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Scandalo AST, Lo Schiavo (Fast-Confsal): "Atto da condannare, ma azienda allo sbando"

20-02-2018 09:19

Giuseppe Nibali

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Scandalo AST, Lo Schiavo (Fast-Confsal): "Atto da condannare, ma azienda allo sbando"

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A pochi giorni dallo scandalo dell'indagine che vede coinvolti metà degli autisti dell'Azienda Siciliana Trasporti (Ast) partecipata della Regione siciliana, che garantisce il trasporto tra i vari comuni, per aver sottratto gli incassi dei biglietti venduti, parla Giovanni Lo Schiavo, segretario regionale Fast - Confsal Sicilia: "L’AST/spa è al collasso, disservizi giornalieri e corse soppresse, autobus vetusti, inchieste giudiziarie in corso di ieri e di oggi e una situazione debitoria non indifferente, dove purtroppo, l’ultima indagine della magistratura in merito ai soldi sottratti dalla vendita dei biglietti altro non è che la triste e amara conferma dello stato di degrado e di mala gestio in cui versa la Partecipata ormai da decenni"



"E' ovviamente un gesto che va “censurato e contestato”, ma non può comunque essere considerato come un mal costume diffuso e abitudinario fra i lavoratori dell'Ast. Semmai, spetta ai vertici aziendali e alle istituzioni preposte, l’obbligo e il dovere di garantire la puntualità delle retribuzioni mensili, a fronte dell’attività lavorativa svolta da ciascun lavoratore, come hanno il dovere morale di garantire nel contempo ordine e legalità"- prosegue Lo Schiavo.



E continua -"purtroppo, la più grande Azienda di trasporto pubblico dell’isola, socio unico Regione Siciliana, preposta a garantire i collegamenti su tutto il territorio regionale e il diritto alla mobilità, alla quale manca un serio piano industriale di risanamento e di programmazione all’altezza di una vera spa, è stata da sempre destinata a soccombere alle Società di trasporto private che beneficiano peraltro del contributo regionale e nel contempo diventata la cenerentola nell’ intero sistema del Tpl siciliano".



I 75 autisti coinvolti si sono difesi sostenendo di aver tenuto i soldi come acconto sugli stipendi arretrati che non sono stati versati. L'inchiesta è partita a seguito di un'esposto del Cda alla procura, per la mancanza riscontrata dal Collegio dei Revisori dei Conti di ben 170 mila euro. L'esposto è stato presentato nei mesi scorsi e poi la Guardia di finanza avrebbe sequestrato materiale contabile. I fatti risalgono al 2015 - 2016.



Lo Schiavo infatti, punta il dito contro la politica: "La miopia politica e l’inerzia degli amministratori della Società succedutisi nel tempo, ha rilegato l’AST ai margini di ogni possibile azione di rilancio rispetto ad altre realtà di trasporti, ed è proprio per questo motivo che oggi più che mai è triste apprendere la notizia che a causa dei ritardi degli stipendi, taluni conducenti di linea dopo aver prestato la propria attività lavorativa durante tutto il mese , fra mille difficoltà e con spirito di abnegazione, si sono ritrovati loro malgrado, a ricorrere a tale tipo di spiacevoli azioni che mortificato la dignità degli stessi e l’edono oltre modo l’immagine dell’azienda pubblica. Gaetano Tafuri, che fu vice presidente nel 2013, aveva intrapreso un percorso di trasparenza e legalità per l'azienda, ma fu buttato fuori e nulla più fu fatto. Ci vogliono persone competenti e con forte sostegno politico, per poter intraprendere iniziative importanti e audaci per il risanamento dell'azienda".



 



 



 


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