
Pianta organica a rischio: annullate le assunzioni "sospette" all'Autorità Portuale
Un'altra pesante sentenza travolge la già criticatissima gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (AdSP), confermando un quadro di gravissima inefficienza e opacità amministrativa che ormai sembra strutturale e non più episodica.
Con sentenza n. 1339/2025, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia - Sezione di Catania ha accolto il ricorso di un candidato escluso da un concorso per dirigenti, annullando l'approvazione della graduatoria che aveva portato alla nomina di un vincitore privo dei requisiti richiesti dal bando, gettando ombre pesantissime sull'intero processo di selezione.
Il TAR ha smontato la procedura concorsuale accertando che il vincitore, Francesco Fazio, non era in possesso della qualifica di dirigente né aveva svolto, secondo quanto richiesto, funzioni dirigenziali formalmente riconosciute.
Al contrario, egli aveva rivestito ruoli da funzionario tecnico presso il Ministero della Difesa senza alcuna formale investitura dirigenziale, configurando una palese violazione delle norme concorsuali.
"Corretta è la valutazione secondo cui non esiste alcun parallelismo giuridico tra personale civile e militare quanto a qualifiche dirigenziali."
Secondo il Collegio, permettere la partecipazione sulla base di una presunta equivalenza tra ruoli civili e ruoli militari ha costituito un grave stravolgimento delle regole concorsuali e delle norme sul pubblico impiego, violando in particolare l'art. 2 del bando, il D.Lgs. 165/2001 e ignorando i principi fondamentali di meritocrazia, trasparenza e imparzialità.
Gli effetti devastanti sulla pianta organica
Questa sentenza produce effetti immediati e gravissimi sull'organizzazione interna dell'AdSP, aggravando una situazione amministrativa già estremamente compromessa:
Posti dirigenziali vacanti che paralizzano settori chiave dell'ente e impediscono il corretto svolgimento delle attività istituzionali;
Rischio di nuovi contenziosi e richieste di risarcimento danni da parte di candidati esclusi ingiustamente;
Danno erariale aggravato dalle condanne alle spese legali.
Con questa nuova bocciatura, emerge con drammatica evidenza l'incapacità cronica dell'AdSP di gestire correttamente anche le procedure fondamentali di reclutamento del personale, minando la legittimità, la credibilità e la stabilità amministrativa dell'intero ente, oltre a compromettere la sua capacità di attrarre investimenti e garantire servizi efficienti.
Una gestione sempre più disastrosa: conflitti di interesse, project contestati e piani regolatori bloccati
Le ultime pronunce si sommano a una lunga sequela di sentenze negative contro l'AdSP del Mare di Sicilia Orientale, tratteggiando un quadro di fallimento sistemico.
Conflitti di interesse e parentele sono stati più volte evidenziati nelle sentenze del TAR e in numerose segnalazioni pubbliche, sollevando dubbi sulla correttezza e imparzialità delle scelte gestionali.
Associazioni come il Codacons hanno richiesto l'intervento urgente dell'ANAC e della Corte dei Conti.
Il Piano Regolatore Portuale di Catania, adottato tra mille polemiche e senza un adeguato processo partecipativo, è stato gravemente contestato per carenze istruttorie, omissioni nella valutazione ambientale strategica e dubbi sulla sua reale sostenibilità.
Il tentativo di affidare a privati tutti i servizi portuali attraverso un "project financing" della durata di 25 anni e dal valore di centinaia di milioni di euro ha sollevato un'ondata di proteste politiche, sindacali e civiche, culminata con l'intervento della giustizia amministrativa che ha bloccato il progetto.
Ogni nuova sentenza conferma una gestione disastrosa, totalmente scollegata dai principi di legalità, efficienza ed economicità che dovrebbero guidare un ente pubblico.
L'AdSP si trova ormai a fronteggiare un rischio reputazionale pesante, sempre più esposta a procedimenti ispettivi, danni erariali e perdita di credibilità sui tavoli istituzionali e finanziari.
Le condanne alle spese legali - solo nell'ultimo anno ammontanti a decine di migliaia di euro - rappresentano solo la punta dell'iceberg di un disastro gestionale che rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro dei porti di Catania, Augusta e Siracusa.
Una richiesta di responsabilità
Alla luce di quanto emerso, si impone un intervento immediato e deciso delle autorità competenti: Corte dei Conti, ANAC, Ministero delle Infrastrutture e, se necessario, l'Autorità Giudiziaria dovrebbero aprire procedimenti ispettivi, commissariare la gestione e accertare le eventuali responsabilità personali e patrimoniali di chi ha determinato questo disastro.
La Sicilia orientale non può permettersi una gestione portuale inefficiente, opaca e disastrosa, proprio nel momento in cui porti strategici come Catania, Augusta e Siracusa possono rappresentare una leva decisiva per la ripresa economica, la crescita dell'export e la valorizzazione del sistema logistico mediterraneo.
L'AdSP del Mare di Sicilia Orientale ha bisogno di un radicale cambio di rotta, fondato su legalità, competenza, trasparenza e una visione di sviluppo realmente orientata all'interesse pubblico e al bene collettivo. E ha bisogno che ciò avvenga subito, prima che sia troppo tardi.
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