Si alza la tensione all'interno dell'azienda speciale della Città Metropolitana di Catania che ha sostituito la fallita Pubbliservizi.
Passati ormai sei mesi dalla sua costituzione e dalla nomina dell'amministratore unico, l'avvocato puntese Mario Balsamo, tutti i problemi restano sul tappeto ed i sindacati cominciano a denunciarne le inefficienze, almeno quelli che non hanno cambiato idea e che oggi non contestano quello che denunciavano con le precedenti gestioni e persino ai curatori giudiziari. Vabbè, siamo abituati alle giravolte spaziali.
Cominciano anche movimenti negli incarichi di coordinamento dei vari settori del personale, con la scelta di alcuni posti al vertice nonostante procedimenti penali per fatti compiuti proprio in danno della stessa azienda. Insomma, si ricomincia.
Intanto, nonostante il tempo trascorso, impressiona come il sito istituzionale dell'azienda speciale, che è un'azienda totalmente pubblica, si totalmente fuori dalla legge in tema di trasparenza: non risulta depositato alcun atto, nessun provvedimento e manca persino il curriculum ed i dati reddituali dell'amministratore, del quale peraltro non si conosce neanche l'indennità corrisposta.
Nel frattempo è stato nominato il direttore generale: si tratta della dr.ssa Laura Trezza Montana, una professionista già in pensione che aveva avuto una breve esperienza come commissario giudiziario della ex Pubbliservizi.
Una nomina singolare: inizialmente l'amministratore aveva previsto un'indennità di 80 mila euro l'anno, ma dopo i pesantissimi rilievi dei Revisori dei Conti sul fatto che essendo in pensione non poteva essere remunerata, l'incarico verrà svolto a titolo gratuito ed avrà durata di soli 6 mesi.
La dottoressa risiede a Roma e le sarà riconosciuto un rimborso per le spese.
Quindi, riepilogando, l'amministratore unico Balsamo ha scelto per dirigere un'azienda in cui, stando alle denunce dei sindacati, a quanto pare non funziona niente, un direttore generale di 75 anni già in pensione, che va e viene da Roma e durerà sei mesi.
Saranno nuove tecniche di management che non siamo in grado di comprendere.
Intanto, dicevamo, i sindacati cominciano a manifestare più di una preoccupazione, a partire dal fatto che manca ancora un piano industriale, niente bilancio preventivo e persino le buste paga risultano sbagliate ed i lavoratori tirano avanti con acconti sullo stipendio presunto.
A sintetizzare la situazione il Segretario Provinciale della CISAL di Catania Paolo Magrì, che definisce l'attuale gestione “alla carlona” e la SCMC una “fotocopia sbiadita e mal fatta” della fallita Pubbliservizi, dichiarandosi molto preoccupato per la sorte dei lavoratori, ricordando che si tratta di una società pubblica finanziata con denaro dei contribuenti e che dovrbbe svolgere servizi essenziali che tra l'altro continuano ad essere affidati a ditte private esterne da parte di Città Metropolitana:
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