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Benvenuti al Vittorio Emanuele, tra scarsa sicurezza e strutture vecchie

30-01-2018 04:48

Barbara Corbellini

catania, sanità, ospedale, scafisti, maresciallo salvo mirarchi,

Benvenuti al Vittorio Emanuele, tra scarsa sicurezza e strutture vecchie

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Interi corridoi con buchi nelle pareti, crepe e muri con aloni di muffa che perdono ampie parti di intonaco, strutture esterne logore, neon senza coperture e aree dove non c’è nessuno e potrebbe entrare facilmente chiunque. Ecco quello che si trova al “Vittorio Emanuele”, l’ospedale in via Plebiscito, al confine con il quartiere popolare di San Cristoforo



E dopo le segnalazioni sulle condizioni degradanti del Santa Marta, documentate da Sudpress, tocca al Vittorio Emanuele. L’ospedale, si trova in un punto strategico a Catania poiché raccoglie un bacino d’utenza diversificato che ricopre il centro storico e il vicino quartiere popolare.



L'azienda ospedaliera è costituita da numerosi plessi, ma si trova in condizioni non certo ottimali sia a livello di struttura che di sicurezza. Il via vai è continuo e ormai sia pazienti che personale medico sono abituati alle condizioni in cui si trova da tempo.



Molte delle strutture all’esterno presentano lunghe crepe, ampie parti di muro scrostate sotto le finestre e vicino alle porte, ormai vecchie e arrugginite, e con il rivestimento esterno logoro, per non parlare di alcune zone in prossimità di porte e finestre con parti sgretolate, frutto dell'incuria del tempo. Tutto questo è possibile notarlo nella struttura della Direzione Generale, in quella della Clinica Medica, probabilmente chiusa, e in generale in molti altri plessi.


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Nel


bagno delle donne

del


pronto soccorso

la parte superiore della porta, internamente è rotta, e in basso c’è


un’apertura rettangolare

, una volta probabilmente coperta da un vetro o qualche altra copertura che ora manca completamente e chiunque, se si abbassa, può vedere all’interno.


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Diversi pazienti si lamentano della


scarsa sicurezza

dell’ospedale: è facilissimo introdursi senza essere notati, nessun vigilantes, niente controlli e in alcune zone, come l’ingresso della Direzione Generale. Non c’è nessuno, chiunque potrebbe introdursi senza problemi.


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Queste paure sono le stesse espresse dalla signora Luisa, che si trova al reparto di fisioterapia per la figlia.


“A livello di sicurezza l’ospedale lascia a desiderare –conferma la mamma-


non ci sono controlli

e soprattutto per le donne ci sono rischi maggiori. L’ospedale come tutti sappiamo è al centro di


episodi di violenza

 e le aggressioni accadute in passato, nei confronti del personale medico, non fanno certo stare tranquilli. Se capita di andare al pronto soccorso


di sera

, le preoccupazioni aumentano.


Non ci sono

nemmeno


telecamere

, non so come si deve fare in questo modo”.


E  sempre parlando di sicurezza e decoro, a dimostrazione del fatto che chiunque può introdursi facilmente nei vari padiglioni, sulle panchine nel


cortile interno

del


pronto soccorso

sostano dei


senza tetto.

Sono sdraiati e in cerca di un posto dove sostare accanto ai furgoni dell’ambulanza, davanti agli occhi di pazienti e personale medico, probabilmente abituati a questo e altro.


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Si prosegue poi con il corridoio che porta alla Chirurgia d’Urgenza: su entrambe le pareti sono ben visibili


buchi

sparsi qua e là. Condizioni non certo migliori per il piano di Ortopedia e Fisiatria dove in alto verso il tetto si trova un


enorme alone,

probabilmente di muffa e in uno dei due neon manca la copertura, è completamente senza lampadine e con i


fili scoperti.

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