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DIBATTITO PER CATANIA (e non solo), l'ingegnere ed ex assessore Alberto Pasqua sui nodi urbanistici della citt

15-12-2022 05:30

*Alberto Pasqua

Cronaca, Focus, Voci Catanesi,

DIBATTITO PER CATANIA (e non solo), l'ingegnere ed ex assessore Alberto Pasqua sui nodi urbanistici della città

Questioni da decenni irrisolte...

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Si arricchisce il dibattito che ci piacerebbe fosse generale e sempre più partecipato sulle sorti di questa nostra Catania meravigliosa , perché tale è nonostante noi catanesi.

 

L'intervento di oggi è di un grande ed appassionato conoscitore delle cose etnee, l'ingegnere Alberto Pasqua, professionista stimato ed in passato prestato da tecnico all'amministrazione comunale in qualità di assessore nella giunta Stancanelli.

 

Alberto Pasqua, con i proff. Tino Vittorio e Fernando Gioviale, è stato protagonista di uno dei nostri SudTalk in diretta dal titolo "La borghesia catanese in sentimento?", parafrasi del romanzo da lui scritto ed altra occasione per ragionare su Catania partendo dai ruggenti anni '60.

 

Pasqua prende spunto dall'ultima riflessione dell'avv. Dario Riccioli sul Water Front per allargarla al complicato coacervo dei vari nodi urbanistici che costringono la città ad un'assenza di visione, non si sa quanto casuale.

Anzi, il sospetto forte, fortissimo, è che la mancanza di un piano regolatore da oltre un cinquantennio ha consentito una gestione folle e spesso anche criminale del territorio, con il giochino delle varianti a farne scempio compromettendone ogni sviluppo utile.

 

I nodi che, da esperto, pone l'ing. Pasqua sono irrisolti da decenni: speriamo che la prossima amministrazione riesca a risolverne almeno uno.

 

E, tra questi, quanto sarebbe bella una promenade che dalla stazione ferroviaria, attraversando il Passiatore, portasse fino alla fine del Molo di Levante: uno dei "camminamenti" più suggestivi e belli del mondo...e noi continuiamo a sognare, nonostante tutto.

 

  (PDR)


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Caro Direttore,

 

con riferimento alla lettera aperta dell’avvocato Riccioli sul Frontemare catanese, ti invio una breve memoria per punti.

 

Spero che essa contribuisca al più ampio dibattito, da te meritoriamente promosso, sulle prospettive della nostra città che da sessant’anni rimangono tristemente tali..

Il Frontemare oggetto dell’intervento è ben più lungo del tratto piazza Europa – Faro Biscari. 


Nell’ottica dell’area metropolitana (Catania e il suo omogeneo comprensorio, da non confondersi con la Città Metropolitana corrispondente all’area dell’ex Provincia regionale) dovrebbe impegnare la linea costiera da piazza Mancini Battaglia (Ognina) all’Oasi del Simeto.


Per il tratto Ognina – Europa sono auspicati e previsti specifici interventi più avanti sintetizzati.


Per il più lungo itinerario costiero dal Faro all’Oasi opera il progetto PUA (Piano Urbanistico Attuativo, previsto dal Patto Territoriale Catania Sud) che comprende aree espositive, un acquario, un campo da Golf, un Parco del Mare, Isole Attrezzate, recupero delle masserie, ecc.).

Vi rientra inoltre il rispetto plano-altimetrico della zona aeroportuale.  


Vige inoltre, per l’accesso al mare, per le concessioni ai privati, per le attività, per le barriere ai litorali, la disciplina del Piano (regionale) di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), secondo la ripartizione delle competenze tra la Regione e i comuni costieri siciliani.

 

Nel tratto Ognina – Europa, di cui si diceva, rimangono punti cardine, irrinunciabili e da decenni all’ordine del giorno: 

 

