
Ogni tanto qualcosa funziona rischiando di non fare notizia, e invece conforta un pò sapere che nonostante lo sfascio totale resistano servizi capaci persino di prevenire disastri che questa città ha già patito. Nei giorni scorsi il titolare della cattedra di Patologia Vegetale dell'Ateneo catanese prof. Giancarlo Polizzi ha individuato e segnalato al comune la pericolosità di una palma di 30 metri nei pressi della stazione di Catania apparentemente sana ed innocua. L'amministrazione comunale è provvidenzialmente intervenuta scoprendone con l'abbattimento l'avanzato stato di decomposizione interna che a breve ne avrebbe provocato lo schianto violento, rischiando di ripetere la tragedia che a Catania ha già provocato due morti.
"Milioni di palme non valgono una vita" intitola la sua mail con cui il prof. Giancarlo Polizzi risponde alla nostra richiesta di informazioni sull'accaduto.
"Lo schianto di esemplari di palma da dattero (Phoenix dactylifera) - ricorda -ha già causato in provincia di Catania nel recente passato la morte di due persone. Il pianista Claudio Anastasi nella Villa Fortuna di Acitrezza nel giugno del 2013 e una donna in Piazza Cutelli nell’ottobre 2014."
Allora scrivemmo di "inadeguatezza assassina".
Da allora venne attivata una convenzione con il dipartimento di Agraria che, a quanto pare, riesce silenziosamente a dare risultati e chissà quante disgrazie ha evitato.

Il prof. Polizzi, delegato del Rettore Basile alla presidenza della Azienda Agraria Sperimentale dell'Ateneo,
pubblicando un'importante ricerca,
ha individuato, per primo in Italia nel 2007 questa insidiosa patologia che affligge le palme nostrane, intervenendo in seguito ad uno schianto avvenuto nel comune di Aci Bonaccorsi nel 2007 nella piazza principale adiacente al comune,
"grazie al cielo -
racconta
- avvenuto il giorno dopo la festa del patrono. La piazza era stata recentemente ristrutturata con il trapianto appena eseguito di circa 15 esemplari di palma da dattero provenienti dall’Egitto e consegnate da un vivaista locale. Dopo un’analisi strumentale (tomografia) abbiamo accertato che 13 delle 15 palme poste a dimora erano malate (vizio occulto perché nessun sintomo era visibile dall’esterno) le abbiamo fatte eleminare ed oggi in quella piazza sono visibili meravigliose e più congeniali piante di magnolia."

prosegue
- abbiamo condotto delle indagini e ci siamo resi conto come il fenomeno fosse diffuso in altri siti, comune di Catania compreso, su partite di palme da dattero provenienti dall’Egitto con alcuni esemplari impiantati in zone ad altissimo traffico anche pedonale, come la zona del "Passiatore."
Si tratta di una patologia particolarmente pericolosa perché la pianta appare esternamente perfettamente sana e persino stabile, mentre all'interno il fungo procede alla sua devastazione provocandone nel tempo lo schianto improvviso.
"Recentemente, nonostante i controlli sulla stabilità effettuati in collaborazione con il comune di Catania, si è schiantata una palma al boschetto della Plaia a causa della stessa problematica (marciume interno dello stipite causato dal fungo Thielaviopsis paradoxa) e pertanto ho fortemente consigliato l’abbattimento degli esemplari di palma da dattero nelle aree dove erano stati già accertati focolai di infezione.""L’esemplare abbattuto in questi giorni alto circa 30 metri adiacente alla stazione Centrale di Catania, e dall’esterno perfettamente sano, aveva gravi sintomi interni di marciume che avrebbero sicuramente comportato lo schianto della palma."
Stavolta è andata bene, ma forse è opportuno che
le amministrazioni accolgano preventivamente il consiglio degli scienziati
provvedendo ad estirpare le palme a rischio, magari trasferendole in posti meno frequentati, sostituendole con più innocue e gestibili magnolie, che tra l'altro, fiorite sono uno spettacolo.

La natura, per non fare danni, richiede che ognuno stia nel posto in cui deve stare: e non riguarda solo le palme...