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Diesel, quanto costi? Tra gli escamotage del governo e gli interventi della Sicilia

09-10-2024 07:00

Giacomo Petralia

Cronaca, Focus, ars sicilia, Governo, aumento accise benzina, carburante,

Diesel, quanto costi? Tra gli escamotage del governo e gli interventi della Sicilia

La Sicilia è la quarta regione italiana per l'elevato prezzo dei carburanti... ma a preoccupare è altro.

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Nei giorni scorsi, degli inquietanti rumors su un possibile annuncio hanno iniziato ad alimentare le paure più profonde dei consumatori italiani, facendo tremare e sudare nervosamente le mani soprattutto a chi, per necessità, deve quotidianamente stringerle attorno a un volante.

 

In effetti, sembrava che tra le file del governo Meloni si stesse vagliando l’ipotesi di integrare diverse misure al Piano Strutturale di Bilancio di medio termine 2025-29, pubblicato a fine settembre, tra le quali un imminente aumento delle accise sul gasolio.

 

Fortunatamente, le apposite smentite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze non sono certo tardate ad arrivare, acquietando gli animi degli automobilisti: tramite una nota, infatti, la notizia è stata presto liquidata dal MEF come “l’ennesima fake news creata dalle opposizioni.”

 

Nulla di cui preoccuparsi, dunque: non si inizierà certo a pagare di più… si smetterà soltanto di pagare meno!

 

Il costo di allinearsi

 

“Sulla base degli impegni PNRR, delle raccomandazioni specifiche della Commissione Europea e del Piano per la Transizione Ecologica approvato nel marzo 2022” si legge in un avviso rilasciato dal Ministero guidato da Giancarlo Giorgetti il Governo è tenuto ad adottare misure rivolte a ridurre i sussidi ambientali dannosi […] È pertanto allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise.”

 

L’OCSE ha cercato di dare una definizione il più univoca possibile al concetto di Sussidio Ambientalmente Dannoso (SAD), descrivendolo in breve come “quella misura di sostegno che aumenta lo sfruttamento delle risorse e danneggia la biodiversità.”

 

Nel corso degli anni, delle stesse misure di sostegno ha beneficiato proprio lo stesso gasolio, il cui trattamento, secondo il Catalogo sui Sussidi Ambientalmente Favorevoli e sui Sussidi Ambientalmente Dannosi pubblicato nel 2022 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “contribuisce certamente al grave problema dell’Italia di inquinamento atmosferico.”

 

Milioni di automobilisti e di autotrasportatori in marcia sul territorio nazionale potrebbero quindi dire presto addio all’agevolazione nei rifornimenti, trovando il prezzo del carburante per i propri veicoli a motore diesel a pari merito con il costo della benzina, grazie ad un allineamento di accise che garantirebbe non solo un riordino delle spese fiscali tanto ricercato dall’esecutivo ma, soprattutto, un gettito di circa tre miliardi di euro nelle casse dello Stato.

 

Un bottino niente male per chi, in tempi non troppo lontani, ha giurato di dare battaglia proprio su questo tema.

 

Lo scintillio dell’oro nero

 

A poche ore di distanza dal fuggi-fuggi di tale notizia, l’Osservatorio Nazionale dell’associazione Federconsumatori ha rilasciato alcune preoccupanti stime sulle probabili e disastrose conseguenze che porterebbe il balzo dell’accisa sul gasolio dagli attuali 0,61 centesimi a quasi 0,73 centesimi.

 

“In termini diretti, ogni automobilista subirebbe un aumento per il rifornimento di gasolio di circa 112 euro annui in più” mette in guardia l’Osservatorio “ma le ripercussioni più gravi si avrebbero per gli effetti indiretti di tale operazione […] l’aumento del costo del diesel produrrebbe un ulteriore aggravio dei beni di largo consumo pari a +121,00 euro annui a famiglia.

 

Se a risentire dell’entità di questi effetti sarebbero maggiormente alcune zone del nord Italia, come la provincia autonoma di Bolzano e la Liguria, nemmeno le Isole avrebbero certo grosse possibilità di scampo.

 

I dati relativi ai prezzi medi dei carburanti per regione, pubblicati sul sito ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e aggiornati all’8 ottobre 2024, hanno evidenziato la Sicilia come la quarta regione del Belpaese per prezzi elevati: sulle strade della Trinacria, infatti, vengono spesi dai cittadini circa 1,65 euro e 1,77 euro soltanto per far assaporare alle proprie automobili rispettivamente un litro di gasolio e un litro di benzina.

 

Col senno di poi, e in considerazione delle prospettive che il prossimo futuro potrebbe riservare agli automobilisti, non possono che far sorridere gli interventi orgogliosamente annunciati dall’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità, Alessandro Aricò, nel luglio 2023, periodo in cui anche le isole minori della Sicilia erano pressate da un caro-benzina con davvero pochissimi precedenti.

 

In quell’anno, infatti, su proposta della giunta, l’Assemblea Regionale Siciliana aveva approvato una norma che prevedeva la concessione di contributi pari a 800.000 euro complessivi agli autotrasportatori da e verso la Sicilia, al fine di calmierare il costo del trasporto di materiali, tra cui proprio benzina, gasolio e gas, costo dovuto anche al conflitto russo-ucraino.

 

Mentre diverse associazioni hanno già proclamato guerra all’ipotesi di questo allineamento, per i cittadini si prospetta invece l’ennesima attesa di numeri, di cifre. Come quando, fermi all’erogatore, si fissa silenziosamente lo sguardo sul girare del contalitri.

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Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

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