L'ultima volta che ci siamo occupati del porto di Catania è stato lo scorso luglio, sentimmo l'allora commissario Alberto Chiovelli.
I temi sempre gli stessi da un trentennio, con l'aggiunta dell'incredibile vicenda del contenzioso che impedisce l'attracco del catamarano da Malta che da solo porterebbe almeno 300 mila passeggeri l'anno, con tutto quello che consegue:
non riescono a mettersi d'accordo su come realizzare la rampa per le auto.
Pazzesco, facemmo un nodo al fazzoletto perché l'allora commissario garantì che entro settembre, (2021), la questione sarebbe stata risolta ma, come al solito, c'è rimasto il nodo e il fazzoletto neanche ricordiamo dov'è finito insieme a tutti gli altri.
Ma a Catania è tutto sconcertante e quello di oggi vuole essere solo un primo articolo di benvenuto all'appena nominato presidente dell'Autorità del Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale che unisce gli approdi di Augusta e Catania.
A Catania la situazione è incredibile, una confusione impressionante e pericolosa, un accozzaglia di rimorchi lasciati senza senso lungo ogni strada interna, manto stradale da mulattiera ottocentesca, un senso di abbandono che mette tristezza in rapporto con la bellezza del suo paesaggio e la meraviglia della sua posizione praticamente confinante con il centro barocco della città.
Anche la zona destinata alle navi da crociera è del tutto inadeguata, sembra una stazioncina abbandonata della littorina in qualche paesino dell'entroterra.
Un porto che potrebbe, dovrebbe costituire risorsa enorme per tutta la città con le sue potenzialità ed invece è ridotto ad una sorta di far west.
Basta pensare al percorso da realizzare unendo la passeggiata del "Passiatore" che potrebbe congiungere la sopraelevata che va dalla stazione sino al Molo di Levante: sarebbe una delle promenade più belle del mondo e invece rimane una periferia della civiltà.
Ci torneremo, e spesso, sul porto di Catania che è una vergogna: per oggi solo un benvenuto al neo presidente Francesco Di Sarcina, di cui non conosciamo il programma e che anzi non conosciamo proprio.
Gli facciamo i migliori auguri di non bruciarsi come alcuni suoi predecessori, di non farsi prendere dalla smania di potere, dalle lusinghe di chi fa affari di basso cabotaggio ed ha interesse a mantenere il disordine che regna sovranno.
Speriamo abbia voglia e coraggio di pensare in grande e di muoversi subito perché tempo non ce n'è più.
C'è tanto lavoro da fare e non sarà facile, ma il porto deve diventare, finalmente, risorsa per Catania: è una priorità.
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