Continuiamo a raccontare l'incredibile percorso di passione della società partecipata catanese Pubbliservizi che nelle ultime settimane sta subendo un'accelerazione alla quale non si era abituati e non si è in grado di dire quanto positiva.
Dopo anni di commissariamenti costosissimi quanto inutili e probabilmente anche perniciosi, nel giro di poche settimane si è giunti al fallimento definitivo, licenziamento di tutti i lavoratori e adesso, addirittura, l'immediata messa all'asta dell'intera società, con scadenza per le offerte alle ore 20 del prossimo 10 maggio, con avviso pubblico dello scorso 11 aprile.
L'eventuale consegna dovrebbe avvenire entro il 16 maggio, perché come si avverte nell'avviso, dal 15 la Pubbliservizi cesserà di esistere e non svolgerà quindi alcun servizio.
Ad eseguire la procedura il collegio dei liquidatori nominati dal Tribunale Fallimentare, che a loro volta hanno nominato due consulenti per le perizie di stima del valore della sfortunatissima società in house della Città Metropolitana di Catania.
Due quindi le perizie presentate, una relativa al valore dei beni materiali, affidata al perito commerciale Alessio Destro, e l'altra per la valutazione del valore immateriale redatta dal dr. Salvatore Virgillito.
Per quanto riguarda i beni materiali, descritti in una relazione dettagliata di 73 pagine, sono divisi in 76 lotti ed arrivano ad un valore di 349 mila euro.
Più asciutta la relazione del dr. Virgillito il cui compito è stato di valutare il “valore immateriale” della Pubbliservizi, scegliendo come criterio di valutazione il “metodo patrimoniale complesso”.
Tale valutazione, contenuta in una relazione di 5 pagine, arriva a concludere: "Per quello che risulta dalla dottrina aziendalistica, il valore degli "asset intangibili organizzativi" viene stimato in una percentuale compresa tra 0 e 100 del valore degli asset attivi ossia, nel caso che occupa, di quelli oggetto di perizia estimativa (€349.000,00).
Il sottoscritto valutatore, tenuto conto dei contratti ancora in essere e delle criticità esistenti nell'ambito dell'organizzazione aziendale della Pubbliservizi, ritiene di applicare (prudenzialmente) una percentuale del 25% del valore stimato dal Rag. Alessio Destro e, quindi, € 87.250,00 (349.000,00 X 25%), che rappresenta il plusvalore che l'acquirente deve pagare."
Quindi, tutto il “complesso organizzativo”, con tutte le sue professionalità, i 331 dipendenti, ed i contratti in pancia e potenziali di una società pubblica così importante, è stato ridotto da gestioni evidentemente scellerate ad appena 87 mila euro!
Che sommati al valore dei beni materiali vendibili, porta il valore complessivo ad appena 436 mila euro.
Su chi o cosa potrebbe essere interessato all'acquisto circolano suggestioni talmente bizzarre che preferiamo non darne conto, almeno al momento.
Per il resto, che dobbiamo commentare?
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