Città sempre più pesante
È arrivata la bomba atomica sul futuro dei 333 dipendenti della Pubbliservizi, la società partecipata della Città Metropolitana da anni.
Si tratta di 66 impiegati e 267 operai.
La comunicazione a firma dei curatori fallimentari della Pubbliservizi è arrivata Venerdì 17, una data che almeno stavolta si coferma proprio sfortunata.
L'oggetto della comunicazione, indirizzata a tutte le sigle sindacali ed alle autorità competenti, è brutale: "Procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività."
Nella nota i curatori ricordano che il 29 novembre 2022 è stata disposta la Liquidazione Giudiziale della Pubbliservizi e che lo stesso Tribunale ha autorizzato l'esercizio dell'impresa sino al 31 marzo 2023.
Nel frattempo la società ha presentato reclamo avverso la decisione di farla fallire ed il giudizio è ancora in corso, il commissario straordinario della Città Metropolitana, con propria nota ha chiesto, motivandola, una proroga dell'esercizio provvisorio sino al 31 luglio 2023, ma il 17 febbraio, ieri, il Tribunale ha confermato la scadenza del 31 marzo.
Il Tribunale motiva la decisione di non concedere la proroga perchè, "in assenza di prospettive certe in ordine all'equilibrio economico-finanziario e in ordine alla programmazione sulla continuità aziendale, l'esercizio provvisorio non può proseguire, sussistendo rischio concreto di generale debiti prededucibiliin capo alla procedura concorsuale con conseguente pregiudizio per i creditori concorsuali."
Quindi i curatori "stante quanto disposto è costretta a procedere al licenziamento di tutti i lavoratori per cessazione di attività alla data del 31.03.2023."
I curatori hanno ritenuto che "l'impresa in liquidazione giudiziale non risulta suscettibile di trovare collocazione sul mercato, in quanto:
- L'attività non risulta supportata dall'esistenza in atti di un contratto con efficacia successiva al 31.03.2023 che garantisca la premessa ineliminabile per la prosecuzione dell'attività aziendale della società in house providing, ossia l'affidamento contrattuale da parte dell'Ente Locale Città Metropolitana;
- la società Pubbliservizi non dispone di contratti neppure marginali con soggetti diversi talchè la cessazione della proroga tecnica del contratto con C.M. costituisce la conclusione di qualsiasi prospettiva nello svolgimento dell'attività d'impresa;
- la società medesima ha carenza di mezzi e disponibilità patrimoniali utilizzabili per al ristrutturazione aziendale e ni primis per l'adeguamento dell'organizzazione aziendale e dele atrezzature, fermo restando il divieto ribadito dal Tribunale di procedere a ristrutturazione aziendale;
- osta inoltre prime facie al collocamento sul mercato la circostanza che i lavori affidati alla società in house ed il relativo contratto - peraltro di imminente scadenza - soggetto ad un regime particolare - possa essere ceduto, anche ni uno all'azienda, a soggeti privi della medesima natura o di natura assimilabile fermi anche i divieti imposti dalla legge in tema.
Quindi, prosegue la nota: "L'obbiettivo dei Curatori è comunque quello di salvaguardare la forza occupazionale, essendo disponibile a valutare eventuali possibili condizioni che vorranno proporre le parti sindacali.
Occorre, però, considerare le difficoltà di attivare procedure competitive tali da porre le condizioni affinché la società possa essere appetibile ad altri operatori del mercato stante anche il fatto che Pubbliservizi s.p.a. svolge, in affidamento diretto secondo la disciplina di cui al d. lgs. n. 175/2016 da parte di Città Metropolitana di Catania, servizi di interesse economico generale e che ai sensi del comma 6 dell'art. 41 del d. Igs. n. 175/2016, non potranno essere affidati dalla pubblica amministrazione controllante a società in house di nuova costituzione o partecipata dal medesimo ente nei cinque anni successivi alla dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale. Per tali motivi si ritiene di non poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, il licenziamento collettivo."
I curatori individuano quindi nell'intero organico aziendale il personale da licenziare: 333 persone.
I tempi di attuazione della procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività sono praticamente immediati: "L'esposizione dele cause determinanti al cessazione dell'attività, inducono ad espletare con estrema urgenza la procedura di licenziamento collettivo, il cui inizio è fissato dal momento della ricezione deila presente comunicazione, ed andrà ad esaurirsi entro e non oltre i tempi massimi fissati dall'art. 4 dela legge 223/91 e art. 189 CCI e comunque non oltre il 31.03.2023, data di cessazione dell'esercizio provvisorio."
Per concludere: "La scrivente Società (i curatori, ndr) ritiene non rinviabile la procedura di cessazione attività e, stante la peculiarità della suddetta situazione, reputa la soluzione individuata l'unica possibile."
Speriamo non sia così, c'è ancora il reclamo contro il fallimento...
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