Nella mattina del 18 ottobre, si è svolto, all’interno del nostro meraviglioso Teatro Massimo Bellini, la diciottesima edizione del Premio Nazionale delle Arti che ha visto come protagonisti ben 13 studenti, selezionati tra i 129 finalisti e tra i 480 che hanno partecipato al bando, provenienti da tutte le Accademie di Belle Arti di Italia, come spiega Gianni Latino, direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Catania, che si sono messi in gioco per mostrare il potere che l’arte, di ogni tipo, può avere sulla società contemporanea e quanto questa “comunità di saperi”, come recita il titolo del premio di quest’anno, si sia ampliata nel corso del tempo.
“C’è creatività, c’è talento, c’è conservazione e cura del patrimonio, ci sono anche le nuove tecnologie che entrano a pieno titolo nell’arte” afferma Lina Scalisi, Presidente dell’Accademia delle Belle Arti “e a cui l’arte dà quel tanto di umanità che fa sì che queste tecnologie non efficino la presenza umana. Speriamo che questo linguaggio di condivisione e di umanità possa essere conservato e anche migliorato nelle future edizioni”.
Subito dopo, è stata inaugurata la mostra che durerà fino al 15 dicembre 2024 e che coinvolge tre punti importanti per la cultura artistica di Catania: il Palazzo della Cultura, la Fondazione Brodbeck Arte Contemporanea e Fondazione Puglisi Cosentino per l’Arte con la sua sede di Palazzo Valle.
Molte di queste opere sono frutto di un lungo percorso accademico, trattano temi prettamente attuali come il femminicidio, i conflitti medio-orientali, la libertà di espressione, il restauro del patrimonio artistico e mostrano la visione creativa e stimolante di questa nuova generazione di artisti, che punta a sensibilizzare il pubblico su quello che accade attualmente nel mondo o a mostrare che c’è possibilità di ripristinare le ricchezze del nostro territorio.
Maria Cristina Sarno, dell’Accademia di Napoli e vincitrice del premio della sottocategoria Restauro FPF01, racconta il processo di creazione dell’opera e della formazione storico-artistica che ha conseguito in Accademia, seguita poi da un lavoro di artigianato che può essere integrato anche ad un aspetto scientifico, che mostra l’impegno e la dedizione messi sia dagli studenti sia dall’Accademia stessa che offre tutte queste possibilità.
Elena Zanfanti, dell’Accademia di Bologna e vincitrice della sottocategoria di Arti Grafiche, descrive la sua opera, Aid on Gaza, come un’introduzione ad uno dei temi minori accaduti in quel contesto e racconta come si è focalizzata sugli aiuti umanitari non riusciti, andando a denunciare il modo in cui vengono gestite queste operazioni e per fare vedere al pubblico la poca umanità quando si parla di conflitti politici e sociali quasi devastanti.
Alessandra Gallone, consigliera del ministero dell’Università e della Ricerca, afferma che “viene lanciato un messaggio molto potente: la centralità della sensibilità artistica all’interno di un mondo profondamente cambiato e che continua a cambiare. Oggi abbiamo premiato delle opere di giovani artisti che hanno compreso perfettamente ciò che sta succedendo e il ruolo che sarà il loro ruolo nel mondo, ovvero quello di andare non contrastare, ma mettersi al fianco di tutto il sistema digitale, mantenendo forte l’anima dell’uomo, che sarà fondamentale per non farci sopraffare. Il messaggio del Ministro è quello che l’arte e la scienza sono i due pilastri fondamentali per garantire al sistema uomo la sua prosecuzione nel futuro”.