Proviamo a non distrarci, e soprattutto a non far distrarre chi deve intervenire, da una vicenda che è finita male e sta seriamente rischiando di finire peggio: Pubbliservizi.
Quella “vecchia” l'hanno fatta fallire irresponsabilmente combinando una serie infinita di pasticci.
Poteva e doveva essere evitato, come dimostrato dagli avvertimenti e appelli più volte lanciati dal consiglio di amministrazione, presieduto dall'imprenditore Giuseppe Molino con Giuseppe Bonaccorsi e Maria Luisa Aiello, che aveva ben inquadrato e denunciato pubblicamente le deficienze della gestione commissariale: una questione ancora da chiarire.
Fatta la frittata del fallimento, la politica, anche in questo caso utilizzando commissari naif, si è inventata una nuova “azienda speciale”, la “Servizi Città Metropolitana di Catania”: ne abbiamo già scritto ed in calce la cronistoria con le ultime prodezze gestionali.
Che fossero più che complicate le premesse per questa nuova partecipata lo abbiamo scritto sin dal suo avvio ed è ormai dimostrato dai fatti: probabile che si siano già consolidati gli estremi per danni erariali consistenti, considerato tra l'altro che pare si paghino a ditte esterne con fondi pubblici servizi che rientrano nell'oggetto sociale della società in house: ma questo lo accerterà che deve.
Tuttavia, conferma ai tanti dubbi sulla conduzione della vicenda arriva adesso dai sindacati che, ad appena un paio di mesi dall'avvio della "Servizi Città Metropolitana di Catania" ha ritenuto necessario proclamare lo stato di agitazione, segno evidente che non si è instaurata neanche quel minimo di fiducia in genere scontata all'inizio di una nuova avventura imprenditoriale, che è stata promessa come salvifica ed invece pare stia ingarbugliando le carte annunciando altre complicazioni.
Lo scorso 13 giugno le organizzazioni sindacali confederali CGIL, CISL e UIL, in genere più prudenti, hanno inoltrato una comunicazione che suggella lo stato dei fatti e avverte pubblicamente che i problemi vanno risolti subito, prima che si combinino altri guali.
Nella nota si legge: "Le scriventi OO.SS., unitamente ai lavoratori, avendo analizzato le problematiche economiche e organizzative dei vari settori, considerato che tutti i lavoratori hanno dimostrato grande senso di responsabilità, lavorando a tutt’oggi senza percepire emolumenti, collaborando nella fase di emergenza dovuta ad eventi atmosferici eccezionali, collaborando nella gestione di eventi fieristici e quant’altro e considerato che si continua a tergiversare per organizzare e stipulare un accordo di 2° livello, con le OO.SS. firmatarie di contratto, per il ripristino di istituti contrattuali, (reperibilità e rischio stradale) inoltre i lavoratori chiedono l’aumento delle ore contrattuali per espletare la mole dei lavori e di servizi richiesti dalla committenza.
Per quanto sopra le OO.SS. unitamente ai lavoratori proclamano lo stato di agitazione a far data da giorno 14/06/2023."
L'amministratore unico avv. Balsamo ha risposto convocandoli per il prossimo 21 giugno, ma i problemi posti sul tappeto difficilmente potranno trovare rapida soluzione, atteso che non sono ancora individuate le risorse finanziarie necessarie e sono molte altre le questioni da affrontare che adesso, dopo la sbornia commissariale, rientrano nella responsabilità diretta nel nuovo sindaco metropolitano Enrico Trantino, che sulla vicenda non si è ancora pronunciato, a partire dall'esercizio o meno dello spoil system sull'amministrazione fiduciaria: decisione che, in un senso o nell'altro, sgombrerebbe il campo anche da quello stato di incertezza che certo non giova in un momento così delicato, ricordando sempre che ci sono in mezzo 330 lavoratori con le loro famiglie e lo svolgimento di servizi pubblici essenziali.
Che devono essere svolti bene e non possono, tra l'altro. essere pagati due volte.
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