbale che avrebbe potuto decretare il successo di un classico film di Totò: al momento del loro insediamento, giorno 22 maggio, i commissari ministeriali Giuffrida e Conigliaro trovano seduto alla scrivania della presidenza il commissario regionale Belcuore, che in base alla sentenza del CGA sarebbe dovuto essere da tutte le parti tranne che lì. 

 

A seguire proponiamo questo capolavoro di verbale (che comunque potete scaricare in PDF qui perché potrebbe essere bello da incorniciare).

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Ora c'è da capire, di fronte ad una simile situazione e con due commissari ministeriali che dichiarano di essere impediti in pubbliche funzioni, perché il Segretario Generale Rosario Condorelli, pubblico ufficiale (per funzione garante della legalità e del regolare funzionamento della camera di commercio), non abbia ritenuto di chiamare i carabinieri, quantomeno per constatare i fatti ed, essendone tenuto per legge, non abbia denunciato la lamentata usurpazione. Ma questo si vedrà in seguito, insieme al resto.

 

Resta il fatto che a questi commissari ministeriali si deve evidentemente impedire ad ogni costo di assumere le funzioni. Ad ogni costo.

 

Ed infatti, mentre si registrano queste surreali resistenze, si muove la politica-politicante che prova ad accelerare in maniera temeraria quel “riassetto” del sistema camerale che per ben due anni è stato totalmente anestetizzato e che, guarda caso, ci prova adesso, nientemeno che con una delibera di giunta, assolutamente priva di quel percorso di approfondimento e concertazione con le categorie produttive e sociali che impone la legge.

 

Ora, proprio il ripristino della camera del sud est che starebbero per tentare sembra violare la normativa nazionale, che sostiene la necessità di superare il sistema camerale attuale come evidenziato dagli atti parlamentari: perché fanno questa cosa e in questo modo?

 

Questa decisione, trattandosi di atto amministrativo, potrebbe infatti con molta probabilità essere impugnata, dando il via a nuova sarabanda e conseguenti danni di varia natura. 

 

Resta incomprensibile, ed a questo punto anche qui gli esposti potranno consentire a chi di dovere di entrare finalmente in partita per fare chiarezza, l'atteggiamento del governo regionale, o parte di esso, che così pervicacemente sostiene questo reiterato tentativo di impedire il lavoro di commissari ministeriali. 

 

Solo dopo la separazione di Siracusa e Ragusa da Catania, come prescritto dalla legge, sarebbe infatti possibile verificare se le due camere, Ragusa e Siracusa, soddisfano i requisiti previsti dalla legge Madia per formare una camera autonoma, e solo poi procedere al riassetto definitivo del sistema camerale siciliano, che non può essere subordinato ad appetiti di varia natura, men che mai di politicanti vari interessati solo a mantenere il controllo di bancomat elettoral-finanziari. 

 

Tra l'altro, una corretta gestione del caso potrebbe portare vantaggi per la regione perché, in caso positivo, il governo nazionale dovrebbe assegnare una camera aggiuntiva alla Sicilia, che sarebbe un  diritto per la Siclia e non una concessione. 

 

Nel frattempo, mentre tutta questa ansia si è sviluppata sulla Camera del Sud Est, le camere di Trapani, Agrigento e Caltanissetta da 7 anni continuano bellamente ad essere guidate da 3 commissari, uno dei quali è stato per anni misteriosamente ben retribuito e che adesso siede in SAC con requisiti tutti da verificare (ma questa è altra storia): adesso a parte del governo regionale è venuta tutta questa fretta, pur di non far lavorare dei commissari ministeriali. Sarà importante capire chi e per quale parte voterà questa delibera.

 

È poi anche singolare che queste azioni di “disturbo” siano adottare da un governo di centrodestra in contrasto con la legge voluta nella scorsa legislatura proprio dallo stesso schieramento, che ha asseritamente lottato per anni in parlamento per ottenere questo risultato al fine di annullare quella che veniva definita “operazione Montante”, per come emersa nel processo Montante bis di Caltanissetta, cioè un'azione effettuata durante il governo Crocetta per acquisire il controllo delle camere di commercio che, si ricordi sempre, determinano gli equilibri nella gestione della SAC aeroporti di Catania e Comiso e dovrebbero esercitarne il “controllo analogo” sugli atti: la madre di tutte le questioni. 

 

Confidiamo che il presidente Schifani possa, se dovesse passare oggi in giunta questa bizzarria, spiegare le ragioni di quanto sta accadendo.

 

E magari non a noi, ovviamente.


Leggi anche:  








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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"

 

Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza." 

 

E noi ridiamo!










































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