Come abbiamo già scritto, oltre le varie indagini di diverse procure, sul “caso Cannes” sono state presentate all'ARS tre diverse interrogazioni, due a risposta orale da PD e 5Stelle ed una a risposta scritta primo firmatario Cateno De Luca.
Ed è proprio a quest'ultima che viene fornita una prima risposta da parte dell'attuale presidente della regione Renato Schifani che, secondo quanto affermato dall'ex assessore Manlio Messina, sarebbe il responsabile avendo retto ad interim quello stesso assessorato da cui origina questo che ora è diventato un vero e proprio scandalo. Prosit, lasciamo perdere…
La risposta di Schifani è datata 3 marzo, quindi precedente alla pubblicazione della sentenza del TAR, del successivo 9, che attesta l'inesistenza di qualsivoglia “esclusività” che avrebbe potuto in qualche modo legittimare l'affidamento diretto dei milioni per la partecipazione al festival di Cannes.
La sentenza invece, escludendo qualsiasi esclusività, ha già aperto nuovi e attesi scenari con la sua trasmissione alle varie procure penale e contabile disposta dallo stesso collegio giudicante.
L'essere datata in precedenza, anche se allegata alla seduta del 14 marzo, non consente di sapere se il tenore della risposta sarebbe stato diverso se il presidente fosse stato a conoscenza della pesantissima sentenza del TAR, ma in ogni caso il contenuto è chiaro.
L'interrogazione di De Luca poneva tre quesiti:
al primo, smentendo l'ex assessore Messina che lo aveva esplicitamente accusato di esserne l'autore occupando l'interim o di “non leggersi le carte, cosa gravissima”, il presidente Schifani risponde che della faccenda “non era assolutamente a conoscenza”;
al secondo specifica che l'affaire si riferisce ad “una programmazione già deliberata dal precedente governo”, cioè quello presieduto da Nello Musumeci con Manlio Messina assessore al ramo;
al terzo segnala che l'affidamento milionario relativo al 2023, dopo intervento ispettivo, è stato revocato, mentre per quanto attiene al 2022 dove tutto è bello e liquidato ancora si deve capire come andrà a finire.
Ora si attendono le risposte alle altre due interrogazioni che, essendo chiesta la trattazione orale, dovranno essere discusse pubblicamente in aula ed in questo caso non potranno non tenere conto della sentenza del TAR.
Leggi anche: