Sempre più ingarbugliata la vicenda della “nuova Pubbliservizi” che molto probabilmente finirà peggio di come è finita la ex, almeno a valutare le premesse.
Per inciso, ci giungono notizie di provvedimenti disciplinari a dir poco temerari quanto sconclusionati che ci ripromettiamo di approfondire nei prossimi giorni dandogli il risalto che meritano: un modo intollerabile di gestire il personale con l'intimidazione e la pretesa di impedire la trasparenza.
Ma veniamo alla notizia che è di attualità.
Una stranissima fretta, considerato che ci si trovava in piena campagna elettorale e l'unica cosa davvero urgente e seria da fare sarebbe stato presentare le dimissioni, considerato che il suo è un incarico fiduciario e che da lì a poco sarebbe stato eletto il nuovo sindaco metropolitano che, in base alla legge 30/2000, ha il diritto ed il dovere di rinnovare, o confermare se ritiene, i vertici delle società partecipate in relazione al mandato popolare ricevuto.
Invece a Catania accade che l'amministratore di una società partecipata, nominato fiduciariamente da un commissario straordinario, non solo pretenda di restare in carica nonostante il cambio del mandante eletto dal popolo, ma addirittura di condizionarne così pesantemente il futuro nominando per un triennio il direttore generale con una “selezione” da se stesso determinata con un “colloquio”: la nuova Pubbliservizi ha quindi un imperatore?
Sempre l'amministratore unico Balsamo ha infatti nominato motu proprio una commissione per la verifica dei titula dei candidati, formata dall'ing. Marco Valvo presidente e componenti il signor Rosario Distefano e l'avv. Giuseppe Andrea Mantegna.
Questa commissione, come si evince dal verbale, ha ritenuto idonei tutti e 16 i candidati:
Bisogna dire che ci sono nomi di professionisti anche noti e di tutto rispetto e vorremmo assistere al “colloquio” che l'amministratore unico si è arrogato la potestà di ritenere metodo opportuno ed efficace per poter effettuare la scelta finale.
Ma il punto non è questo, piuttosto, come detto, attiene alla procedura scelta ed alla fretta esagerata, peraltro platealmente irrispettosa del fatto che proprio negli stessi giorni si sarebbe insediato il nuovo capo dell'ente proprietario e buona creanza istituzionale avrebbe richiesto maggior stile e quantomeno una doverosa attesa.
Il risultato di aggiungere pasticcio a pasticci è quindi la probabilità più certa.
Nel precedente articolo, in cui si dava notizia dell'avviso per la scelta del direttore generale, scrivevamo tra l'altro “Lasciamo stare che decine di dipendenti sono pronti a giurare di aver sentito l'amministratore unico affermare in pubblico di aver già individuato la “figura ideale” in persona di sua conoscenza, magari di San Giovanni la Punta.”
Nel frattempo ci è stato specificato che la località di provenienza del potenziale “prescelto” non sarebbe esattamente San Giovanni la Punta…ma vicino.
Noi, nel dubbio che le nostre fonti possano aver detto la verità, una pec col nominativo ce la siamo mandata, non si sa mai che diventi notizia. È già capitato di avere “indovinato”.
Intanto, ci si aspetta, in ossequio all'interesse generale ed alla legge, che il neo sindaco metropolitano prenda in mano rapidamente questo dossier come gli compete ed eviti che la cosa finisca peggio di come è cominciata.
Ci sono sempre di mezzo, non dimentichiamolo, alcuni servizi essenziali, non pochi denari pubblici oggi probabilmente sprecati e sempre 330 lavoratori che meritano di essere impiegati in maniera dignitosa ed efficace.
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