Caro Giorgio,
approfittando di una breve pausa estiva ho trovato su YouTube (non c'è solo immondizia) una serie di seminari tenuti da docenti di Harvard e di altre prestigiose Scuole di Medicina americane in preparazione al Board of Internal Medicine, esame che testa la idoneità ad esercitare la professione di internista, che da noi sarebbe l'equivalente del clinico medico (nel digitare mi era saltata la lettera l e avevo scritto cinico medico: che sbadato! Per fortuna me ne sono accorto in tempo) o del direttore di un reparto di medicina interna.
Nei seminari vengono trattati gli argomenti più disparati, quelli che un internista deve conoscere.
Sei giovane abbastanza per ricordare che un periodo di normalità la sanità italiana lo ebbe: ricordi gli esami di idoneità a Primario Ospedaliero?
Mi pare ci fossero duecentocinquanta “tesine” riguardanti altrettanti argomenti; solo superandolo si poteva partecipare ad un concorso per primario.
Poi venne la legge Gelmini che ha devastato la medicina e la chirurgia: il popolo dovrebbe sapere che si diventa professore ordinario di medicina o di chirurgia solo per titoli, cioè con le carte.
Che possono essere vere e magari scritte da altri, parenti e non, o false.
Non per nulla a Catania abbiamo Ciulla , quello che a copiare si trastulla, che coi lavori di copiato, diventò presto associato.
Ed un amico di altra città mi riferì le confessioni di un professore di medicina interna, sempre di altra città, che in un impeto di sincerità, sussurrava: “tutto so di un recettore, ma non so fare il dottore, e se poi vado in corsia, di malati è una moria “.
Bello no?
Il fatto è che in Italia si fa carriera sono con l’impact factor cartaceo non esistendo, come all’estero, un impact factor clinico.
Quindi dove sono i Maestri?
Pare che lo stesso di cui scrivevo sopra, sempre in confessione, abbia detto “ che un fegato ci sia, lo imparai in anatomia, e so pure che il cuore, ogni tanto dà dolore “. Tutto qui.
Si vuole risanare la medicina?
Controllare che l’aspirante clinico abbia frequentato realmente le corsie con un esame teorico (quiz su tutti gli argomenti della disciplina per la quale si concorre), prova pratica con malati con varie patologie ed infine, se richiesto, impact factor veritiero.
Le lezioni di medicina interna non devono essere la reiterazione della patologia, ma la discussione di casi clinici con diagnosi differenziale la quale ultima (è una tautologia perché diagnosis in greco significa separazione di entità), insegna a ragionare sul malato, sul significato dei vari esami, sui metodi per arrivare alla corretta diagnosi.
Dunque: dove sono i Maestri come quelli che ricordiamo?
Le liste di attesa? Facile eliminarle consegnando come ai vecchi tempi una raccolta di tagliandi che consente al paziente di andare da qualunque medico che accetti di visitare a condizioni economiche vantaggiose per lo Stato: semplice vero ?
Ma appunto perché si tratta di una soluzione semplice e logica non è fattibile.
Come Hamingway scrisse “Addio alle Armi” è il momento di scrivere “Addio alla Sanità”.
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