Parlando con Colleghi Pediatri, mi è stato detto che tutti sapevano delle ecografie in intramoenia; e tutto è andato liscio finché non lo hanno saputo in Procura... Purtroppo fa notizia la scelleratezza di uno e non le virtù dei tanti che con passione e dedizione curano i piccoli pazienti. Colpevole è Rodonò, ma più colpevole è lo stato (minuscolo) che consente quella aberrazione che è la professione intramoenia. La stessa stanza, gli stessi strumenti, le stesse persone funzionano a due velocità (molto diverse tra loro) ed a due livelli, a seconda che il paziente possa (pagare) o non possa. Ed è facile immaginare come qualunque genitore sia pronto a qualunque sacrificio economico per il proprio figlio o figlia. Sono dell’opinione che i Medici che operano nelle strutture pubbliche debbano essere strapagati dallo Stato, però in rapporto alla qualità ed alla quantità delle prestazioni, con divieto assoluto della libera professione; ma questo è uno Stato? E’ molto probabile che il dott. Rodonò abbia voluto ‘arrotondare’ lo stipendio di sicuro non elevato che gli viene pagato: se fossimo in Inghilterra, probabilmente sarebbe condannato a fare duemila prestazioni, al di fuori dell’orario di lavoro, senza alcun compenso. Ma siamo in Italia, anzi in Sicilia, anzi a Catania, dove la Magistratura è stata costretta a sostituirsi alla politica per ‘raddrizzare’ le tante storture. Così non può andare, e diventa sempre più difficile che la Sicilia diventi Bellissima; i siciliani pagano per la sanità quanto i Lombardi, i Veneti ed gli Emilio-Romagnoli. Fruiscono della stessa qualità delle prestazioni? P.S. Poco prima di andare in pensione ebbi modo di sentire un certo professore ordinario (nel senso vernacolare del termine) dire a qualcuno con cui parlava al telefono, e che evidentemente chiedeva una sua consulenza, di far sapere al paziente che doveva chiedere di essere visitato in intramoenia, altrimenti sarebbe stato visitato dagli specializzandi. Ben conoscendo il soggetto due considerazioni: 1. Per il paziente sarebbe stato meglio che fosse stato visitato dagli specializzandi 2. La sfrontatezza di certi soggetti che senza ritegno e timore, nella hall di un padiglione, fanno questi discorsi, merita una sola punizione: due calci ben assestati nel deretano.
Beppe Condorelli, docente universitario da poco in pensione, è un cardiologo amatissimo dai suoi tanti studenti che ha formato per generazioni e ancora ricercato da molti pazienti. I suoi commenti su questa testata sono sempre tra i più apprezzati, talmente caustici e veritieri da suscitare spesso reazioni violente ed inconsulte da chi detiene poteri pubblici ritenendoli privati. Non ha mai rinunciato a dire la sua puntando l’indice contro quanto ritiene insulto alla decenza. Per questo, per la sua libertà di espressione posta a difesa del bene di tutti, ha subìto denunce penali per diffamazione e richieste di risarcimento in sede civile: tutte risolte vittoriosamente per lui e ad ignominia per chi ha tentato di intimidirlo. Sudpress con il prof. Condorelli ha recentemente condiviso la grande soddisfazione di essere prosciolti dalle accuse lanciate dall’ex rettore decaduto Giacomo Pignataro, poi interdetto e ancora indagato nell’indagine “Università Bandita”. Attendiamo con ansia, ancora una volta insieme, gli esiti del processo civile. Il prof. Beppe Condorelli è per noi, e sappiamo anche per molti dei nostri lettori, un esempio di cittadino consapevole e combattente che mette sempre firma e faccia al suo desiderio di una società migliore. E per questo noi con rispetto e ammirazione lo ringraziamo.