LAVORATORI IN PRESIDIO - IN AGGIORNAMENTO
Seguiremo passo passo questo ennesimo esempio di sciatteria politica di questa sciattissima città in cui tutto sembra propendere verso l'apertura di un conflitto sociale dagli esiti sempre più pericolosi.
L'aspetto più inquietante, tra i tanti, è l'assoluto silenzio delle istituzioni, della politicanza, che ha seguito la notizia della dichiarazione di fallimento di una società pubblica con 360 dipendenti che da questo momento si ritrovano praticamente in mezzo ad una strada: perché di questo si tratta, brutalmente.
A leggere le carte, quelle almeno trapelate sinora, la netta impressione è che la società potesse salvarsi e tornare ad essere utile davvero alla comunità con un minimo di gestione oculata ed altrettanta attenzione da parte del socio Città Metropolitana: non è stato così e se ci sono responsabilità precise e personali lo accerterà il collegio dei curatori che si è già messo al lavoro.
Anche perché per pagare i debiti, considerato che non c'è alcun patrimonio da liquidare e non ci saranno più contratti, non gli resterà che attivare le azioni di responsabilità per poter recuperare qualche euro.
Ma a prescindere dal futuro, adesso il tema più urgente è capire se esiste la volontà del socio, oggi rappresentato da un commissario straordinario di nomina regionale e che si chiama Federico Portoghese, ex direttore generale dell'università di Catania già noto ai nostri lettori.
Ieri si è tenuto un primo incontro con i dipendenti della partecipata, convocati dal segretario regionale del sindacato SIFUS-Confali Lucia Inzerillo, l'unico esponte sindacale intervenuta, ed alla presenza del presidente del CdA Giuseppe Molino con il consigliere Giuseppe Bonaccorsi, gli unici che ci hanno messo la faccia e che godono del rispetto dei lavoratori.
Il primo elemento emerso è che ci sarebbero appena 13 giorni, ed ogni giorno ne passa uno, per poter tentare a proporre un ricorso che rimetta in discussione la decisione, magari fornendo quegli elementi che probabilmente sono mancati sino a questo momento.
Nel corso dell'incontro gli animi si sono scaldati ma ancora, per fortuna, non troppo, e si è deciso di chiedere al commissario Portoghese di recarsi in sede per chiarire la situazione.
Disponibilità che è stato richiesta dalla segretaria Inzerillo anche al fine di evitare i disagi che si sarebbero rischiati qualora fossero stati i lavoratori ad andare in comune.
Disponibilità che non c'è stata ed una delegazione si è recata in comune dove il commissario l'ha ricevuta limitandosi ad affermare che avrebbe valutato l'opportunità di un'eventuale ricorso.
Incontro dal quale i dipendenti sono usciti ulteriormente sconfortati, avendo inteso chiaramente che l'ipotesi più accreditata sarebbe quella di far morire Pubbliservizi affidandone all'esterno le varie mansioni sinora svolte.
Da oggi cominciano le proteste che si svolgeranno presso la sede di Città Metropolitana di via Nuovaluce.
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