È decisamente da "Scherzi a parte" la conclusione politica dell'affaire "Cannes e dintorni", almeno in attesa degli esiti delle inchieste giudiziarie.
Quello che sta accadendo attorno alla gestione di decine di milioni di euro da parte dell'assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo a cavallo dei governi Musumeci-Schifani è ormai vera e propria saga che parte dal Festival del Cinema di Cannes atterra a quello di Venezia e sorvola quello del Jazz siciliano: La Saga dei Festival Siculi.
E chissà cammin scaminando...
La vicenda ha determinato, almeno apparentemente, uno scontro al calor bianco tra il presidente Schifani ed i vertici isolani del maggior partito che sostiene la sua maggioranza, i patrioti di Fratelli d'Italia.
Esploso il caso Cannes sui media, l'assessore appena eletto Francesco Scarpinato si è trovato preso dai turchi, come si direbbe da queste parti, trovandosi in realtà a proseguire un'attività, definiamola così, ereditata dal suo predecessore Manlio Messina nel frattempo traghettato alla Camera dei deputati nonostante Catania ottenesse, per il suo partito, il peggior risultato elettorale d'Italia.
Lo scontro sembrava insuperabile, soprattutto dopo l'incredibile intervista rilasciata proprio da Messina a Luca Ciliberti: un capolavoro che merita di essere rivisto quando si hanno dubbi sulla tenuta del sistema istituzionale italiano.
Ma insomma, poichè la storia si complica ogni due giorni, in calce ci sono le puntate precedenti per non perderne gli sviluppi.
E intanto uno sviluppo clamoroso, di quelli proprio che fanno cadere le braccia, c'è stato: nel tardo pomeriggio di ieri.
In realta qualche voce lo aveva anticipato, ma sembrava così insulso, spudorato, esagerato, che nessuno gli ha dato peso.
Ma siccome in Sicilia può accadere, mentre è già imputato in un processo del calibro di quello per il "Sistema Montante", che diventi presidente della regione uno che si faceva pagare vacanze da venti mila euro da un indagato per mafia nientemeno che prestanome di Matteo Messina Denaro, significa che può accadere di tutto.
E infatti è accaduto.
Il presidente della regione Renato Schifani, per risolvere, a modo suo, lo scandalo Cannes ha effettuato un cambio di deleghe all'interno della stessa giunta, una trovata geniale, di quelle che neanche Totò e Peppino messi insieme sarebbero riusciti.
A Francesco Scarpinato, fedelissimo del ministro meloniano Lollobrigida, ha tolto la delega del Turismo conferendogli quella dei Beni Culturali (ma sempre in giunta resta);
Ad Elvira Amata, fedelissima del ministro meloniano Lollobrigida, toglie i Beni Culturali e le molla il Turismo.
Così resta tutto in famiglia.
Tra Fratelli.
D'Italia.
Ma non sono fantastici?
E poi, mentre stiamo per ultimare il pezzo, ne pubblica un ultimo:
Vabbè, alla prossima puntata...
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