"Questa è l’ora dei dilemmi etici, della coscienza che non sa trovare pace.
E neppure vuole pacificarsi, se questo significa sminuire il senso di quella sofferenza.
Ma chi oserà dire che quella sofferenza ha senso?
O che è il giusto prezzo da pagare per una causa?"
Così nell'introduzione dell'ultimo attualissimo libro del prof. Massimo Giuliani, docente del Pensiero ebraico all’Università di Trento e Filosofia ebraica nel corso di studi ebraici dell’Ucei a Roma.
Il titolo è "Gerusalemme e Gaza, guerra e pace nella terra di Abramo" e lo presenteremo in questa puntata straordinaria, condotta dal direttore editoriale Pierluigi Di Rosa, incontrando in diretta l'autore con l'avvocato Carola Parano Ruah, esperta in relazioni e commercio internazionale in particolare con Israele e medio oriente.
Il tema è delicatissimo, provando a ragionare su quanto sta accadendo in Medio Oriente e su cui ci si sta giocando il futuro dell'intera civiltà occidentale, che con tutti i suoi limiti, errori ed esagerazioni, ha comunque costruito un possibile percorso di libertà per i popoli della Terra.
Ci interessa indagare questa storia partendo da un approccio del tutto laico, constatando che a lottare in questo momento per la sua sopravvivenza, ed ininterrottamente minacciata sin dal 1948, è un piccolo stato di appena 10 milioni di abitanti, Israele, l'unica democrazia dell'area mediorientale, circondata da due miliardi di musulmani governati da dittature o autocrazie violente e retrograde.
Questo il tema.
Che deve tenere in gran conto sorte e sofferenze delle popolazioni civili, che nulla hanno a che fare con chi ferocemente le governa e spesso sfrutta, scrive infatti Giuliani: "Civili palestinesi, ossia esseri umani inermi e disarmati, devono lasciare le loro case, per non morire sotto i bombardamenti, verso chissà dove, preda di un’angoscia non troppo dissimile da quella delle famiglie colpite dalla furia omicida e criminale di Hamas. I motivi del dolore, i contesti geopolitici in cui si soffre, i responsabili vicini e lontani delle tragedie umane sono diversi, anzi diversissimi; ma la sofferenza umana e il colore del sangue sono uguali per tutti."
E con questo approccio cercheremo di offrirci spunti di riflessione, partendo da questa importante opera di Giuliani e con il contributo anche degli altri due ospiti della puntata: Ruben della Rocca, Giornalista-collaboratore di Radio Radicale e Radio Gente Umbra, attualmente consigliere della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e Ruggero Gabbai, regista e produttore cinematografico.
«V’è un tempo per la guerra e v’è un tempo per la pace».
Il poeta israeliano Yehuda Amichai ha osato contraddirlo:
«Qohelet si sbaglia: un uomo ha bisogno di amare e di odiare nello stesso tempo, di ridere e di piangere con gli stessi occhi e con le stesse mani di gettare pietre e di raccoglierle, di fare l’amore in guerra e la guerra in amore».
"La lacerazione dell’anima - ci dice Giuliani - è il segno che nessuna spiegazione politica, nessuna ricostruzione storica, nessuna ideologia religiosa soddisferà mai l’infinito bisogno di giustizia che ogni singola vita distrutta, ogni singola ferita, ogni singola offesa esigerebbero. E tuttavia, anche in questa lacerazione, dobbiamo cercare di capire e di prendere un respiro più profondo, dobbiamo andare avanti, come si dice, e sforzarci di sollevare sia la testa sia quella stessa coscienza che, nonostante tutto, vuole discernere e trovare una via d’uscita, vuole ragioni di speranza, per sé e per gli altri. Più concretamente, per sé e persino per i propri nemici."
È ora di riflettere e prendere posizione, agire: ciascuno per quello che può.
Prima che sia troppo tardi.