Giovanni Saguto presidente dell’associazione commercianti di Catania: "Abbiamo chiesto che questa emergenza venisse affrontata nell’ambito del regolamento edilizio ma siamo stati inascoltati sebbene la considerevole consistenza del fenomeno edifici abbandonati"
“Sugli immobili abbandonati avevamo lanciato l’allarme ma è rimasto inascoltato”. Il crollo della palazzina di San Berillo rilancia il tema degli immobili abbandonati che l’associazione commercianti di Catania aveva posto alla ribalta della cronaca in occasione della redazione ed approvazione del regolamento edilizio. In quella occasione i commercianti, attenti al tema del decoro urbano, chiesero un intervento deciso all’amministrazione comunale al fine di avviare un percorso teso al recupero degli immobili abbondanti, fenomeno che in Città ha dimensioni considerevoli.
“La redazione del regolamento edilizio – afferma Giovanni Saguto presidente dell’associazione commercianti di Catania – rappresentava una ottima occasione per fronteggiare l’emergenza dei troppi immobili abbandonati in Città. Si tratta di centinaia di edifici di cui i proprietari non si prendono più cura da decenni.
Nel caso di san Berillo vecchia si può parlare di un intero quartiere abbandonato e desolato, con moltissimi immobili abusivamente occupati anche per lo svolgimento di attività di prostituzione. Un quartiere che rappresenta la vera profonda ferita nel cuore del centro storico di Catania, un pericolo concreto come dimostra il crollo della palazzina avvenuto in questi giorni. La nostra voce è rimasta inascoltata come se il problema non esistesse. Ma non è così ed il risultato oggi lo vediamo. Tra l’altro anche fuori dal centro storico vi sono troppi edifici abbandonati”.
La Confcommercio Catania, oltre ad una serie di modifiche al regolamento, portò avanti la richiesta di approvare addirittura un regolamento per l’acquisizione al patrimonio comunale degli immobili chiaramente abbandonati da almeno vent’anni.
“Siamo partiti da un presupposto consolidato nel diritto italiano – afferma Francesco Sorbello vice direttore provinciale – in base al quale la proprietà privata non è garantita quale diritto soggettivo assoluto, ma esclusivamente in quanto finalizzato ad assicurare la funzione sociale del bene. L’utilità e la funzione sociale della proprietà prevale sull’interesse privato e sono di nocumento alla società terreni ed immobili abbandonati. Partendo da tale presupposto abbiamo proposto addirittura un regolamento per l’acquisizione al patrimonio comunale degli immobili chiaramente abbandonati da almeno vent’anni. La proposta si basava sulla acquisizione coattiìva degli immobili abbondonati, dopo tutte le diffide ai proprietari a rimuovere entro un congruo periodo le cause di degrado e pericolo degli edifici, ed alla successiva assegnazione degli stessi per diverse finalità. La proposta non è stata accolta né, però, sono state avviate altre pratiche per il recupero edilizio”.
Nella proposta dell’associazione commercianti si mirava, tra l’altro, ad un riutilizzo degli edifici abbandonati anche per finalità sociali.
“Per l'assegnazione provvisoria degli immobili destinati alla cessione a terzi – spiega Sorbello - prevedeva un bando ed una graduatoria. Si potrebbero privilegiare coloro che non posseggono altri immobili nel territorio comunale, le giovane coppia, l’accorpamento con edifici confinanti, accorpamento pertinenziale per garage, apertura di un esercizio artigianale o professionale o commerciale. Insomma sarebbe un modo per mettere in sicurezza gli immobili, per lottare il degrado e per rendere vitale avere completamente abbandonate in caso di inerzia degli attuali proprietari. Spesso la frammentazione della proprietà è la causa dell’abbandono. Abbiamo proposto anche un vero e proprio regolamento per l’acquisizione coattiva e la relativa assegnazione. Ci auguriamo che si apra un approfondimento sulla nostra proposta con l’assessorato all’urbanistica”.