È il prof. Marcello Clarich, chiamato al capezzale della partecipata per decidere le sorti aziendali, mentre nessuno sa niente e i sindacati chiedono ancora una volta un incontro per capire cosa seccede, reclamando legalità. Nel frattempo il prof. Salvatore Muscarà, nonostante le gravi accuse della Procura, continua a presiedere indisturbato la Pubbliservizi La Pubbliservizi presto potrebbe non essere più una Spa ma verrebbe trasformata in Azienda Speciale e quindi sotto il diretto controllo dell'Ente pubblico. E' questa l'ipotesi che si fa largo tra le stanze della Città Metropolitana, nei "Palazzi del potere". Una decisione importantissima per il futuro della partecipata dell'ex Provincia presa in sordina, senza interpellare né i sindaci né tantomeno i sindacati e che aumenta la preoccupazione dei lavoratori, da parecchi mesi in apprensione per il destino della Pubbliservizi, azienda con quasi 400 addetti. A scoprire le carte il recentissimo decreto del sindaco metropolitano Enzo Bianco, dello scorso 20 febbraio, per il conferimento di un incarico per una consulenza al prof. Marcello Clarich "per la valutazione sulle modalità di prosecuzione dei servizi di facilities management attualmente svolti dalla Società Pubbliservizi spa, più vantaggiose per l’Ente e la collettività". Insomma, inglese a parte (peraltro errato!), tutto un giro di parole probabilmente per prendere come scusa l'affidamento dei servizi di "facility management" svolti dalla Pubbliservizi, scaduto alla fine dello scorso anno e rinnovato per soli tre mesi. Un tempo evidentemente sufficiente per prepararsi al cambiamento della gestione societaria con la consulenza di un esimio accademico come il professor Marcello Clarich di Roma, non avendo trovato nessuna specifica competenza all'interno dell'ente. E non solo. Nel decreto di Bianco si legge inoltre che "la prosecuzione dei servizi di facilities-management attualmente affidati la Società Pubbliservizi spa risulta più vantaggiosa se gestita attraverso un nuovo soggetto giuridico svincolato dalle problematiche amministrative e fiscali già presenti nella società in house, con risparmi annui a regime ipotizzabili in 3 milioni di euro". Insomma il tentativo estremo di salvare la baracca, con una decisione di estrema importanza seppure in controtendenza come la ripubblicizzazione del controllo della partecipata della Città Metropolitana. La nuova forma societaria del "nuovo soggetto giuridico svincolato dalle problematiche amministrative e fiscali", sarà studiata e disegnata giuridicamente appunto dal superconsulente Clarich per cui verranno spesi 10mila euro, oltre iva ed oneri, complessivamente circa 12 mila e 500 euro che per la consulenza su una singola fattispecie giuridica non sono proprio bruscolini. Il fatto eclatante è che comunque nessuno, a parte il professor Clarich, è stato interpellato: il sindaco Bianco agisce in totale autonomia, senza neanche l'organismo elettivo di controllo qual è il consiglio metropolitano per la cui elezione (di secondo grado) ci sono stati rinvii su rinvii e ormai non se ne parla più, della conferenza dei sindaci manco a parlarne! Alla Città Metropolitana insomma un uomo solo al comando. Al solito si preferisce non aprirsi alla città e fare tutto da soli, come un commissario straordinario più che un sindaco, con un'azienda partecipata nella bufera e con un presidente dimissionario da quasi due mesi, Salvatore Muscara coinvolto in una pesante vicenda giudiziaria, ma ancora incredibilmente al suo posto forse legittimato da chi invece dovrebbe al contrario allontanarlo, fosse solo per ragioni di opportunità. Tanto che la Cisl ha dovuto lanciare l'ennesimo appello:"Siamo -hanno detto i vertici Cisl provinciali- fortemente preoccupati per il rinnovo del CdA e del contratto dei lavoratori della Pubbliservizi. Chiediamo al sindaco della Città Metropolitana e all’Ad della partecipata di incontrarci, con Cgil e Uil, prima della riunione che si terrà nei primi giorni della prossima settimana. Riteniamo urgente -hanno aggiunto gli esponenti cislini- incontrare il sindaco e l’amministratore delegato, perché dall'incontro scaturisca un contributo di serenità per i lavoratori e per la prosecuzione delle attività che sono chiamati a prestare per la collettività metropolitana" Nel frattempo la Pubbliservizi, sempre a causa delle criticità riscontrate nei mesi scorsi, non ha neanche approvato il bilancio del 2015 cosa che ha indotto il vecchio presidente Adolfo Messina alle dimissioni e preparato il terreno a fine dicembre all'arrivo di Muscarà e pochi giorni dopo alle sue "finte" dimissioni per il caso Aligrup, coi lavoratori preoccupatissimi per il silenzio di Bianco e per la sua gestione solitaria. E forse non a caso Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Rita Ponzo, segretaria generale Fisascat Cisl etnea, sulla prossima riunione per ricostituire il CdA della Pubbliservizi fanno un richiamo alla legalità: "La ricostituzione del consiglio d’amministrazione – aggiungono – è fondamentale per le scelte aziendali che prenderà per fa ripartire la Pubbliservizi. Ripartenza che deve avvenire sulla scorta dei principi di legalità ed etici che devono guidare le società a partecipazione pubblica". Giorno 2 marzo prossimo inoltre, si terrà in azienda "un'assemblea di tutto il personale" sulla situazione aziendale. Ad indirla sono stati tutti i segretari sindacali, oltre ad Attanasio e a Ponzo, anche quelli di Cgil (Rota), Uil (Parisi), Ugl (Musumeci), e i vertici delle relative categorie, Filcams Cgil (Patti) e Uil Traasporti (Bonaventura) in una nota congiunta inviata alla società.