È arrivata la prima bomba
sulla reputazione già troppo compromessa
di un ateneo
che non ha avuto neanche la creanza di costituirsi nel giudizio!
Ne abbiamo scritto a fiumi: subendo anche ritorsioni trasversali di stampo mafioso che fanno rivoltare lo stomaco solo a pensarci e nonostante le quali abbiamo continuato sempre a scriverne, raccontando quanto accadeva all'interno di uno dei più antichi atenei del mondo che ormai il proprio prestigio lo aveva sotterrato sotto tonnellate di fango.
Che a quanto pare adesso cominciano ad essere qualificate anche come reati. Penali.
E la cosa singolare è che un importante tassello del complicato puzzle viene fissato nei giorni in cui arriva in libreria un libro che questa ed altre storie racconta con dovizia di particolari: "MALA UNIVERSITÁ" di Giambattista Scirè, il ricercatore di Storia ormai tra le vittime più note del sistema malato dell'Università di Catania e che ha fondato l'associazione nazionale "Trasparenza e Merito", che è stata accolta tra le parti civili del processo catanese e conduce una battaglia senza quartiere contro le malefatte baronali in tutti gli atenei italiani.
Ne parleremo tra qualche giorno, intanto sua copertina con la pagina del libro dedicata proprio a Sudpress:
Ma basta scorrere gli articoli della categoria che abbiamo dedicato all'Università di Catania per rendersi conto come gli esiti giudiziari di tutto quello che si è raccontato non potranno mai risarcire la Comunità dei danni arrecati ad intere generazioni ed alle potenzialità di sviluppo di Catania: questa resterà la colpa più grave.
Ma vediamo cosa è successo ieri.
Come noto, nel 2018 esplose come una bomba atomica la notizia della monumentale inchiesta denominata "Università Bandita" della DIGOS di Catania in esito alla quale la procura di Catania smantellò letteralmente i vertici dell'Università di Catania con interdizioni che colpirono due rettori, diversi direttori di dipartimento e svariati docenti.
Due i procedimenti aperti, il primo è arrivato ad una sentenza di condanna ed al rinvio a giudizio di altri 9 "baroni".
Il Gup di Catania, Marina Rizza ha infatti rinviato a giudizio nove docenti imputati cui vengono contestati a vario titolo i reati di abuso d'ufficio, falso e corruzione per atti contrari ai propri doveri.
Il Giudice per l'udienza preliminare ha disposto il non luogo a procedere per il reato di associazione per delinquere e derubricato in abuso d'ufficio la turbata libertà di scelta del contraente, su questi ultimi due aspetti la Procura ha annunciato di stare valutando di ricorrere, anche se sostanzialmente si è vista confermare l'intero impianto accusatorio.
La prima udienza del processo si terrà il prossimo 10 maggio davanti la Terza sezione penale del Tribunale.
In aula, come imputati, saranno chiamati due ex rettori, i professori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, e sette professori: Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa.
In questo procedimento un solo imputato ha chiesto il rito abbreviato che consente una riduzione della pena, l'ex pro rettore Giancarlo Magnano di San Lio che Il Gup Rizza ha condannato a un anno e due mesi, pesa sospesa, per abuso d'ufficio.
Al centro dell'inchiesta della Procura di Catania "la nomina come docenti, ricercatori, dottorandi e personale amministrativo di soggetti preventivamente individuati dagli stessi associati".
Nel secondo troncone della stessa inchiesta 'Università bandita' la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di altre 45 persone, la cui posizione era stata stralciata dal fascicolo principale.
Su questo è attesa la decisione del Gup Simona Ragazzi.
Quindi la delicata indagine ha avuto un primo suggello da parte di un "Giudice Terzo", ma resta il fatto che in una società civile non dovrebbero essere necessarie le condanne per far scattare gli anticorpi quando una istituzione si rivela irrimediabilmente malata: e la lettura degli atti dell'inchiesta e le decine intercettazioni contenute non lasciano dubbi.
Poi, la giustizia penale ha le sue dinamiche, i suoi tempi, le sue complicanze che devono seguire il proprio corso: la Comunità deve reagire a prescindere quando i fatti sono così eclatanti ed inconfutabili.
INTANTO RESTA LO SCANDALO TRA GLI SCANDALI: L'ATENEO DI CATANIA NON SI É COSTITUITO
PARTE CIVILE NEL PROCEDIMENTO...