Ce ne eravamo occupati parecchi anni fa e da una semplice segnalazione di comportamenti poco urbani sul modo di parcheggiare un auto di servizio ne venne fuori una più articolata inchiesta che chiarì come la Croce Rossa, diciamola così, non fosse più quella di un tempo e come fosse al centro di appalti e affidamenti milionari con qualche criticità in termini di gestione ed assunzioni. Anche di potenti.
Fu proprio la pubblicazione di quell'innocuo articolo sul SUV ad aprire la stura ad una impressionante mole di altre segnalazioni provenienti dall'interno del mondo della Croce Rossa Catanese, segno che problemi ce ne erano.
Le querele che abbiamo subito ed i processi che ci stiamo facendo non li contiamo più.
Tra i processi più belli, diciamo così, che ci siamo fatti quello scaturito dalla querela della ex prefetta di Catania Maria Guia Federico che ci aveva querelato perché avevamo rivelato che la Croce Rossa di Catania, che in quel momento gestiva importanti e pagatissimi servizi per conto della prefettura de lei diretta nel settore dei migranti, aveva assunto senza alcuna selezione la figlia della stessa prefetta, appena laureata a 31 anni.
Era ovviamente tutto vero e fummo assolti!
Adesso torniamo proprio alle origini, a quel SUV dal quale partimmo.
Ed infatti è proprio il SUV della Croce Rossa di Catania ad essere oggetto di una segnalazione che appare in un post pubblico di un ex volontario storico della CRI, Guido Lovetere:
In pratica la segnalazione cui si riferisce Lovetere individua l'auto di servizio della Croce Rossa a Palermo in data 25 maggio e precisamente nel parcheggio del centro commerciale Conca d'oro, in via Giuseppe Lanza di Scalea 1963.
La questione viene posta perché in quel 25 maggio proprio in via Giuseppe Lanza di Scalea accadeva qualcosa:
Cioè proprio lì si teneva la prova scritta del concorsone indetto dalla Regione Siciliana con centinaia di candidati.
E, qui si concentra la segnalazione, chi c'era tra i candidati?
Ora, la candidata Laura Astolfi pare sia la moglie del presidente della Croce Rossa di Catania Stefano Principato e quindi l'attenzione di chi invia la segnalazione si è concentrata sulla singolare coincidenza che un auto di servizio, che deve essere utilizzata secondo un preciso regolamento interno all'associazione, in quella precisa data si trovava ad oltre 200 km dalla sua sede operativa proprio quando la moglie del presidente si trovava a sostenere un pubblico esame.
Se così è, la notizia c'è e pone per l'ennesima volta la questione dell'utilizzo di beni non propri, per di più di associazioni che godono di enormi fondi pubblici, per usi differenti da quelli cui dovrebbero essere utilizzati.
Che poi sono campanelli non poco significativi di derive che diventano esagerate: come le assunzioni di figli di potenti che creano reti di cooptazione che non fanno bene alla comunità. E neanche agli enti e associazioni che dovrebbero fare ben altro.
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