Redazione SUD Palermo Il pentito Santino Di Matteo ha ancora una volta confermato di essere stato partecipe della strage di Capaci e di aver fornito ai fratelli Graviano, boss del mandamento palermitano di Brancaccio, i telecomandi usati per far saltare in aria l'autobomba che quasi due mesi dopo fece saltare in aria a Palermo il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Di Matteo ha deposto davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta, in trasferta nell'aula bunker di Rebibbia a Roma, nell'ambito del processo Borsellino quater. Il pentito, padre di Giuseppe, il piccolo rapito da Cosa nostra e sciolto nell'acido dopo due anni prigionia, ha ribadito di aver partecipato alle fasi preparatorie dell'attentato contro il giudice Giovanni Falcone ai pm Nico Gozzo e Stefano Luciani. Imputati del processo sono i boss Vittorio Tutino e Salvo Madonia e i falsi collaboratori di giustizia Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino.