Egr. Direttore Di Rosa, per economia di tempo, in queste premesse, comunico in modo assiomatico alcune conclusioni a cui sono pervenuto con le mie esperienze umane e professionali:
- la precondizione per avere successo in questo momento storico, in tutte le attività imprenditoriali, professionali e di figure apicali nel pubblico e nel privato, sono le conoscenze.
Alcune conoscenze sono prodotte esclusivamente dalla ricerca scientifica dell'accademia e dei centri a ciò dedicati pubblici e privati.
Altre conoscenze invece vengono prodotte dalle aziende, dalle professioni, riservando, in molti casi, all'Accademia il ruolo della relativa sistematizzazione.
Chi ha conoscenze intellettuali, nella concezione aristotelica, ma anche i restanti che operano nel quotidiano realizzando cose materiali ed immateriali sono indispensabili per lo sviluppo dell'economia e della società.
E' possibile concludere che per lo sviluppo della società sono utili gli intellettuali e i non intellettuali che realizzano delle cose.
Ciò premesso esposto in modo volutamente conciso, mi limito a valutare il ruolo degli intellettuali o più compiutamente al significativo contributo che questi potrebbero dare nel quotidiano alla società nella prospettiva di sussidiarietà culturale da offrire ai decisori ed anche alla comunità dei cittadini.
Gli intellettuali si confrontano nei circuiti elitari rappresentati nelle poche riviste specializzate, nei convegni, nell'accademia e nei centri di ricerca.
Da parte mia ritengo che oltre tali confronti elitari fra intellettuali, dovrebbero essere estesi nel quotidiano utilizzando ogni mezzo di comunicazione non elitaria.
Mi risulta che Ella ha tentato in diverse occasioni di dare l'abbrivio al dibattito su questioni di interesse massificato registrando inizialmente interesse di alcuni professionisti e di qualche esponente politico.
La mancata continua propulsione ha vanificato l'iniziale abbrivio.
Ciò è frutto di osservazioni di quello che avviene nelle nostre comunità, ma anche a livello nazionale in cui non si registra una reale volontà di confronto, ma spesso, specie in politica, alla volontà dello scontro non basato su tesi ma su slogan.
Lascio da parte quello che avviene a livello nazionale per soffermarmi a livello locale in cui a volte si assiste ad interventi di intellettuali che spesso sono finalizzati ad esibizioni della loro cultura, forse, nel tentativo di creare gerarchie culturali, anziché proporre soluzioni ai vari portatori di interesse massificato della comunità.
In conclusione questa mia iniziativa è finalizzata a stimolare il confronto fra intellettuali e non intellettuali che dalla loro parte hanno fatto delle cose nell'interesse della nostra comunità.
Implicitamente la invito a svolgere il ruolo di apripista nel confronto sulle questioni di interesse massificato.
Fra questi si potrebbe avviare un confronto sulle refluenze socio economiche del Ponte di Messina nella nostra realtà locale e/o sulla insularità della Sicilia.
La ringrazio per lo spazio che vorrà riservare a quanto sopra esposto.
Ringrazio io.
Noi, gentile dr. Pogliese, siamo come sempre pronti a dare tutto lo spazio possibile a chi ha qualcosa da dire o proporre, anche quando non siamo d'accordo, anzi direi soprattutto.
Come rileva lei, ci abbiamo provato e continueremo a farlo.
Più di questo non possiamo fare. (PDR)
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