Video intervista ad un rappresentante dei 150 mila lavoratori del settore del gioco legale, un comparto che si è reso utile a controllare e limitare la naturale propensione delle persone alla scommessa che, se non gestita correttamente, finisce fatalmente nelle grinfie della criminalità. Diversi organi di stampa si stanno occupando del caso delle sale da gioco che solo in Italia rimangono inspiegabilmente chiuse, con ciò mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro oltre che dare, con la inibizione di quelle legali e super controllate, ulteriore spazio al gioco d'azzardo illegale, che non ha certo bisogno di autorizzazioni, alimentando ogni genere di traffici, peraltro sottraendo allo stato ingentissimi introiti fiscali.
La famosa Fase 2 che stiamo vivendo è quella della convivenza con il virus. Momento in cui ci riappropiamo dei nostri spazi, le aziende aprono bottega e molta gente torna a lavorare. Ma siamo sicuri che sia realmente così? Non proprio.
Infatti nell'ultimo Dpcm del 17 maggio si legge quanto segue:
Questa disposizione ha scatenato le lamentele di chi lavora proprio in quel settore. Per questo motivo abbiamo intervistato
Agatino Ventimiglia
, rappresentante della sala
Bingo Family di Misterbianco: "È mio dovere dare voce a questo settore nel quale lavoro da oltre 20 anni. Siamo chiusi da Marzo senza percepire nulla. Il Governo ci ha promesso gli ammortizzatori sociali, che non sono mai arrivati, e siamo in ginocchio economicamente".
Inoltre, con la loro chiusura, anche lo Stato ne risente a livello economico essendo un'attività monopolizzata e di sua concessione. A
Catania sono 7 le sale bingo chiuse,
ma a
livello nazionale
si contano
150.000 dipendenti
del settore che continuano a rimanere a casa senza percepire nè stipendio nè cassa integrazione. Questo comporta, inevitabilmente, uno stress psicologico e un'estrema difficoltà nel mantenere la propria famiglia.
In più, precisa il signor Ventimiglia: "
la chiusura delle sale bingo e quindi del gioco legale, comporta un aumento di attività illegali e clandestine
".
Il personale come sta vivendo questa situazione?
"
I dipendenti, come me, sono disperati. Siamo in attesa di poter comiciare a lavorare. Sono e siamo preoccupati e terrorizzati da questa attesa snervante e dalla possibile non riapertura di queste strutture. Temiamo di perdere il nostro posto di lavoro ed è compito della politica intervenire e rassicurarci. Lo Stato deve darci il diritto a lavorare
" conclude.
Nel video vi riportiamo l'intervista integrale al signor Ventimiglia in cui chiarisce i punti della situazione. Questa video intervista vorrebbe essere anche un modo per far capire cosa significa realmente avere paura di perdere il proprio posto di lavoro e ritrovarsi un giorno senza niente. Avere paura di non sapere come andare avanti e proteggere e sostenere la propria famiglia.