Le vicende della Camera di Commercio prima di Catania poi del Sud Est ora non si sa, che si intrecciano con quell'altra follia planetaria che è la gestione della SAC-aeroporto di Catania, le seguiamo da anni e confidiamo che, oltre a riempire fascicoli giudiziari, saranno presto una bella saga letteraria, oltre che psichiatrica.
Le ultime notizie, quelle provenienti dal CGA, sembravano aver messo un punto quantomeno sulla gestione della Camera di Commercio del Sud Est, la cui amministrazione è stata restituita ai commissari nominati, dopo troppe timidezze, dal ministero competente per fare ordine nel nuovo assetto camerale siciliano.
Niente di più logico, niente di più legittimo.
Ma in Sicilia, e a Catania in particolare, ormai lo sanno tutti, accadono cose che da altre parti farebbero arrivare gli elicotteri, la cavalleria, le swat.
Da queste parti invece occorre tempo, ma alla fine arrivano anche qui. Arrivano, tranquilli.
Ora, dicevamo, il CGA ha chiuso la partita dei commissari ministeriali, mandando a casa quello di nomina regionale che, pur sub iudice, aveva tentato il colpo pazzesco di riportare in seno al CdA della SAC quello stesso ex presidente che ci aveva denunciato (insieme al top manager) perdendo malamente perché il giudice sentenziò che quello che avevamo scritto era del tutto vero. Verissimo.
Ora, tutto questo doveva essere superato dando il via ad una normale gestione che liquidasse la vecchia Camera del Sud Est, abrogata dalla legge, e predisponesse gli adempimenti necessari per poter procedere alla sua liquidazione e quindi al nuovo ordine camerale.
Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente, soprattutto quando c'è chi ha troppo interesse a che ciò non accada, magari perché ha per le mani un inesauribile bancomat che gli consente di fare il gradasso per le strade del paese.
Brutta gente travestita da nipoti di buona famiglia affiancati da parvenu in carriera.
In un contesto simile, dove la canaglia impèra e devasta tutto quello che gli capita a tiro, può capitare di tutto ma fino ad un certo punto, perché il punto che la corda si spezza alla fine arriva e quando è troppo è troppo.
Così cominciano a rincorrersi voci di reazioni incontrollate, che rischiano di trascinare nella disfatta anche le massime istituzioni dell'Isola, che non si rendono conto che ci sono posizioni indifendibili, e che a difenderle ci si ritrova complici. Bisogna valutare bene quanto ne valga la pena e quanto invece convenga tornare alla legalità.
Anche perché a cambiare pagina è probabile che ci si guadagni il doppio se non il triplo.
Ma vediamo quale sarebbe la questione di queste ultime ore.
A seguito del re-insediamento dei commissari ministeriali dopo la decisione del CGA, sono cominciate strane voci circa la richiesta, giunta al presidente della regione Schifani da individuabili ambienti politican-ballerini di recente acquisizione, di intervenire con una delibera spregiudicata per gabbare la legge nazionale e l'autorità del Tribunale Amministrativo.
A proposito di re-insediamento dei commissari ministeriali: pare che sia stato parziale, rinviandosi quello di Siracusa a causa di un impedimento del segretario generale Rosario Condorelli; magari sarà stata una sfortunata coincidenza e verrà sanata immediatamente.
Tornando alla fantomatica “deliberacolpodimano”, dovrebbe accadere proprio oggi, lunedì, o al massimo domani, con la convocazione urgente della giunta regionale.
Ovviamente nessuno crede che possano essere così impudenti, anche perché darebbero la prova definitiva che la mala gestio già individuata dall'Autorità Nazionale Anticorruzione gode di protezioni così disperate da essere costrette ad uscire allo scoperto.
Ovviamente non ci crediamo, saranno suggestioni eccessivamente maliziose di chi crede che al governo della regione possano esserci degli scriteriati patentati oltre che delinquenti incalliti. Impossibile.
Anche perché una simile boutade durerebbe meno di un minuto: verrebbe di nuovo sanzionata quanto meno dalla giustizia amministrativa, anche se si continua ad attendere che siano altri finalmente ad occuparsene.
La mossa di una delibera frettolosa andrebbe infatti a violare palesemente non solo la legge nazionale ma anche la decisione sul tema già espressa persino dalla Corte Costituzionale che, con la sentenza 261/17, occupandosi del riordino delle CAM COM, ha precisato che è necessario salvaguardare il rispetto del principio di leale collaborazione tra lo Stato (ovvero Regione) ed il sistema delle autonomie.
Non sarebbe quindi possibile e legittimo un intervento di carattere provvedimentale DEFINITIVO (e quindi non provvisorio) ad opera della Regione senza il coinvolgimento del sistema delle autonomie delle singole CAM COM regionali e di Unioncamere (che ne è l’organo esponenziale).
Ciò significa che la Giunta regionale non può, in via definitiva e con un “colpo di mano” modificare con una semplice delibera l’assetto definitivo delle CAM COM siciliane, senza aver consentito una partecipazione/concertazione adeguata, trasparente e pubblica con le singole Camere di Commercio, con UnionCamere e con le categorie dotate di elettorato attivo, una procedura quindi che non può ridursi alla raccolta estemporanea di un improbabile questionario presso gli uffici di qualche impomatato assessorato.
L'art. 54 ter comma 1 del DL 73/21 richiede infatti rispetto per la tutela di interessi generali e non è pensabile che possa consentire a qualcuno, qualunque ruolo pro-tempore ricopra, dopo due anni di stallo proprio in piena campagna elettorale (non gli bastavano le "selezioni di personale…), di accelerare in maniera così sospetta: cosa ci sarebbe da coprire e tutelare?
Impensabile che il presidente della regione Schifani possa prestarsi a simili giochetti che servono solo a chi continua a pretendere di mantenere posizioni che servono solo, ormai è chiaro, alla sopravvivenza di gang fameliche ed autoreferenziali che sinora sono riuscite a gabbare l'intero arco costituzionale che non ha capito cosa succede nel regno delle consulenze e degli affidamenti diretti.
Magari adesso è il momento?
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!