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Protesta in Cattedrale: "vogliono portarci via i bambini, perché il sindaco rifiuta l'incontro?"

19-01-2018 16:38

Francesca Guglielmino

Cronaca, Comune di Catania, enzo bianco, protesta, Comiso, 5 novembre, Laura Salafia,

Protesta in Cattedrale: "vogliono portarci via i bambini, perché il sindaco rifiuta l'incontro?"

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La protesta dei disperati dei quartieri Librino, Pigno e San Giorgio sta prendendo una piega drammatica. Stamattina gli agenti della Digos di Catania hanno rimosso gli striscioni simbolo della lotta delle diciotto famiglie perché "intaccano" il decoro della città. Nel frattempo, due assistenti sociali hanno proposto a una giovane mamma di abbandonare la chiesa e trasferirsi in casa famiglia insieme ai figli, prima che arrivi un provvedimento ufficiale del Tribunale dei minori di Catania riguardante l'allontanamento dei bambini GUARDA LE FOTO (di Mara Trovato)



"Non abbiamo alcuna intenzione di lasciare la chiesa, continueremo a vivere qui anche durante la festa di Sant'Agata -dichiara Aurora- . La nostra è una protesta assolutamente pacifica, forse qualcuno teme la nostra presenza con l'avvicinarsi delle festività agatine? -si chiede-. Non abbiamo intenzione di ostacolare i festeggiamenti della Patrona, pregheremo insieme agli altri fedeli che verranno in cattedrale, con l'unica differenza che noi continueremo a dormire dentyro come abbiamo fatto negli ultimi due mesi".



"Qualche ora fa abbiano nuovamente incontrato il consulente del sindaco, Francesco Marano, insieme all'assessore Fortunato Parisi - continua Aurora- ma non sono loro le persone con cui vogliamo parlare. La Digos ieri aveva assicurato a me e a don Barbaro Scionti che all'incontro di oggi ci sarebbe stato anche il sindaco Bianco, ma così non è stato. Comincio seriamente a chiedermi perché non vuole parlare con noi se poi afferma di essere dalla nostra parte?".



"Noi disperati di Librino, Pigno e San Giorgio - conclude Aurora - vogliamo e pretendiamo di incontrare il primo cittadino. Lo stesso che nel 2013 è venuto da noi nelle periferie che dopo ha letteralmente abbandonato al loro crudele destino".



Le condizioni in cui hanno vissuto le diciotto famiglie sono allarmanti. Alcune delle persone che  hanno occupato la cattedrale condividono casa con altri parenti.



"Gli assistenti sociali mi hanno proposto un trasferimento in casa famiglia- spiega Concetta Rosaria-. Un'offerta che comunque non definirei d'aiuto. Qualcuno a quanto pare ha segnalato ai servizi sociali che i miei figli in queste settimane hanno vissuto con me in cattedrale. Chiunque abbia denunciato una cosa simile ha detto una menzogna!".



"I miei bambini attualmente si trovano dai nonni paterni e, quando loro non possono occuparsene, stanno con me, ma giuro che non gli manca assolutamente nulla - continua la donna-. Io ogni giorno lotto per il bene dei miei figli, come sto facendo adesso reclamando il mio diritto ad un alloggio popolare. Nel caso in cui deciderò di rifiutare il trasferimento in casa famiglia, gli assistenti sociali dovranno comunicarlo al Tribunale dei minori e dopo cosa succederà? Porteranno via i miei bambini? La cosa che mi angoscia è che dopo due mesi di protesta e occupazione, per il bene dei miei figli, probabilmente sarò costretta ad abbandonare la cattedrale e lasciare che mia mamma continui sola a lottare anche per me".



Nel tardo pomeriggio il Comune ha diffuso una nota in cui l'assessore Parisi dichiara che "le posizioni degli occupanti della Cattedrale, come ripetiamo ormai da settimane sono molto diverse tra loro. Ci sono casi anche molto gravi di bisognosi che i nostri Uffici stanno seguendo con particolare attenzione e ribadiamo che il Comune è disponibile a trovare per loro una soluzione di emergenza. Il Sindaco ha disposto che si proceda, come previsto dalla legge, con procedura d'urgenza dando la possibilità, per esempio, di essere ospitati in Bed and Breakfast".



"Poi -ha aggiunto l'Assessore- ci sono persone che, non certo in stato di povertà, nei giorni scorsi sono andati a manifestare a Roma e quando sono a Catania si confondono con i senza tetto della Cattedrale. Infine, nessuno degli occupanti hanno presentato domanda per il Rei o per i Tirocini formativi. Soltanto due si sono recati negli Uffici per chiedere informazioni  sui tirocini, ma avrebbero desistito considerando la somma di 400 euro mensili troppo bassa".



"Speravamo -ha concluso Parisi- che avesse prevalso il buon senso, ma evidentemente l'ala più dura dei manifestanti ha imposto la propria linea a tutti".


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