Sabato 3 maggio sarà inaugurata nella storica Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella una mostra personale di Francesca Pizzo Scuto, dal titolo Minima sensibilia.

Francesca Pizzo Scuto (Bologna, 1979) è un’artista visiva, performer e musicista che dopo diversi anni
di attività, prevalentemente musicale e teatrale, dallo scorso anno riprende ad esporre i suoi lavori.
In realtà si tratta di una nuova ricerca sulla stratificazione e la ripetizione del gesto ricondotto alla dimensione essenziale di linea e colore che produce delle sequenze ritmiche che rimandano a segmenti musicali. Tali sequenze oltre che essere presentate attraverso dipinti a olio o pastelli, creano anche in ambito tessile una trasposizione volta a mantenere un equilibrio tra l’astrazione, il farsi materia e oggetto rituale. Il tutto in un’atmosfera attraversata da brani ambient music creati dall’artista appositamente per questa esposizione da Carta Bianca.
Il titolo della mostra, Minima sensibilia, nasce da uno studio sulla percezione del filosofo inglese Berkeley che riguarda le capacità dell’occhio umano di percepire un campo del visibile. Nello specifico, osservando questi lavori per una decina di secondi e poi chiudendo gli occhi, si verifica un fenomeno detto persistenza retinica. La retina dell’occhio cattura il messaggio luminoso e lo trattiene. Ad occhi chiusi si verifica una persistenza della visione, ma in negativo. I toni scuri risultano luminosi e viceversa quelli chiari.
Luca Fontana scrive di lei per questa mostra: “Francesca Pizzo Scuto è un'artista dalle molteplici dimensioni, in grado di esplorare e fondere vari linguaggi espressivi. È difficile identificare una forma di espressione che prevalga in modo netto, poiché nel corso della sua carriera le sue pratiche artistiche si sono intrecciate e sovrapposte in un percorso concettuale dove nessuna disciplina prevale sull'altra. Anzi, ogni aspetto della sua arte contribuisce in modo paritetico alla costruzione di un linguaggio che si manifesta come una coesistenza libera e coerente di visioni, suoni e gesti…. Il concetto della pittura non-pittura trova senso nella fusione sensoriale per collocarsi in una dimensione immersiva più ampia e dove l’armonia si porta a compimento quando musica, scultura e pittura vivono all’unisono nello spazio espositivo.
In mostra a Catania anche due opere realizzate in feltro che si sviluppano entrambe attorno al concetto di “modulare”. Un monile con inserti di pietra lavica, e una seconda che fa parte della serie “M.A.R.”, - Modulare, Angolare, Riparare - realizzata in feltro e perle scure.
Il lavoro tessile con il feltro è molto importante per Pizzo Scuto, si tratta in questo caso di un non-tessuto, il materiale più antico della storia dell’umanità, e quando nell’antichità gli uomini abbandonarono le pelli animali, lo fecero perché impararono a lavorare la lana in feltro. E proprio sulla base di questo tessuto grezzo l’artista, non solo recupera simbolicamente una pratica millenaria, ma lavora e produce ricami e composizioni che nel processo di trasformazione diventano veri e propri simboli che legano memoria, presente e tradizione…
La sua arte, permeata da un’intensa connessione tra i sensi e l’uso dei materiali, invita lo spettatore a una riflessione profonda sulla percezione, sull’esperienza sensoriale e sul legame fra passato e presente. L’artista non si limita a creare opere, ma agisce costruendo trame, matrici di segni ondulatori e ripetuti in cui il tempo e lo spazio sembrano fondersi in un'unica, potente, esperienza estetica.”
Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00
domenica e lunedì chiuso.
Per appuntamenti in giorni e orari diversi – tel. 336 806 701
Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso, 72/b Catania - galleriacartabianca.it