

Maggioranza sempre più risicata, Articolo4 sempre più vicino alla linea dell'opposizione, PD spaccato tra chi abbandona l'aula e chi si astiene e fa raggiungere il numero legale Era un provvedimento importante, presentato in aula con carattere d'urgenza anche per l'imminente scadenza dei termini. Passa con 18 voti favorevoli e due emendamenti, ma lascia l'amaro inbocca all'amministrazione comuna e fotografa un'altra istantanea della composizione della maggioranza in consiglio. Presentando il provvedimento alla votazione dell'aula - dopo l'approvazione degli emendamenti presentati da Area Popolare e supportati da Articolo4 - Salvo Di Salvo parla di un atto "snaturato e non più corrispondente all'indirizzo che questa Amministrazione aveva pensato di dare al provvedimento, uno scempio che non possiamo appoggiare e per il quale sarà il Consiglio a prendesi tutte le responsabilità di sorta". Visto, tra l'altro, che a suo dire: "gli emendamenti approvati vanno contro la tutela del patrimonio ambientale". "Così torniamo all'atto condiviso e votato nel 2013 e che lo stesso assessore ha votato" dichiarano unanimi Messina (Area Popolare) e Gelsomino (Articolo4). Ma l'assessore, probabilmente, sperava che i colleghi di maggioranza si ravvedessero e abbandonassero l'aula - come già altre volte aveva fatto nella stessa seduta di ieri o in quella del giorno precedente - non consentendo il raggiungimento del numero legale. Così facendo avrebbero reso nulla la votazione e consentito all'amministrazione di presentare l'atto bypassando il consiglio. Attese disilluse? Accordo saltato? Quello che è certo è che l'astensione di Articolo 4 e di altri consiglieri di maggioranza come D'Avola (PD) e Porto (Con Bianco per Catania) ha consentito che la votazione potesse avvenire facendo passare il provvedimento "snaturato". Allora Di Salvo tenta di salvare capra e cavoli e dichiara alla stampa in saletta privata: "Siamo riusciti nell'intento di far ritirare o cassare gli emendamenti che più avrebbero stravolto l'atto da noi presentato in aula. L'atto votato è molto vicino all'idea e all'indirizzo che questa Amministrazione aveva in mente". "E la maggioranza che non c'è e non vi appoggia più?" gli chiediamo. Mettendo probabilmente da parte (o dimenticando?) l'importanza economico-politica dell'atto approvato e della quale lui stesso aveva parlato, l'assessore risponde che "una singola votazione non può essere sintomatica dello stato della maggioranza". Forse però dimentica anche i tristi precedenti: il consuntivo 2013 per esempio, o il preventivo 2014, tutti passati con l'astensione di membri dell'opposizione che gli hanno consentito di mantenere il numero legale... Ovviamente le voci di corridoio non mancano." Si passino una mano sulla coscienza, si guardino allo specchio e contino i superstiti, poi forse si renderanno conto che è il caso che si dimettano" si dice...