  • l’integrazione della piazza Mancini Battaglia al borgo di Ognina e l’abbattimento del cavalcavia; 
  • il completamento della via Alcide De Gasperi che, come sede veicolare, consentirebbe la pedonalizzazione e ciclabilità del lungomare;
  • è opportuno ricordare i porti pescherecci di San Giovanni Li Cuti e di Ognina, che andrebbero ripensati e riqualificati;
  • la rimozione e spostamento alla stazione Acquicella del Deposito Ferroviario e l’utilizzo turistico ambientale e turistico dell’area così liberata; 
  • un intervento urbanistico e architettonico su piazza Giovanni XXIII che, snodo di più modalità di trasporto, è il polo terminale est dell’asse Martiri della Libertà - Sicilia che collega (a baionetta) la costa al cuore del Centro Storico (piazza Stesicoro);
  • il Nodo Catania (il passante ferroviario), ovvero il progetto di interramento e raddoppio e della ferrovia lungo la costa, con la eliminazione dei binari sugli archi della Marina e della cosiddetta storica “cintura di ferro” (Contratto di Programma MTI-RFI 2017-2021 Parte investimenti – Città Metropolitane);
  • Il porto (che serve di fatto sei province siciliane), area commerciale, da diporto e turistica, parte del centro storico nel paesaggio degli edifici settecenteschi, continua la sua politica di apertura alla città, alla fruizione turistica e di svago dei cittadini. Sugli archi della Marina (che a giudizio di taluni, andrebbero demoliti) è previsto, un camminamento pedonale e ciclabile a verde (al modo, spesso richiamato, del camminamento High Line di Manhattan (1);
  • l’asse viario Colombo-Tempio, proseguendo, va riqualificato anche con il recupero del quartiere Angeli Custodi e dei vecchi contenitori edilizi;
  • al Faro, la rotatoria andrebbe modificata portandola a due livelli, data la sua statistica pericolosità.
  • È opportuno inoltre ricordare i porti pescherecci di San Giovanni Li Cuti e di Ognina, che andrebbero ripensati e riqualificati. E una certa attenzione, ai fini di un riordino urbanistico e di recupero, meriterebbero la via 6 Aprile, il Passiatore, le piazze dei Martiri e Borsellino (Alcalà).

 

A proposito del "camminamento del porto", il D.Lgs. n. 169 del 04.08.2016 istituisce quindici Sistemi Portuali, ciascuno delle quali comprende porti di II categoria di I (rilevanza internazionale) e II classe (rilevanza nazionale), con esclusione di quelli di III classe (rilevanza regionale e interregionale).

Sono istituiti in Sicilia, quello della Sicilia occidentale (il porto di Palermo e altri minori), quello dello Stretto (Messina, Reggio Calabria e altri minori) e quello della Sicilia orientale che unifica la gestione del porto di Catania (II classe; TEN-T Comprehensive Network) e del porto di Augusta (I classe; TEN-T Core Network) ove ha sede l’Autorità in quanto polo core. I due porti (Catania e Augusta) dispongono dei Piani Regolatori di Sistema sottoposti all’approvazione dei comuni interessati e quindi della Regione.


Con riguardo al Piano Regolatore (vige ancora a Catania il Piano approvato dalla Regione nel 1969), a tutt’oggi, di un nuovo Piano, sono state elaborate solo le Direttive Generali.


Nel contempo il tradizionale PRG assume la denominazione di PUG (Piano Urbanistico Generale – piano di livello comunale), con innovate modalità di stesura e nuovi più complessi contenuti, nel rispetto dei sovraordinati Piano Territoriale Regionale (PTR – piano d’area vesta) e piani per le Città Metropolitane e per i Liberi Consorzi di Comuni (anch’essi di area vasta).


Ai comuni, ovvero al livello locale, quindi, è demandata la formazione del PUG, con molteplici profili di studio e ampia articolazione di temi (suoli, perequazione, tutela dei nuclei storici, restauro e rigenerazione, turismo, servizi di rete, staticità degli edifici, spazi pubblici e privati, luoghi d’aggregazione, rifiuti, mobilità, ecc., fermo restando ancora il criterio della zonizzazione). 

 

Con riguardo al vecchio quartiere di San Berillo (mi risulta che il Comune dispone di un’analisi di consistenza edilizia), mi permetto di reiterare una proposta che a più riprese (anche in qualità di assessore) ho sottoposto ai nostri pubblici amministratori.

 

Questo comparto storico, articolato in vie, viuzze, scalette e cortili, ed edifici recuperabili, taluni anche architettonicamente validi, si presterebbe, con iniziativa pubblico-privata, a luogo di attività artistiche, culturali e di svago.

 

Mostre, artigianato, teatri, sale di musica, ristoranti, caffetterie, ecc., e persino sedi di scuole d’arti liberali e di attività scolastiche extracurriculari (grafica, recitazione, danza, lingua, strumenti musicali, ecc.).

 

Un luogo che potrebbe restare aperto e vivo anche ventiquattro ore al giorno, gaio, redditizio e fruibile da cittadini, visitatori e turisti. 


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