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Piste ciclabili a confronto: l'esperienza di Palermo e quella fallimentare di Catania

05-07-2017 20:40

Barbara Corbellini

Cronaca, Focus, amministrazione, catania, comune, palermo, fondi, consorzio di bonifica catania, maresciallo salvo mirarchi, viale nitta,

Piste ciclabili a confronto: l'esperienza di Palermo e quella fallimentare di Catania

Se per l'ampliamento della pista ciclabile di Palermo, da via Archirafi fino al porticciolo Bandita, sono stati investiti circa 2 milioni di euro per

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Se per l'ampliamento della pista ciclabile di Palermo, da via Archirafi fino al porticciolo Bandita, sono stati investiti circa 2 milioni di euro per 4,70 chilometri, a Catania sono stati già spesi milioni su milioni per piste incomplete. Nel 2015, il tratto piazza Santo Spirito-Stazione Centrale è costato ai catanesi oltre 3 milioni per  circa 1 chilometro di pista, come dichiarò il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo a Sudpress. E che dire di quella al Lungomare che collega piazza Europa a piazza Mancini Battaglia ma che avrebbe dovuto raggiungere Viale Ulisse? Oltre 450 mila euro per un progetto a metà.

 

Grazie ai PON Metro, finanziamenti dell’Unione Europea, l’Amministrazione comunale, a Palermo, è riuscita a  dare vita a un progetto di ampliamento della pista ciclabile che partirebbe da via Archirafi fino al porticciolo di Bandita per arrivare entro il 2020, compresa la pista già esistente, a un totale di 7 chilometri e 400 metri.

 

Il progetto è stato finanziato con i fondi PON Metro per 2 milioni e 100 mila euro. L’attuale pista ciclabile è di 2,70 chilometri mentre il tratto oggetto di intervento sarà di 4,70 chilometri.

 

E se a Palermo vogliono integrare quella attuale a Catania alcuni tratti non vennero mai realizzati come il completamento di viale Kennedy alla Plaia o il tratto Stazione-piazza Europa lungo viale Africa. Il resto della città? Come se non esistesse!

 

Ma andiamo con ordine: lo scorso anno è stato realizzato solo il tratto del Lungomare. Il progetto originale del comune del capoluogo etneo doveva estendersi da piazza Europa a viale Ulisse e comprendere anche il proseguimento verso la zona sud partendo sempre da piazza Europa fino al viale Kennedy, compreso l'ingresso del porto di Catania. La pista, come tutti sappiamo, è stata realizzata soltanto da piazzaEuropa e piazza Mancini Battaglia per una lunghezza di circa un chilometro.

 

Si parla di un’infrastruttura le cui dimensioni sono così ridotte da risultare quasi ridicole per una città metropolitana con 58 comuni e non si può nemmeno parlare di risparmio, viste le cifre appena snocciolate.

 

Infatti è stata tagliata fuori la zona della Plaia per mancanza di fondi. Soltanto nel tratto iniziale in viale Kennedy esiste già una pista realizzata anni fa ai tempi dell'Amministrazione provinciale di Nello Musumeci insieme a parte della riqualificazione stradale.

 

A conti fatti dunque l'opera è stata realizzata per meno della metà.

 

Costo della pista ciclabile incompleta, circa 468 mila euro di cui 168 mila iniziali (in un primo momento 196 mila) a cui se ne sono aggiunti altri 300 mila, in corso d'opera, per lavori di messa in sicurezza. 

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Ma non finisce qui: il progetto del Lungomare si è rivelato fallimentare anche perché non si tratta di una vera e propria pista ciclabile come viene ad esempio concepita in altre città d'Italia e d'Europa. Non basta “ritagliare” delle parti di strada gettando un po’ di vernice: 
come prevede la normativa, deve essere un’infrastruttura con una sede propria

, separata dagli altri spazi dedicati ad altri mezzi con cui potrebbe entrare in conflitto e causare incidenti.


Dovrebbe avere un suo arredo e una serie di piccoli servizi come punti di sosta attrezzati con fontanelle.

 

Il disegno iniziale da piazza Europa a viale Ulisse prevedeva ben 2.200 metri di pista , un percorso dalle superfici regolari, con una nuova pavimentazione flessibile e dello spessore di 5 centimetri e la verniciatura con colori antiscivolo, rampe per i disabili e attraversamenti pedonali.


Niente di tutto questo è stato fatto..

 

Fra tutte le anomalie del caso sorge spontaneo domandarsi quale senso possa avere per i ciclisti compiere un percorso da piazza Europa che si interrompe alla fine del Lungomare, per poi trovarsi di nuovo in difficoltà e senza alcun collegamento ciclistico alla circonvallazione.

 

E se questa è la pista ciclabile realizzata lo scorso anno la precede un'altra realizzata tra piazza Santo Spirito, alle spalle di piazza Stesicoro e piazza Giovanni XXIII (Stazione) lungo la via Di Prima.

Questo progetto, per la cronaca, prevedeva anche il tratto tra la stazione e piazza Europa, un continuum con quella del Lungomare appunto, che però non è mai stato realizzato.

 

L’investimento della pista del centro storico è stato di ben 3 milioni e 400 mila eurouna cifra esorbitante

per un tratto lungo soltanto  1 chilometro e 100 metri.

 

Facendo due calcoli e un confronto con il progetto palermitano la cosa sconvolgente è che è stato speso 1 milione e 100 mila euro in più per avere circa 3 chilometri in meno di pista. 

 

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Anche in questo caso chiamarla pista ciclabile è un parolone : a parte il simbolo della bicicletta a terra non è immediatamente comprensibile che si tratti di un percorso ad hoc per le due ruote, non c'è nessuna separazione dallo spazio su cui dovrebbero camminare i pedoni e il tratto di piazza Santo Spirito è dello stesso colore del marciapiede. Questo porta la gente a confondersi tant'è che in alcuni punti ci sono motorini parcheggiati.

 

Questo è il risultato di quello che l’Amministrazione non è riuscita a fare, cioè creare una vera rete ciclabile, degna di questo nome e funzionale che potesse collegare le arterie principali della città.

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