Capita che le inadeguatezze siano speculari.
Da un lato amministratori spesso nella migliore delle ipotesi pasticcioni, dall'altro rappresentanti sindacali che non si capisce quali interessi rappresentino e come.
Con la differenza che i primi, gli amministratori pubblici, capita che in qualche modo decadano o vengano sostituiti, mentre nei ruoli sindacali troviamo gli stessi dirigenti da decenni, capaci di sopravvivere miracolosamente ad ogni cambio di gestione, magari nel frattempo piazzando o garantendo qualche parente stretto. Tutto il mondo è paese, ma a Catania di più.
Nella vecchia Pubbliservizi, quella fallita, ne sono capitate di ogni tipo: girano ancora lettere di “sostegno” ad amministratori poi finiti in galera e persino “raccolte di firme” di giubilo in favore di quelli che l'hanno fatta fallire.
Ora, nella nuova azienda speciale, la SCMC, i cui problemi sono già troppi e già denunciati, sono in corso posizionamenti e ri-posizionamenti.
L'ultimo caso è di questi giorni.
Quello che sta accadendo nella nuova società provinciale che ha sostituito la fallita Pubbliservizi lo abbiamo più volte raccontato, con una situazione talmente caotica da indurre i revisori dei conti a posizioni molto dure nei confronti dell'amministratore unico Mario Balsamo e di una tale gravità da indurre due sigle sindacali confederali, CGIL e CISL, a proclamare lo stato di agitazione e addirittura uno sciopero programmato per il 17 novembre.
Ne abbiamo scritto la scorsa settimana e le firme sulla proclamazione dello sciopero erano di Davide Foti per la CGIL e Rita Ponzo per la CISL.
Peccato che le due sigle sindacali non hanno tenuto conto che ci sono regole precise stabilite dalla legge e che dovrebbero ben conoscere, e invece hanno dovuto subire la pesante bacchettata della Commissione di Garanzia che li ha costretti a revocare lo sciopero.
Ai due sindacalisti, Foti della CGIL e Ponzo della CISL non è rimasto che mettere le pive nel sacco e revocare l'azione di protesta:
Uno scivolone che indebolisce l'azione sindacale e mette in discussione la capacità di rappresentare gli interessi dei lavoratori in modo adeguato: se non conoscono o non applicano le leggi più elementari che ne regolano l'attività, come dovrebbero tutelare i dipendenti?
E se poi, dopo tanti anni, i risultati sono quelli di Pubbliservizi-SCMC, tanto per fare due esempi, qualche domanda non sarebbe il caso di porsela?
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