Il chirurgo Giorgio Giannone spiega le ragioni del disimpegno della lista antisistema "Ricostruiamo": svolte elezioni per rimanere in carica appena 3 mesi!
Dopo un lungo e tormentato commissariamento si sono svolte le elezioni suppletive per il consiglio direttivo dell'Ordine dei medici di Catania relative al mandato 2018/2020: praticamente eletti e già scaduti!
Sui quasi 10 mila iscritti hanno votato appena 2.572 medici, un quarto degli aventi diritto.
Per noi, che non capiamo, resta il mistero del perché di queste elezioni.
L'Ordine è stato commissariato per 15 mesi, dal luglio 2019: non potevano ormai aspettare i tre mesi che lo avrebbero portato alla fine del triennio e quindi eleggere un consiglio per un mandato pieno?
Ma i misteri dell'Ordine dei Medici di Catania sono talmente tanti che questo forse è il minore.
Per ora, per questi tre mesi restanti, il presidente designato dalla lista "Ordine" risultata vittoriosa è il prof. Igo La Mantia, stimato otorinolarigoiatra docente dell'Università di Catania. Ha ottenuto 1.681 voti.
Con lui risultano eletti
Alfio Saggio (1.510), Pino Liberti (1.493), Salvo Curatolo (1.483), Santo Bonanno (1.480), Nello Ferlito (1.462), Salvatore Iannuzzi (1.457), Adriana Di Gregorio (1.456), Gianfranco Di Fede (1.452), Elisa Battaglia (1.448), Gabriella Pellegriti (1.434), Carmelo Coppolino (1.425), Giovanni Benedetto (1.420), Nino Gurgone (1.411) e Giovanni Scornavacca (1.403).
Revisori dei conti sono stati eletti Nico Sofia e Thomas Piticchio, supplente Gaetano Angemi.
Sui risultati pesa la posizione assunta dalla lista "Ricostruiamo", capitanata dal chirurgo di fama internazionale Giorgio Giannone, che era stato il più votato alle scorse elezioni ponendosi in decisa alternativa al "Sistema" che aveva condotto l'ordine dei medici di Catania nelle aule dei Tribunali sino ad un poco onorevole commissariamento: vicende che abbiamo abbondantemente raccontato.
Per giungere al commissariamento fu decisiva la determinazione del medico catanese Corinna Miceli, allora candidata nella lista "Giannone Presidente", che - scrivevamo - "assistita dagli avvocati Dario Riccioli, Rocco Todero e Attilio Toscano, formalizzò nelle varie sedi giudiziarie quei ricorsi che alla fine ne hanno visto prevalere le ragioni, sino a vedersi accogliere dal ministero per la Salute la richiesta di commissariamento, reso necessario dalla pervicace resistenza di chi non si dimette neanche a pietrate."
Eravamo nel lontano luglio 2019 e da allora l'Ordine dei medici di Catania è stato retto da una terna di commissari che non ha affrontato nessuno dei problemi che restano sul tappeto, anzi sotto il tappeto, a partire dalla strana vicenda dell'acquisto milionario della nuova sede di via Galermo, con le sue ville abbandonate al degrado, e persino, a quanto ci risulta, incapaci di rispondere efficacemente ad alcuni accessi agli atti di cui però parleremo a breve in una prossima puntata.
Sui festeggiamenti per l'avvenuta elezione, con alcuni dei componenti di chiara matrice politica, giunge la doccia fredda del comunicato emanato dal prof. Giannone che spiega i motivi per i quali i candidati della sua lista "Ricostruiamo" si sono dichiaratamente disimpegnati non svolgendo neanche la propria "campagna elettorale", molti di loro addirittura non andando neanche a votare.
La ragione è semplice: le elezioni si sono svolte con troppo, colpevole, ritardo, giungendo a ridosso della scadenza del mandato.
Si tratta infatti di "elezioni suppletive", che cioè si riferiscono al proseguimento dello stesso mandato che aveva eletto il Consiglio decaduto con il commissariamento e che si conclude in questo 2020.
Ha dichiarato infatti il prof. Giannone: "È di chiara e piena evidenza che il corpo elettorale è stato chiamato a esprimere il proprio voto per semplici elezioni suppletive relative all’originario mandato 2018/2020, ai sensi della normativa di legge e di regolamento vigente (ex art. 7 co. 2 DM 15.3.2018), così come pubblicato dalla competente Federazione Nazionale Ordine Medici - prot. 4412 del 27.7.2018.
Rammaricati per le risorse economiche ed umane impegnate, in maniera tutt’altro che utile, per questo breve scorcio di mandato, non resta che augurare buon lavoro ai neo eletti per i prossimi mesi 3 (tre)."
Magari in questi 3 (tre) mesi di mandato che gli resta il nuovo consiglio, anche in considerazione dell'indiscusso prestigio e reputazione del neo presidente La Mantia, riuscirà a rispondere a qualcuna delle troppe domande di cui sopra (sede milionaria, gestione corsi di formazione, assunzioni in fondazione, scomparsa della "Cassa Assistenza"...) e che restano sul tappeto.
Anzi... sotto il tappeto.