
Da un pò non ci si occupava della saga della Camera di Commercio del Sud Est, un altra di quelle strampalate follie tutte catanesi che sarà difficile raccontare alle prossime generazioni, salvo trasformarle in narrazioni demenziali tipo la nomina a senatore del cavallo di Caligola, solo che in questa fase storica i vari luoghi istituzionali sono popolati da sonori scecchi, altro che cavalli.
Comunque, inutile ripercorrere la storia recente di quanto accaduto intorno alla Camera di Commercio del Sud Est, chi interessato può scorrere gli articoli in calce: oggi diamo solo l'ultima notizia fresca fresca e che probabilmente andrà sviluppata nei prossimi giorni perché la querelle è finita addirittura alla Corte Costituzionale, anche se un attrezzato reparto di neuropsichiatria con pareti imbottite ed insonorizzate sarebbe più consono.
Accenniamo appena che, a seguito di una legge dello Stato, la Camera di Commercio del Sud Est, che riuniva quelle di Catania, Ragusa e Siracusa, ha cessato di esistere dovendo dare vita ad una nuova articolazione territoriale, ma a seguito della resistenza del gruppo di potere che la controllava, con ricorsi e controricorsi tra TAR e CGA, interventi sballati e clamorose omissioni dei vari ministri (in)competenti dei due governi succedutisi, l'evoluzione si è bloccata e la Camera è finita con i commissari ministeriali congelati mentre viene nominato un commissario dal governo regionale Schifani che…vabbè fermiamoci qui al momento.
Il quadro è chiaro: un macello.
L'ulteriore passaggio, atteso da tempo, riguardava la decisione del CGA sul ricorso avverso la sentenza del TAR che aveva disarcionato i commissari ministeriali, aprendo la strada, appunto, al commissariamento regionale che…vabbè, ri-lasciamo stare.
La sentenza del CGA è giunta ieri ed è una “sentenza non definitiva” perché, come detto, accoglie la richiesta dei resistenti, assistiti dall'avvocato Tino Cariola, di rimettere alla Corte Costituzionale la valutazione sulla legittimità dell'intero decreto che ridefinisce l'impianto camerale siciliano, ma nella sua parte dispositiva accoglie, anche e soprattutto, i motivi del ricorso contro la sentenza del TAR Palermo che aveva annullato la nomina dei commissari ministeriali Massimo Conigliaro e Pucci Giuffrida difesi dall'avvocato Lino Barreca.
La sentenza è complessa e le 53 pagine in cui i giudici sviluppano il loro ragionamento fa venire il mal di testa ai non addetti ai lavori, per gli appassionati la alleghiamo come sempre integralmente in calce, in attesa che produca, o non produca, effetti sugli assetti camerali e conseguenti danze del poterucolo locale.
Come abbiamo ricostruito nelle precedenti puntate, il percorso di riforma della Camera del Sud Est si era inceppato a seguito del ricorso presentato al TAR di Palermo da alcuni consiglieri decaduti.
Quel ricorso verteva su varie contestazioni che colpivano il decreto di nomina dei commissari ministeriali, 5 per l'esattezza, oltre alla richiesta di valutarne la legittimità costituzionale.
Il TAR Palermo respinse 4 dei motivi del ricorso, accogliendo solo quello che riguardava la lacuna circa definizione dei poteri successori, non ci addentriamo, basta quanto detto al primo capoverso, fatto sta che questo bastò per far decadere i commissari ministeriali ed avviare la fase di interregno del commissario regionale nominato dal governo Schifani che…vabbè ri-ri-lasciamo stare.
A seguito della sentenza del TAR, il ministero assistito dall'Avvocatura dello Stato ed i commissari ministeriali con l'avvocato Lino Barreca, si rivolgono al CGA che, il 30 marzo, pubblica la sua "sentenza non definitiva-ordinanza".
Non è definitiva perché rimette alla Corte Costituzionale l'ultima parola sulla legittimità del decreto originario.
Ma nel merito accoglie l'appello dell’avvocatura che, come detto, contestava l’unico motivo accolto dal TAR che aveva reso illegittimo il decreto di nomina dei commissari ministeriali Conigliaro e Giuffrida.
Il CGA ha quindi respinto anche l'appello incidentale promosso dai consiglieri decaduti, confermando la stessa decisione del TAR che già si era pronunciato in tal senso.
Quindi adesso è da valutare la portata immediata di questa sentenza, in attesa che si pronunci la Consulta: in pratica il decreto impugnato che nominava i commissari ministeriali Conigliaro e Giuffrida, annullato per un solo motivo dal TAR di Palermo, essendo stato questo motivo cassato dal CGA, riassume efficacia.
Rimane pendente la questione di illegittimità derivata per incostituzionalità della norma presupposta (cui il DM impugnato dà attuazione), ma allo stato il Decreto sul riordino delle CAM COM è valido e vigente, per cui i Commissari ad acta Massimo Conigliaro e Pucci Giufffrida dovrebbero potersi insediare e darvi attuazione.
A meno che adesso intervenga qualche altra Legione Straniera mobilitata per garantire assetti di potere che, tra l'altro e come tante volte riscontrato, controllano la gestione dell'aeroporto di Catania, di cui la Camera di Commercio è azionista di maggioranza, che poi è la madre di tutte le questioni.
Società di gestione, la SAC, che, detto per inciso e per pura coincidenza, in piena campagna elettorale per le comunali che interessano tra gli altri comuni Catania ed anche Acireale, emana, guarda caso, due avvisi per la ricerca (senza impegno) di personale.
E lo stesso fa la controllata Sac Service, sempre senza impegno, solo per costituire il solito “elenco di candidati non si sa mai”…
Ma quest'altra storia la lasciamo alla prossima puntata, non facciamo confusione anche se…
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