Lo annunciamo subito: sulle piste ciclabili catanesi, chiamiamole così, torneremo a breve perché pare sia l'ennesima saga in salsa etnea ed i milioni nel corso degli anni sono stati buttati a vagonate.
Adesso siamo un pò in confusione perché non riusciamo a decidere quale sia la più cretina e inutile tra quelle sinora realizzate: abbiamo quella fantasma tra la piazza della stazione Giovanni XXIII che sale sui marciapiedi delle vie Di Prima, De Curtis, piazza Falcone e Marchese di Casalotto. Mai vista una bici…
Poi abbiamo quella di Librino, già costata 2 milioni e che adesso vorrebbero “riqualificare”: nientemeno, cose da pazzi.
Ora hanno “allungato” quella che da piazza Europa si fermava ad Ognina facendola arrivare sino a via Villini a mare: in pratica hanno pitturato di azzurro pezzi di marciapiede lasciando i pali in mezzo: Zelig.
Per non parlare di quella che forse era la più assurda di tutte, quella dell'aeroporto.
In pratica una “pista ciclabile” che dalla stazione ferroviaria di Fontanarossa dovrebbe portare direttamente alle partenze del mitico scalo aereo: forse un caso unico al mondo.
Pazzesco, vabbè ci torneremo.
Magari lanceremo un concorso a premi per votare la “ciclabile più idiota d'Italia”.
Intanto veniamo all'ultima che si annuncia come l'opera più brillante del biennio.
È in corso di realizzazione proprio in questi giorni lungo il tratto della via Cristoforo Colombo che va da piazza Alcalà al Faro Biscari, più o meno.
Ne parliamo subito, nelle more dell'inchiesta più ampia, perché è una strada che percorriamo ogni giorno per andare in redazione, insieme a migliaia di utenti inferociti per le lunghe code determinate dai lavori.
Una confusione che ha meritato l'intervento formale di due consiglieri comunali dell'MPA Angelo Scuderi e Daniela Rotella, che hanno contestato l'opera a prescindere dai disagi in corso: “Si sta costruendo un muro mostruoso in cemento al centro della strada, largo un paio di metri e alto una cinquantina di centimetri. Sappiamo che si tratta di una pista ciclabile. Ma ci chiediamo: i ciclisti la percorrerebbero inghiottendo i gas di scarico di due fiumi di auto incolonnate l’una accanto all’altra tanto da non potere aprire gli sportelli in caso di emergenza? E i pali dell’illuminazione al centro della pista perché? Per andarci a sbattere?”.
In effetti, a ben guardare il progetto ed i lavori in corso, non mancano le perplessità.
In pratica dovrebbe essere una pista ciclabile in cemento armato, sopraelevata rispetto al manto stradale di una 50ina di centimetri, posta bellamente al centro della carreggiata, con conseguente restringimento dello spazio disponibile alle auto.
In attesa che il capolavoro venga ultimato e di vederci sopra migliaia di ciclisti entusiasti, è praticamente impossibile raggiungere aeroporto o zona industriale senza farsi almeno un'ora di fila.
Però loro sono contenti, alla fine faranno una bella festa, anche il giro in bici con fascia e famiglia, foto e interviste e se loro sono contenti a continuare a buttare soldi pubblici senza concludere mai niente, saremo contenti anche noi.
Come sempre.
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